di vincenzo cacopardo
Il
referendum di Ottobre sulle riforme costituzionali non avrà quorum e
sarà di certo una consultazione ben diversa da quella sulle
trivelle. Un referendum di grande importanza. Non vi sono precise o
possibili strumentalizzazioni di tipo economico o ambientalista o di
sicurezza, ma è di certo un quesito che tocca l'etica politica nel
suo insieme ed i derivanti valori costituzionali. D'altronde è
innegabile che dalla Costituzione si definiscono i principi di una
politica corretta per il paese.
Andare
a votare non significherà dare fiducia o no all'attuale governo, ma
difendere i principi costituzionali che dovrebbero sostenere una
buona democrazia e quindi cercare di comprendere se tale riforma
riesce o no a sostenere i giusti pesi e contrappesi per fornire
sostegno alle istituzioni rendendo il sistema equilibrato.
Ora..se
è più che certo che il bicameralismo paritario andava corretto...
non è per niente comprensibile che ciò avvenga in forza di una
riforma che mette insieme una serie di contraddizioni facendo
aumentare conflitti ed anomalie... Equivale a dire: ho un tavolo da
rassettare..ma invece di riordinarlo tolgo di mezzo una serie di
carte che in realtà potrebbero aiutarmi ed essermi utili. Una
metafora che sottolinea quanto importante possa essere rendere
funzionale l'ordine e la dinamica di ogni cambiamento senza buttare
via ciò che di utile il passato potrebbe averci regalato...Insomma..
cambiare non potrà mai voler dire rivoluzionare senza
senso!..Cambiare in meglio non vuol dire peggiorare! A maggior
ragione quando quest'ordine appartiene di diritto a tutti i cittadini
di un Paese che vuole di certo un cambiamento, ma anche una grande
dose di saggezza per ricercarlo.
Non
sembra per nulla illogica la proposta di avanzare un referendum per
le riforme della Costituzione per parti separate..Cioè proporre i
quesiti ai cittadini separatamente in modo da non restare
accalappiati nella irragionevole trappola del “tutto o niente”
L'argomento resta sicuramente assai delicato ed è talmente intuibile
come si possa anche essere d'accordo con alcune modifiche ..e per
nulla con altre... D'altronde la riforma proposta in atto non è per
niente il risultato di un percorso coerente. Bisognerebbe conoscerla
bene per potersi rendere conto di come sia stata voluta per fretta e
con superficialità. Sarebbe
sufficiente prendere ad esempio l'elezione del Presidente della
Repubblica dove viene
mantenuta la platea degli elettori data dai membri del Parlamento in
seduta comune, ma ovviamente cambia il numero, visto che i Senatori
saranno solo cento. Non ci saranno i delegati regionali, anche perché
i nuovi senatori saranno già rappresentanti degli enti locali.
Cambia
però il quorum:
Nei primi tre scrutini l'elezione avverrà come ora, solo con
maggioranza dei due terzi dell'aula. Dal quarto scrutinio la
maggioranza richiesta passa ai tre quinti e dal nono scrutinio in poi
la maggioranza dei tre quinti dei votanti ..Se poi i votanti presenti
in Aula saranno solo dieci poco importa! ..Un bel pasticcio che da
l'idea di come si sia svolto l'iter di questa delicata riforma.
Certo
sarà difficile poter immaginare che la bella addormentata tra i
Boschi..possa di colpo destarsi dal suo stato di ipnotico che non le
lascia vedere oltre il suo pensiero..Come riesce persino impossibile
pensare che lo stesso premier talmente pieno di sé e presuntuoso
possa ricercare qualche via diversa ...in tal modo impedendo che la
consultazione possa realmente basarsi in una lotta tra lui e chi è
contro: La frase subdola che gli torna utile “Chi
è con me è col cambiamento..chi non è con me non vuole cambiare”
Non
possiamo, infine..nè dobbiamo dimenticarci del metodo più volte
sottolineato in questo blog con il quale Renzi, in modo supponente e
prevaricatore, ha proceduto verso la trasformazione di una carta
costituzionale, attraverso la forza di un esecutivo e senza
un'adeguata Costituente.
Considerare
la governabilità come un punto d’incontro di un programma voluto
dai cittadini..rinnovare il lavoro ed il fine funzionale dei
Partiti..eliminare i conflitti perenni esistenti nella politica e
nelle istituzioni.. Dovrebbero essere
questi i temi delicati delle importanti riforme che non potranno mai
risolversi con la prepotenza assoluta (seppur ricca di astuzia) di
un’unica figura.
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