18 dic 2015

Quella incomprensibile cultura che osanna un premier parolaio


Veramente strabiliante questo breve articolo del cugino Domenico. Un pezzo che... al di là degli ultimi fatti in relazione alle quattro banche fallite e salvate.. rivolta con arte tutto a favore di un premier menestrello e ciarlatano... Per non parlare delle parole a favore di una ministra giudicata addirittura “la migliore” .

Non sto assolutamente a valutare l'operato di una ministra in questi ultimi fatti relativi al padre ed alla banca Etruria..poichè sarebbe veramente difficile individuare qual'è quel filo che potrebbe legarla ad un conflitto..che in realtà potrebbe esservi, ma anche non esservi e che oggi riduce il suo compito esclusivamente ad un problema di opportunità. Ma quello che mi riesce davvero difficile digerire è questo osannare la “bella addormetata tra i Boschi” come la migliore ministra di questo governo. D'altronde è anche difficile negli ultimi tempi un riscontro con figure di governo davvero intuitive e capaci di portare vera innovazione funzionale all'ordinamento politico.

E' ormai assodato che Domenico Cacopardo..da bipolarista incallito e pragmatico sistemico, non ha mai voluto percepire come dannose le ultime riforme costituzionali ed istituzionali condotte dalla Boschi: Riforme.. davvero difficili da digerire da parte di chi percepisce la democrazia come un valore primario.. oltre che come principio sul quale dovrebbero porsi i naturali contrappesi per poterla sostenere. Purtroppo, con tutta la stima..non posso che prendere ancora una volta atto di quanta poca attenzione e mancanza di sensibilità politica esiste in tanti..come lui.. che sembrano camminare nel percorso di una pragmatica tangibilità degli esistenti principi.. non precependo l'importanza di procedere attraverso una nuova strada politica di vera salvaguardia dei valori democratici.

La Boschi non è condannabile per i fatti riguardanti la figura di suo padre...quanto di sicuro da biasimare politicamente per l'atteggiamento assai poco sensibile posto dalla sue riforme che avrebbero dovuto mettere l'attenzione dovuta ed il rispetto verso una società che pone la democrazia al centro. La ministra, al contrario, sotto l'impulso del suo premier, ha proseguito in tutta fretta verso una vuota e più facile semplificazione..non ponendosi alcun altro dubbio.

Per quanto attiene il super protetto Renzi, oggi osannato come il mito dell'innovazione, ma che in realtà rimane legato ai soliti schemi di una vecchia politica di potere, risulta del tutto evidente come egli continui ad operare nella anomalia di un vero conflitto attraverso un doppio ruolo che, seppur ormai accettato da una politica idiota, cieca e compromessa, gli consente di nominare presidenti della Repubblica e governare sottomettendo di continuo un Parlamento...ponendo continue fiducie. Tutto ciò appare davvero una forma quasi masochista di tutti coloro che appartengono ad una classe parlamentare ormai esautorata.  Inoltre, il fatto che Renzi rimanga quasi condannato a nominare di continuo il suo commissario Cantone ..la dice lunga sulla incapace responsabilità amministrativa del suo stesso governo.

E che dire.. poi.. di Padoan e tutto il governo che, pur seguendo il percorso politico di un premier saccente e determinato, non si è mai mosso in modo preventivo e di controllo sulla politica economica delle banche: Il fatto che si sia procurato tutto questo gran terremoto attorno agli istituti di credito ed ai loro titoli, solo dopo questo scandaloso fatto, fa capire il pressappochismo di costoro che si sono mossi..con apatia...senzi dubbi..nè ponendovi gli opportuni accorgimenti.

La lamentela di Domenico Cacopardo appare davvero poco opportuna, poiché la critica dei giornali e dei talk che lui poco ama..rimane comunque un faro acceso necessario ed utile per far comprendere ai cittadini come.. in politica.. non ci si possa muovere con tale supponenza facendo apparire la rottamazione e l'innovazione come principi da osservare ma poi, in realtà, mai considerati e messi in atto... E nemmeno muoversi attraverso promesse di bonus continui senza saper leggere in lungimiranza i bisogni dei cittadini e le risorse di un Sud del tutto abbandonato a se stesso. Ecco la ragione per la quale questo governo ed il suo premier (ben consapevole dei suoi limiti..poichè furbo ed esperto) rispecchia soprattutto la doppiezza ed una più che evidente ipocrisia.

Strano che Domenico..uomo di cultura del Sud..pensi costantemente a promuovere l'operato di un governo in totale mancanza di idee e di ogni altro atteggiamento in favore del meridione... e vada continuamente a protezione di uno spocchioso premier fiorentino limitato nei confini ristretti di una cultura della sua toscana..
vincenzo cacopardo




Era fatale e giunge in ritardo. La caccia a Matteo Renzi è in pieno svolgimento. L’occasione, la questione Banca Etruria, Banca Marche e Casse di risparmio di Chieti e di Ferrara e i provvedimenti del governo adottati per affrontare la situazione senza innescare un default dalle conseguenze impreve-dibili. Il primo presidente del consiglio, dopo Bettino Craxi, che ha affrontato in modo globale la questione riforme non poteva passarla liscia. 

Tutti possono constatare come gradualmente, partendo dal Fatto quotidiano, uno dopol’altro si siano allineati i giornali del ceto benpensante e quelli del ceto militante, La7, mosca cocchiera con il suo ben stagionato (e consumato) Mentana e la ormai mummificata Gruber, sino a tutti gli altri compreso il Gr1, colto come Saulo sulla via di Damasco antigover-nativa. Per non parlare di Radio24, esposta ai capricci del conduttore di turno. Sorprendente, Fontana, atteso come il restauratore del ruolo storico del Corrierone, iscrittosi, invece, tra gli antipatizzanti.

Sublime, il 15 dicembre, il veleno della Sarzanini. Non c’è dubbio: i passi avanti compiuti da Renzi, meno radicali e incisivi di quel che si dice, ma pur tuttavia determinanti (jobs act e, soprat-tutto, la riforma costituzionale che
colpisce il perenne gioco del ricatto politico), hanno sconvolto le attese di migliaia di praticanti gli angipor-ti della politica e dei loro mentori, le cui armi, presto, potrebbero essere mortalmente spuntate.

Ora ecco l’occasione: le ban-che. E il padre di Maria Elena Boschi, il miglior ministro di que-sto governo, molto meglio di Padoan (alla prese con incolmabili capacità di comunicazione e abbastanza succube del disastroso Kom-binat di Bankitalia), vicepresidente di Banca Etruria (allo stato non indagato, solo multato). La sublimazione è la mozione presentata dai 5 Stelle con la quale si chiedono le dimissioni: falsifi cazioni dei dati di fatto, delle norme approvate e della Costituzio-ne, presentato ad usum della platea di militanti. Il fi ne esplicito è quello di costringere Matteo Renzi, non la sua ministra, a un passo falso tale da aizzare ulteriormente la canea di contestatori, privi di argomenti
seri e, quindi, più urlanti.
Perciò, calma e gesso.
Domenico Cacopardo



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