di vincenzo cacopardo
Certi
politologi, come ad esempio Elisabetta Gualmini (nella foto), non scorgono
assolutamente lo stato di cambiamento di un pensiero moderno..perseverando nella
loro visione politica legata ad un modus pensandi ed una
forma mentale rinchiusa da criteri tendenti ad ostacolare ogni percorso di innovazione...poichè il loro dialogo persiste su logiche
restrittive che limitano gli spazi e le aperture...Per loro la politica si ferma ad un perentorio e pragmatico principio di governabilità!
Per
essere più inclini verso il nuovo ed avere uno sguardo più
avveduto..bisognerebbe.. al contrario.. estraniarsi da questa forma
mentis ristretta e lasciarsi trasportare dalle novità pur tenendo un
necessario equilibrio: E' ormai chiaro che l'incedere di ogni
mentalità eccessivamente pragmatica non potrà mai generare
idee..anzi le soffocherà sul nascere.. e senza idee non si potrà
mai crescere ..non si potrà mai affrontare un futuro di speranza.
E'
inutile essere professori ordinari di scienza della politica
quando ci si preclude una visione più avveduta ed aperta verso nuove
possibili congetture..e queste possono arrivare nella mente delle
persone solo attraverso la forza di un pensiero più aperto sostenuto di certo da una cultura, ma anche dalla genialità.. mai represso da una
visione troppo pragmatica imposta dall'odierna realtà: Tutto è mutevole e
cangiante se lo si vuole..Sarebbe più utile saper scorgere oltre il muro di una visione realistica che ci circonda per poter idealizzare e progettare
con maggior giovamento …Soprattutto la politica deve saper seguire oggi la strada della genialità!
La
tesi principale di
uno degli storici
della Rivoluzione francese, Augustin Cochin
era che la democrazia moderna fosse nata dalla presa di potere di un
genere radicalmente nuovo, caratterizzato dalla dualità tra la
realtà dei rapporti politici.. e la loro complessa rappresentazione
sociale. Oggi sono in molti ad affermare che proprio dalla realtà,
dobbiamo partire. Ma la realtà è davvero quello che appare?... O
forse e' stata determinata da fatti voluti dall'uomo stesso?
Insomma..è lecito pensare che alcuni fatti improvvisi possano aver definito i contorni di una realtà in senso oggettivo, senza
che l' uomo stesso non li abbia veicolati costantemente o non ne influenzi sempre il percorso?
Sono
altrettanti a pensare che ..dovendo partire da una realtà,
bisogna sapersi muovere di conseguenza e quindi procedere attraverso
le logiche ad essa legate: E' una osservazione che rimane assai
limitativa..poichè ci si dimentica spesso di come, tali logiche,
siano state elaborate dagli stessi uomini ..dal pensiero ..dal criterio mentale di una logica irrorata giorno per
giorno su un presupposto di difficile convivenza sociale che ha
generato persino conflitti, compromessi e difformità che.. di per
sé.. rendono la stessa realtà manipolata e quindi mai un dogma
assoluto.
A
volte è proprio il perseverare su una visione troppo realistica...l'eccessiva conoscenza..e persino la stessa professionalità.. che preclude gli spazi alle idee e questo è ancor più vero in
politica dove proprio le idee occorrono e spesso vengono soffocate da
chi pensa che tutto deve rimanere limitato a ciò che ci circonda.
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