9 apr 2016

Il paese non deve dimenticare


Due parole sull'intervista di Bruno Vespa
di vincenzo cacopardo

Non è tanto l'intervista in sé.. quanto la mancanza di un dialogo più duro e severo da parte dell'intervistatore.

Bruno Vespa è apparso di sicuro fin troppo immerso nel colloquio con chi dall'altra parte è sembrato sempre sfuggente nel giudizio del padre mafioso. “Per me lo Stato è l’entità in cui vivo, questo per me è lo Stato. Io rispetto lo Stato, l’ho sempre rispettato, magari non condivido determinate leggi o sentenze” Queste le parole del figlio di Riina che in sé non dicono nulla ed ancora meno esprimono le parole di risposta sulla condivisione dell'arresto del padre: “Se condivido l’arresto di mio padre? No, perché è mio padre. A me hanno tolto mio padre”.“Io non giudico Falcone e Borsellino. Qualsiasi cosa io dico sarebbe strumentalizzata. Se io esterno un parere su queste persone viene strumentalizzato, io ho sempre rispetto per i morti, per tutti”.

Salvo Riina ha parlato della sua vita e di un'infanzia serena sottolineando quanto i suoi genitori abbiano trasmesso alla famiglia tranquillità e nessuna questione che riguardasse altro. E' sembrato impacciato nel rispondere, ma anche un po' grezzo nell'esprimersi, sicuramente sfuggente. Ma per molti telespettatori è stato difficile digerire la calma e la serenità di chi lo intervistava. Bruno Vespa è sembrato non proprio accondiscendente, ma ai limiti dell'indulgenza. In molti avrebbero voluto vedere il giornalista più intransigente e severo. Rimane perciò il dubbio che l'intervista sia stata voluta per puro scopo di audience (tra l'altro fallito) trasmessa da una TV di Stato che più di una volta invita in certi salotti personaggi poco consigliabili. Nel caso di Riina non proprio opportuno pubblicizzare l'immagine di una famiglia (soprattutto quando viene per promuovere un libro).

Al di là dell'intervista..una spinta emotiva nasce spontanea nel vedere in televisione il figlio di un Boss stragista condannato, senza metterla in antitesi con i morti che abbiamo pianto e le due figure che tanto ci hanno commosso come Falcone e Borsellino. A ciò aggiungiamo la singolarità di dover pagare un canone per una televisione di Stato che pare muoversi per puro interesse di audience in favore di personaggi che sfuggono ad ogni giudizio su coloro che.. dello Stato e di noi stessi.. sono stati i veri tutori. ..Il Paese e la sua TV di Stato non dovrebbero dimenticare.
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