30 giu 2016

La moneta che ci incastra:Una nota all'articolo di Domenico Cacopardo






La moneta che ci ha ormai incastrato

di vincenzo cacopardo

"L'unica possibilità che ci si salvi dall'effetto negativo di questa moneta unica è quella che uscissero tutti insieme i Paesi dall'Euro...Una cosa realisticamente impensabile"!


Sempre severa e anche un po' parziale l'analisi di Domenico Cacopardo quando si tratta dell'Europa e della sua moneta...E' vero che il nostro Paese ormai con le spalle al muro non può uscire con facilità e senza pericoli dalla moneta unica..e sarebbe di certo stato più utile entrarvi con un cambio decisamente più favorevole (cosa di cui in questo articolo Domenico dimentica di accennare). ..ma sta di fatto che la forbice ricchezza – povertà è aumentata a dismisura e il divario Nord Sud ancora di più.

Non si può uscire dalla moneta unica ..tranne a costo di enormi pericoli e sacrifici che i nostri cittadini (soprattutto quelli meno abbienti) non sarebbero più in grado di superare...Ma questo è dovuto ad uno strano meccanismo finanziario voluto da chi non ha mai avuto la minima sensibilità politica per l'aspetto sociale di questa Unione nel suo insieme... Di chi ancora vive sul debito pubblico dei Paesi speculandovi e facendo credere che questa sia la vera economia moderna...Altro che pensiero Keynesiano..ormai disperso dalle logiche di potere tra gli Stati! Sono le ragioni ormai conosciute.. legate ad un aspetto tecnico finanziario che non ha nulla a che vedere con l'aspetto reale di una economia che si vorrebbe per il giovamento stesso dei Paesi e che pare vincolarli in un gioco di potere...Verosimilmente..il debito fa gioco in favore dei potentati e degli Stati più forti!

Le analisi di tanti politologi e di analisti come Domenico restano ferme all' aspetto tecnico pragmatico, e sembra non vogliano mai entrare nel merito di una questione che per certi versi non pare offrire alcun beneficio ad una grossa parte di quell'Europa che rimane al traino delle economie forti..restando povera e priva di un reale beneficio economico ..nè in direzione di alcuna possibilità di crescita futura...Strano che Domenico non osservi con severità l'arretramento di un meridione (la cui storia per certi versi gli appartiene)..Un Sud privo di un piano di rilancio che non sembra mai aver interessato un' Europa che non guarda mai verso l'importanza di una vera qualità! 

Si può amare e desiderare in via di principio ogni concetto di utile unione Europea, ma è veramente difficile accettare questa odierna Europa con la sua moneta!




L'euro spazzerà via molti parassiti

 di Domenico Cacopardo 


Se cerchiamo un fatto, uno solo, per trovare le ragioni e le convenienze della presenza italiana nell'Unione europea, la risposta è facile e non ammette repliche sensate: consiste nella parola «euro». Non parliamo di vantaggi economici né intendiamo formulare un ragionamento da economisti o finanzieri. Diciamo soltanto che con l'ingresso dell'Italia nell'euro (definito da un accordo bilaterale tra Helmut Kohl e Giulio Andreotti contenente un normale scambio diplomatico: «L'Italia acconsente all'unificazione tedesca; la Germania sostiene l'entrata dell'Italia nell'euro») è finita l'epoca delle svalutazioni competitive e, soprattutto, è terminata l'abitudine di finanziare in svalutazione il consenso sociale e le spese improduttive. Insomma, è l'aspetto etico che, a mio modo di vedere, prevale sull'aspetto monetario. I cittadini degli stati che hanno adottato l'euro hanno e avranno sempre di più un criterio preciso e ineluttabile per valutare complessivamente il sistema in cui vivono: «Il lavoro è la misura del funzionamento di una società. Le posizioni parassitarie sono destinate a soccombere e a finire.»
Per noi italiani una vera e propria rivoluzione. Immaginate cosa possono pensare di una simile rivoluzione copernicana, i canari, in punkabestia, gli antagonisti, i finti forestali che affollano (e incendiano) i boschi siciliani, tutto il mondo di parassiti che si troverà sempre più allo scoperto. E la felicità dei giovani laureati, occupati in Italia o all'estero, che vedranno piano piano affermarsi i valori della professionalità e del lavoro sull'ignoranza e sull'ignavia.
Certo, questa non è l'Italia dei nostri giorni: concorsi truccati, demagoghi ignoranti, parassiti ontologici; corrotti e corruttori; mafiosi e altri criminali che appestano l'aria delle nostre città, prima fra tutte Napoli; processi infiniti; mancata informazione a opera di media asserviti; banche che erogano stipendi e liquidazioni faraonici. Ma l'Italia che verrà, quella che vogliamo per i nostri figli e per i nostri nipoti si nutrirà di questi valori, tutti connessi a una moneta unica e forte, all'interno della quale opportunità e risultati saranno garantiti dagli sforzi di tutti e di ognuno.



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