16 gen 2016

Quel principio di distinzione dei ruoli..mai preso in giusta considerazione


di vincenzo cacopardo

Torna spesso come un'esigenza la questione della contrapposizione tra la politica e l'amministrazione. Un principio di distinzione che genera sempre caos..e conseguenti anomalie.

Nel nostro ordinamento vige uno strano concetto per il quale anche la burocrazia generata da una amministrazione è sempre più spesso assoggettata all’indirizzo della politica. Ma qual'è questo rapporto tra la politica e l'amministrazione?..E' possibile liberare la burocrazia dalla interferenza politica? Se esiste davvero questo compromesso che genera strani conflitti dovremmo poter affrontare il tema con una logica che non potrebbe mai escludere in proposito una attenta analisi sul metodo.

C'è chi ritiene che la burocrazia si sia indebolita per aver ceduto potere in cambio di sicurezza occupazionale e persino progressione di carriera o che sia oltremodo vero che l’invadenza della politica sia stata tenuta a bada da una burocrazia che è riuscita a monopolizzare un ambito decisionale, condizionando al contrario, un’attività politica.

Occorrerebbe.. perciò.. mettere in chiaro lo scopo dei due ruoli: In molti oggi determinano sinteticamente lo scopo fondamentale della politica in una ristretta interpretazione legata alla “funzione del governare” Ma se la politica deve rappresentare l'arte di regolare i rapporti tra i cittadini e di governare uno Stato...sembra chiaro che quel principio dell'arte sia fondato principalmente nel pensare..nel teorizzare..nel ricercare.. dialogare...mediare...ideare...insomma quello di suggerire attraverso le idee...senza le quali non potrebbe conseguirsi il giusto processo di governabilità. In altre parole, la politica di ideazione (creativa e di idee) e la gestione amministrativa e governativa.. seppur in un unico scopo, dovrebbero restare distinte. Chi amministra deve sicuramente avere un ruolo determinato e diretto verso la conoscenza scientifica di ciò che si deve con efficienza realizzare. Al contrario di chi idealizza a scopo di ricercare la progettualità e la propone in modo induttivo attraverso le idee.

Una distinzione che, a differenza della separazione, consente una stretta interrelazione, poiché i due ruoli (l'uno induttivo e l'altro deduttivo) forniscono una serie di interpretazione ai bisogni della collettività, ed una traduzione degli indirizzi. L’odierno sistema vede invece  il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti ad un unico lavoro. Questo sistema ha fatto sì che oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.

L'immensa mole di conflitti che ha incancrenito il procedere di una politica condotta in simile modo ha generato un numero sempre più considerevole di anomalie che mettono in seria crisi l'intero assetto sistemico. Idee e funzionamento dovrebbero restare distinti come ruoli: Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse che dovrebbero raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe più funzionale, meno conflittuale e più confacente ai principi di una democrazia.

Questo indirizzo di riforma dovrebbe in teoria essere preso in alta considerazione da parte di una classe politica che pare non avere alcun interesse in proposito.. a causa di una forma mentis.. o di specifici interessi che ne bloccano la visione. Una interpretazione della politica che rimane purtroppo logora ed intrisa di quel particolare negativismo .. che ne blocca ogni visione più utile ed innovativa.


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