21 apr 2016

i pericolosi toni dell'antitesi sul tema della giustizia


...danno un'idea chiara della leggerezza politica di un premier
di vincenzo cacopardo

Le dissertazioni sulla giustizia di Matteo Renzi sembrano molto simili ai discorsi affrontati da Berlusconi durante il suo premierato. Il Premier, intervenendo al Senato sulle mozioni di sfiducia al governo si è sfogato indicando piccoli punti che seppur reali..rimangono troppo ristretti nel merito. "Da cittadino penso che quando un magistrato è messo nelle condizioni di lavorare deve essere accompagnato dal sostegno e non dalle critiche, ma quando non si arriva a sentenza mi ergo dalla parte della giustizia contro il giustizialismo che fa solo vittime e non aiuta il paese". "I giudici devono parlare con le sentenze, ma queste sentenze devono arrivare presto, vogliamo sapere chi è il colpevole e chi ruba", ha detto. L'Italia ha conosciuto giudici ammazzati dalle mafie "ma anche una vera e propria barbarie di giustizialiamo".

Chiunque quando ha in mano il potere dell'esecutivo si siede nell'agiata poltrona di comando non interferendo, anzi elogiando il lavoro della giustizia ed il sacrificio degli stessi magistrati. Ma.. una volta seduto.. si scontra con una realtà che pone lo stesso Ordine a dover far fronte ad indagini da parte delle procure su atti illeciti di una mala politica che ogni giorno sono in crescendo. Il giudizio del premier di turno mano a mano va mutando con l'idea che vi possano assere volontà e determinate manovre per impedire ogni percorso governativo...fino ad esplodere nella retorica di una giustizia poco funzionante e sempre nemica di ogni politica di gestione governativa. ..(Insomma.. secondo Renzi..chi governa può pensare di essere attaccato dagli oscuri poteri della giustizia..ma vieta ad altri che si pensi che possa essere sostenuto da altrettanti oscuri poteri finanziari)

Personalmente credo che sia rimasto ancora da dirimere il vero problema di base e cioè quello che indica il giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai poteri dello Stato..ma soprattutto in riferimento all’importanza che potrebbe avere il posizionamento del potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto con quello parlamentare. Al di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi dall’Ordine autonomo giudiziario, si mette oggi in evidenza un conflitto che spesso (proprio in mancanza di una politica corretta e seria) pone la stessa magistratura a dovere far fronte ad indagini poco gradite sulla stessa classe politica...la quale contrattacca pensando a suo comodo di poter definire un confine che ancora oggi non pare avere precisi limiti. Tutto ciò anche a causa di una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare limitazioni alla loro separazione di compiti, destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’esecutivo.

Come potrebbe oggi un premier.. o qualunque ministro, meravigliarsi nei confronti dell’ordinamento giudiziario, quando nel contempo, si espone ad illogici conflitti, ponendo la stessa magistratura nel dubbio e nel sospetto dell’insorgenza di possibili compromessi in seno alle istituzioni? Sono proprio questi conflitti e le spaventose anomalie a porre la stessa magistratura nell'incertezza e nella inclinazione di dovervi mettere chiarezza!

Al di là delle solite oratorie di Renzi..esasperate da una comunicazione a dir poco pretestuosa e quanto mai deleteria, non credo che si possa affrontare un argomento talmente delicato con la innata natura tendente solo a semplificare ed esprimersi per slogan. Quando si affrontano questi delicati temi bisognerebbe non limitarsi agli sfoghi ..ma affrontare il dialogo attraverso una analisi più profonda. Il problema giustizia è uno dei più importanti ..la cui mancata soluzione impedisce in un certo senso il percorso sicuro e più immediato della stessa crescita del Paese ed è del tutto evidente che una riforma sulla giustizia affrontata di recente dal suo stesso governo non abbia per nulla inteso aiutare un percorso positivo di sicurezza. Una riforma che ha inteso soffermarsi ostinatamente sull'impegno delle giornate lavorative dei giudici.. dimenticando quanto l'organizzazione stessa e l'immensa mole delle pratiche da sveltire meriterebbero.. almeno.. un impegno di risorse decisamente diverso da quello che oggi vi mette lo Stato. Chiunque entra in un Tribunale si accorge di come lavorano i giudici che si fanno carico di smaltire centinaia e centinaia di pratiche l'anno. Non occorre forse partire da un riassetto dell'organizzazione attraverso un impegno di spesa più consono?

Non per difendere in toto il lavoro di qualunque magistrato, ma sicuramente per porre l'attenzione sui tanti governi.. come quello odierno.. che si lamentano non operando mai in favore di una giustizia più organizzata e da snellire. ..Non v'è dubbio che oggi il giudici e magistrati siano costretti a lavorare in solitario...Se nella funzione di un primario ospedaliero, consistente nell’esaminare e fornire indicazioni per varie decine di casi al giorno, lo stesso viene coadiuvato da una corte di ausiliari, aiuti, assistenti, persino studenti oltre che infermieri, che operano per lui una serie di indagini necessarie sul malato.... il magistrato non ha nulla che assomigli ad una simile squadra di aiuti e assistenti che lo possano assistere...Riceve un aiuto dal cancelliere limitato a funzioni unicamente materiali come la formazione dei molteplici fascicoli, la redazione dei verbali, la pubblicazione delle sentenze etc.

E' più che vero che una sentenza deve passare in giudicato come afferma il Premier, ma la politica non può nemmeno pretendere di lavorare per una sua logica di convenienza garantendo ogni politico a scopo di interesse senza operare preventivamente. La politica dovrebbe lavorare per togliere alla stessa magistratura ogni dubbio sulle figure politiche stesse che propone e per la quale si attiva!


Anche in questo delicatissimo campo, per via della incomprensibile e deleteria politica delle contrapposizioni, si finisce in un limitato giudizio espresso per parti prese: o sei un giustizialista...o un garantista! La politica delle reazioni finisce col pregiudicare persino le posizioni in campi delicatissimi come questo!..Ma che vuol dire? .Non v'è dubbio che in previsione di una politica bipartitica voluta dall'attuale governo.. tale argomento potrà solo degenerare in scomposte azioni e contrarie reazioni!  

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