15 apr 2016

Responsabilità e giusta comunicazione di un sindaco


Responsabili del funzionamento di una città...o paladini della legalità?..

di vincenzo cacopardo

C'è un punto di mediazione tra legalità e illegalità? E c'è un compito preciso che guida la strada di un amministratore sindaco?
Questa potrebbe anche rimanere una domanda non priva di fondamento che tanti italiani si pongono esaminando la situazione della nostra giustizia riguardo alle norme che regolano gli atti illeciti: Oggi molti atti amministrativi tendono a sfuggire all'antinomia legalità-illegalità...così come, in modo difforme, vi sono amministratori che continuano a porsi come paladini della legalità...perseverando nell'affermare che sarebbe per loro indispensabile lavorare per combattere contro di essa ed ogni mal costume..ma privandosi, nel contempo, di mettere mano alla funzionale determinazione dei servizi occorrenti alla propria città.

Potrebbe sembrare una delle tante dissertazioni sterili..così come potrà apparire una pretestuosa critica nei riguardi di alcuni sindaci del nostro Paese seduti nella loro poltrona a pontificare sul tema della legalità per aumentare il consenso sulla propria immagine e, con tale ripiego, finire col non operare mettendo a frutto le necessarie opere utili ai servizi per la loro città.

Al di là di una evidente assenza da parte del governo nell'ambito della mancanza delle risorse da destinare verso il meridione..quando proprio al Sud.. alcuni sindaci delle città più in vista.. sentenziano che il primo loro compito è quello di eliminare la illegalità e che, proprio per ciò, non risulta conveniente mettere mano a piani infrastrutturali per i servizi della città ( che potrebbero contribuire a far crescere la corruzione), non fanno che spingere verso il rifiuto da parte dei stessi cittadini di tutto ciò che riguarda il rispetto per la legalità e la propria legittimazione...sortendo, quindi, un effetto contrario,,

In questi casi l'illegalità si scatena quasi nella naturale reazione (non giustificata, ma resa conseguenziale) contro chi.. spesso nella qualità di amministratore incaricato di far funzionare il corretto ordine dei servizi, pensa di poter imporsi come il paladino di una morale. Ma proprio per questa reazione la sua morale non potrà mai imporsi, quando al contrario.. dovrebbe potersi affermare rendendo agevole il funzionamento dei servizi utili ai cittadini.

La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare. Poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo dei servizi non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità. Per un vero amministratore, quindi, il funzionamento del sistema dei servizi della città dovrebbe essere visto come un principio fondamentale anteposto a quello della legalità. Un pensiero che non può essere interpretato in modo diverso se non attraverso un’ottica che tende a porre la legalità come il fine costruttivo di un valore ed il funzionamento del sistema come mezzo essenziale per dare corpo allo stesso principio. Il tema resta comunque difficile da affrontare soprattutto con chi, in questi anni, del termine legalità ne ha fatto abbondantemente uso al fine di costruirsi una propria immagine.

Il caso di Orlando sindaco di Palermo (che con enfasi afferma nel suo slogan che “lui il sindaco lo sa fare”), rimane uno dei casi più emblematici di ciò che si vorrebbe asserire. Con tutto il rispetto per la sua figura, non è oggi più sopportabile questo perdurante atteggiamento contro la generica disonestà..Il voler impartire lezioni di legalità ostentando la sua integrità morale..quando nel contempo non si promuovere uno sviluppo in favore del funzionamento dei necessari servizi, è fuori dal contesto di una realtà odierna ..e persino imbarazzante!

Sarebbe più utile partire da un principio che pone la legalità come “il fine” di un obbiettivo di un sindaco, invece che innalzarlo come l’importante vessillo di una battaglia o come mezzo per la conquista di un consenso. In questo caso..la pretesa di una “legalità”, per quanto giusta possa essere in linea di principio, non potrà che camminare di pari passo con il buon funzionamento di una città che si amministra… …Insomma: non si potrà mai pretendere dai cittadini il vero rispetto per la propria città quando la stessa, mal funzionante, finisce col non offrirti gli adeguati servizi..sopratutto in un Paese dove non vi è più alcun rispetto per la giustizia: Spesso alcuni cittadini, non protetti nei loro diritti, sono costretti a difendersi con qualche piccolo atto illecito dalle indifferenti istituzioni che non lasciano loro alcuna alternativa...E sappiamo come dall'illecito all'illegalità il passo può essere anche breve!

Dovrebbe essere proprio il funzionamento dei servizi a dover offrire maggior consapevolezza da parte dei cittadini responsabilizzandoli e rendendoli più interessati attraverso il beneficio stesso di un servizio pubblico funzionante...frenando l'incedere verso quel disinteresse che spesso può portare dall'illecito al più sgradevole atto di illegalità.

Al di là del tema della legalità, la comunicazione investe indiscutibilmente tutti i campi in cui la politica dialoga e conversa: Una politica che rischia di esprimersi in modo poco chiaro e disordinato prescindendo da una visione più logica ed obiettiva. E’ ovvio quindi, che anche la comunicazione politica deve avere, per ogni suo argomento, un determinato segmento ed un conseguente posizionamento poiché, chi comunica per ricercare e costruire, non può esprimersi o posizionarsi similmente a chi opera per amministrare.



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