11 mar 2016

Draghi salva ancora il sistema!

Il taglio dei tassi della BCE è l'indice di un continuo malessere del sistema economico finanziario internazionale che investe anche la nostra Nazione.

di vincenzo cacopardo

Da una parte la BCE di Draghi taglia i tassi principali lanciando nuovi prestiti, dall'altra ritocca in modo considerevole il quantitative easing portandolo a 80 miliardi di euro al mese ed unisce una estensione ai bond aziendali che potrebbero aiutare la ripresa economica. Di fatto accelerando l'inflazione sotto il 2%" pone anche fiducia nel depresso mercato borsistico."Questo nuovo programma - afferma Draghi - durerà fino al marzo 2017 o più a lungo, se necessario, per raggiungere il target di inflazione".

Se il Quantitative easing sale da 60 a 80 miliardi al mese è proprio per cercare di dare stimolo ad una ripresa, ma sembra chiaro che le manovre della BCE non possono rimanere le isolate. Occorrono operazioni suggerite dalla politica. Appare scontato che questa manovra, in aggiunta a quella dell'assenza di ogni tasso d'interesse, offre al mercato europeo una ulteriore occasione per il rilancio, ma è altrettanto noto come.. di volta in volta.. la politica non abbia suggerito contemporaneamente strade diverse per vere riforme di ripresa in direzione di una economia reale: Se in tal modo si da più spazio e si rilancia il settore bancario al fine di comprare i titoli per mantenere basso il differenziale spread ..rimane anche necessario porre ulteriori regole al fine di spingere gli stessi istituti di credito ad aiutare quella economia solida senza la quale il nostro Paese non vedrà mai crescita.

Draghi non commette errore quando si impone ai leader dell'Unione europea chiarendo che l'indebolimento delle prospettive di crescita dei paesi dell'Eurozona..unito alla crescente disoccupazione..rimane considerevole e rende opportuna l'applicazione decisa di riforme strutturali da parte della politica... non conferendo tale onere pesante e difficile sempre alla BCE : Un ennesimo richiamo ad una politica poco capace e dormiente rispetto alle soluzioni dovute.

Ma in queste logiche che vedono la BCE correre in continuo sostegno alle Banche.. una domanda oggi nasce spontanea per i cittadini: Se le banche prendono il denaro a tasso zero..per quanto ancora lavoratori ed aziende dovranno pagare il suo costo ad interessi del 6/7% ed oltre?

Sappiamo ormai da tempo che la crisi finanziaria si origina e si sviluppa per l'eccesso di indebitamento che per oltre due decenni è stato consentito a banche, imprese e famiglie: per evitare che l'eccesso di debito privato potesse avere effetti dirompenti sull'economia reale, si è dovuto far crescere il debito pubblico. Paradossalmente manovre nate per ridurre l'indebitamento ed il rapporto debito/PIL hanno sortito l'effetto opposto. Quando un paese entra in questo vortice, il pessimismo si autoalimenta, l'aumento degli spread comporta un aumento del costo del debito e di conseguenza del deficit. Per scongiurare questo nuovo rischio, non bastano le manovre di Draghi, ma occorreva già da tempo, a livello europeo, applicare una regolamentazione più rigida sulla speculazione finanziaria.


Queste le parole tratte dal Forum nel 2012 e riprese dal mio libro del 1999 ”la politica ed il cambiamento” 


:L’attuale crisi economica è il risultato di un sistema finanziario e bancario internazionale che non può più funzionare: Il problema principale sta nel fatto che la politica non si è mai veramente interessata a regolamentare il sistema finanziario e bancario. Per superare questa situazione si dovrebbe rilanciare l’economia reale e di questo è proprio la politica che deve farsene responsabile. L’indirizzo politico degli istituti bancari del nostro Paese sembra ormai non prendere alcuna strada in tal senso: Non una linea di economia di sviluppo che guardi di più alla realtà imprenditoriale, nessun impegno adeguato verso un intervento a favore dello sviluppo delle aziende e dell'innovazione. La problematica dell’economia è globale e necessita di un impegno e di una immedesimazione di tutte le nazioni. Il compito di tutte le forze politiche rimane dunque fondamentale, in uno studio che potrà vedere, nel futuro, un processo di una economia forse un po' meno globalizzata, ma con sicuro apporto di una indispensabile regolamentazione.

v.cacopardo




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