La moneta che ci ha ormai incastrato
di vincenzo cacopardo
"L'unica possibilità che ci si salvi dall'effetto negativo di questa moneta unica è quella che uscissero tutti insieme i Paesi dall'Euro...Una cosa realisticamente impensabile"!
Sempre severa e anche un po' parziale l'analisi di Domenico Cacopardo quando si tratta dell'Europa e della sua moneta...E' vero che il nostro Paese ormai con le spalle al muro non può uscire con facilità e senza pericoli dalla moneta unica..e sarebbe di certo stato più utile entrarvi con un cambio decisamente più favorevole (cosa di cui in questo articolo Domenico dimentica di accennare). ..ma sta di fatto che la forbice ricchezza – povertà è aumentata a dismisura e il divario Nord Sud ancora di più.
Non si può uscire dalla moneta unica ..tranne a costo di enormi pericoli e sacrifici che i nostri cittadini (soprattutto quelli meno abbienti) non sarebbero più in grado di superare...Ma questo è dovuto ad uno strano meccanismo finanziario voluto da chi non ha mai avuto la minima sensibilità politica per l'aspetto sociale di questa Unione nel suo insieme... Di chi ancora vive sul debito pubblico dei Paesi speculandovi e facendo credere che questa sia la vera economia moderna...Altro che pensiero Keynesiano..ormai disperso dalle logiche di potere tra gli Stati! Sono le ragioni ormai conosciute.. legate ad un aspetto tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con l'aspetto reale di una economia che si vorrebbe per il giovamento stesso dei Paesi e che pare vincolarli in un gioco di potere...Verosimilmente..il debito fa gioco in favore dei potentati e degli Stati più forti!
Le
analisi di tanti politologi e di analisti come Domenico restano ferme
all' aspetto tecnico pragmatico, e sembra non vogliano mai entrare nel
merito di una questione che per certi versi non pare offrire alcun
beneficio ad una grossa parte di quell'Europa che rimane al traino
delle economie forti..restando povera e priva di un reale beneficio
economico ..nè in direzione di alcuna possibilità di crescita
futura...Strano che Domenico non osservi con severità l'arretramento
di un meridione (la cui storia per certi versi gli appartiene)..Un Sud privo
di un piano di rilancio che non sembra mai aver interessato un'
Europa che non guarda mai verso l'importanza di una vera qualità!
Si
può amare e desiderare in via di principio ogni concetto di utile unione Europea, ma è
veramente difficile accettare questa odierna Europa con la sua moneta!
Si può amare e desiderare in via di principio ogni concetto di utile unione Europea, ma è veramente difficile accettare questa odierna Europa con la sua moneta!
L'euro spazzerà via molti parassiti
di
Domenico Cacopardo
Se
cerchiamo un fatto, uno solo, per trovare le ragioni e le convenienze
della presenza italiana nell'Unione europea, la risposta è facile e
non ammette repliche sensate: consiste nella parola «euro». Non
parliamo di vantaggi economici né intendiamo formulare un
ragionamento da economisti o finanzieri. Diciamo soltanto che con
l'ingresso dell'Italia nell'euro (definito da un accordo bilaterale
tra Helmut Kohl e Giulio Andreotti contenente un normale scambio
diplomatico: «L'Italia acconsente all'unificazione tedesca; la
Germania sostiene l'entrata dell'Italia nell'euro») è finita
l'epoca delle svalutazioni competitive e, soprattutto, è terminata
l'abitudine di finanziare in svalutazione il consenso sociale e le
spese improduttive. Insomma, è l'aspetto etico che, a mio modo di
vedere, prevale sull'aspetto monetario. I cittadini degli stati che
hanno adottato l'euro hanno e avranno sempre di più un criterio
preciso e ineluttabile per valutare complessivamente il sistema in
cui vivono: «Il lavoro è la misura del funzionamento di una
società. Le posizioni parassitarie sono destinate a soccombere e a
finire.»
Per
noi italiani una vera e propria rivoluzione. Immaginate cosa possono
pensare di una simile rivoluzione copernicana, i canari, in
punkabestia, gli antagonisti, i finti forestali che affollano (e
incendiano) i boschi siciliani, tutto il mondo di parassiti che si
troverà sempre più allo scoperto. E la felicità dei giovani
laureati, occupati in Italia o all'estero, che vedranno piano piano
affermarsi i valori della professionalità e del lavoro
sull'ignoranza e sull'ignavia.
Certo,
questa non è l'Italia dei nostri giorni: concorsi truccati,
demagoghi ignoranti, parassiti ontologici; corrotti e corruttori;
mafiosi e altri criminali che appestano l'aria delle nostre città,
prima fra tutte Napoli; processi infiniti; mancata informazione a
opera di media asserviti; banche che erogano stipendi e liquidazioni
faraonici. Ma l'Italia che verrà, quella che vogliamo per i nostri
figli e per i nostri nipoti si nutrirà di questi valori, tutti
connessi a una moneta unica e forte, all'interno della quale
opportunità e risultati saranno garantiti dagli sforzi di tutti e di
ognuno.
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