Le
continue difese di una certa stampa di governo sull'operato del
premier Renzi ..vedono di sicuro un avversario in quell'altra stampa e quei social definiti disfattisti e perennemente contrari alle sue riforme. In
realtà se non vi fosse questo faro illuminante (più o meno
obiettivo) non vi sarebbe una esatta conoscenza ed alcuna capacità
di compendio critico da parte degli stessi cittadini: Ogni scandalo.. di cui il nostro Paese non vede mai fine.. e persino
gli ultimi avvenimenti succeduti sulle Banche Popolari, sarebbero
venute fuori in modo più soft o manipolate dal governo per il solito
sistema di sottacere al fine di non creare alcun panico ed
instabilità.
Intanto
il governo continua a porre fiducie! L'ultima è quella sulla
stabilità! Già
votata ed approvata alla Camera la manovra economica che sembra esser
salita a oltre 30 miliardi con le coperture che, tanto per cambiare e
con bella forza, sono state trovate aumentando il deficit dal 2,2% al
2,4%. Una
manovra da 35 miliardi, per metà in deficit che, a detta del
premier, punta ad agganciare in modo stabile la ripresa, ma per tanti
una manovra dettata dalla abituale superficialità del governo
“renziano”.. Con 162 sì e 125 no alla fiducia, Maria Elena
Boschi ha ricevuto il definitivo via libera. Ci
si domanda cosa può più contare una logica Parlamentare in uno
stato simile.. e quale senso può più avere offrire a quasi mille
parlamentari comode e remunerate poltrone..se non hanno alcuna possibilità di espressione.
Si
corre con la solita superficialità e maldestra semplificazione
anche su quelle riforme che dovrebbero cambiare l'ordinamento
politico istituzionale (leggi costituzionali e legge elettorale)
nell'inconsapevolezza di guardare con innovazione e rispetto ad una
democrazia. A tal proposito rimane sempre più enigmatica l'assenza
di una garanzia di un Presidente della Repubblica che, seppur
integralmente onesto e fin troppo riservato, pare non cogliere
l'importanza di un suo intervento sull'operato di un governo che ha
sempre definito in fretta furia e con continue fiducie.. le regole
delle sue rappezzate riforme. Per
quanto attiene..trattandosi di un considerevole numero di riforme
tendenti a stravolgere l'impianto istituzionale voluto dai padri
costituenti (esperti..oltre che fortemente istruiti in materia)
parrebbe utile muoversi in termini di un metodo più appropriato..
Pur lasciando da parte ogni riferimento al merito di dette riforme
(che, invero, potrebbero anche portare danni peggiori nel futuro
politico del Paese), avrebbe sicuramente fatto piacere un
intervento..ascoltando le osservazioni di metodo da parte del nuovo
Capo dello Stato.
Se
si ha la percezione
che tali riforme possano intaccare i valori di una democrazia
(considerazioni che in realtà appartengono a chi in qualità di
garante, dovrebbe ancora oggi vedere nel Parlamento il punto centrale
di tutta la politica istituzionale)...si potrebbe intuire come il
raccordo tra Governo e Parlamento sia completamente lacerato in barba
ai principi costituzionali a cui pare nessuno voglia più prestare
attenzione. Si ha la sensazione che tali pasticci creati dalle
superficiali riforme costituzionali potranno generare altre anomalie
ad un sistema già da tempo sommerso da queste.
Illustre
Presidente della Repubblica..sembra
ormai chiaro che Parlamento e Governo non riescono più ad operare in
condizioni di indipendenza. Sebbene la loro naturale distinzione
funzionale, risultano oggi condizionati da un pressante potere
partitico che li sottomette al proprio interesse..Pur nella sua
imparziale visione che non le consentirebbe di intervenire su
questioni di merito politico..credo che si evidenzi oggi una
differente ed esclusiva questione di metodo organico e di funzione
dei ruoli. Un problema tendente a fuoriuscire dalle linee dei
principi costituzionali che necessita sicuramente di un intervento da
parte di chi rappresenta di certo la figura di garante della nostra
Costituzione repubblicana.
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