Un
pensiero di vincenzo cacopardo
Se
in Francia il Front National è stato bloccato a tutti i costi.. con un patto che ha legato la destra di
Nicolas Sarkozy ad
una sinistra socialista..ciò può solo significare che la politica
resta ancora imprigionata da un paradigma incompresibile che
costruisce solo continue incoerenze. Dopo la prima vittoria del
partito antisistemico della Le Pen..pare che adesso, nel ballottaggio, l'unico principio
che unisce il resto di questa ridicola politica.. è fare fronte comune
alla faccia di ogni ideologia. Una contraddizione non di poco
conto..che contrasta con le vecchie posizioni concettuali.... Ma dico.. che
senso può più avere questo modo di far politica se poi si riflette negativamente in quella che dovrebbe essere una governabilità
guidata da un consenso popolare?. Che senso può avere nella
conduzione di istituzioni che nel loro iter avranno continui
impedimenti in sede di discussioni parlamentari?
Ma
se in Francia si vive in un sistema semipresidenziale, nel
nostro Paese..con ancora in piedi un bicameralismo che dovrebbe
premiare la forza parlamentare.. un presidente della Repubblica
che esercita un potere assai limitato ed un premier che resta capo assoluto di un Partito, si prosegue egualmente (pur di non trovare soluzioni
diverse) col vecchio criterio costruito su ideologie contrapposte che
deprime una crescita politica essenziale per lo stesso sviluppo
economico del Paese.
Si
insiste con la costante pretesa di
voler seguire il paradigma di un percorso politico istituzionale
secondo la forma mentis del passato.. un passato che non aiuta a
crescere e frena ogni possibile innovazione su un sistema che ormai
appare logoro. Un sistema che frena l'innovazione e la qualità.
Nessuna politica fino ad oggi si è mai protesa verso un progetto di
ricerca diverso..più innovativo.. che partendo dal basso.. difenda
le regole di una democrazia e nel contempo imprima forza e sostegno
ad ogni più logica governabilità. Basterebbe studiare e
sforzarsi nella ricerca attraverso un nuovo modo di pensare: Uno studio sulla separazione dei ruoli .. riformando l'azione dei Partiti (rendendola
separata da ogni azione amministrativa e di governo).. al fine di non perseverare in perenni conflitti e distorte anomalie che nel nostro
Paese crescono di giorno in giorno. “E' il popolo che, secondo le
regole più semplici di una democrazia, deve guidare un programma in
partecipazione con i Partiti..Programma del quale non potrà poi mai
lamentarsi”.
Il
suffragio universale, il primato della costituzione e la
separazione dei poteri dovrebbero essere ancora le basi della
democrazia rappresentativa moderna. Ma, quando si guarda ad ogni
sistema di democrazia, sarebbe opportuno fissare l’attenzione sul
momento di passaggio che questo principio muove in direzione di una
governabilità indiretta che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere
diretta dal popolo. Un passaggio che, in teoria, dovrebbe vedere
nelle elezioni, il vero funzionamento di costruzione di un impianto
in favore dei cittadini e che, al contrario, finisce col non tener
conto del loro pensiero.
Bisogna
forse percepire che, in un percorso puro di vera democrazia,
non si possono ammettere precise personalità che dettano un
programma e che, nel contempo, assumano un particolare potere. Questo
pensiero vorrebbe specificare l’importanza che, in una vera
concezione di democrazia, dovrebbe esservi nella costruzione positiva
di quel “governo del popolo” che non potrà mai
sposare un contrastante sistema formato da particolari “elites” che
dettano le regole del gioco e nel contempo operino in favore di esse.
Una
vera democrazia non dovrebbe mai ammettere esaltazioni e
mitizzazioni che vedono queste corrispondenze solo negli assolutismi
di precisi processi autoritari. La politica non può ammetterlo,
poichè deve essere considerata una vera missione da parte di chi la
esercita. Un risultato di vera democrazia necessita di una condotta
estrema, ma soprattutto di un estremo equilibrio.
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