30 ago 2016

La “BUONA SCUOLA”


di vincenzo cacopardo
Adesso che si avvicina la riapertura delle scuole ritorneranno le proteste. Qualcuno si lamenterà per l'insegnamento didattico non appropriato..altri, come alcuni insegnanti, protesteranno per opportunismo ed interesse, ma non vi è dubbio che la riforma della scuola risulta come un'altra di quelle riforme poco studiate e funzionali... Vi sono maestri e maestre assunti con la legge del governo Renzi che, facendo slittare di un anno l'assunzione, adesso per lavorare dovranno trasferirsi .

Il ddl 'La Buona Scuola' è frutto di un lavoro di ascolto iniziato a settembre 2014 dal Governo e proseguito con le audizioni in Parlamento e gli incontri dell’Esecutivo con sindacati, studenti e genitori. Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno. Dal 2016 si assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Ovvero più fondi e più risorse umane.

Ma quello che si temeva si è verificato: quasi tutti i precari siciliani assunti lo scorso anno dalla “Buona scuola” dovranno fare le valigie e trasferirsi al Nord. Da mille a duemila maestre e maestri che nel 2015/2016 sono riusciti a spostare in avanti l’assunzione al Nord. Ma adesso non possono più farne a meno. E’ questo l’esito per la Sicilia dei trasferimenti della scuola primaria pubblicati, con tre giorni di ritardo rispetto alla data del 26 luglio, dal Miur . Sono tantissimi che si ripromettono di fare ricorso”. L’unica speranza per questi insegnanti siciliani è l’assegnazione provvisoria e l’utilizzazione... ma occorre che ci siano i posti disponibili in Sicilia...Il terremoto di questi ultimi giorni distrae da questo argomento che ben presto tornerà a farsi più persistente.

La riforma della scuola non è di certo perfetta... malgrado l'impegno non può nemmeno definirsi ottimale. Non si possono ancora trascurare i pericoli di una simile riforma che pone nelle mani di una figura predominante... manager o no..l'andamento di un percorso di gestione scolastica... non prevedendo che tale figura potrebbe anche non essere capace. Nel merito, quindi, non possiamo che sperare sulle prerogative stesse delle figure che assumono questo incarico per meglio comprendere se ne siano davvero capaci.

Ma vi è un aspetto sempre trascurato quando si mira a queste riforme scolastiche che non guarda con sufficiente interesse e con la dovuta profondità al metodo con cui si procede verso l'insegnamento..Una disciplina che inquadra gli studenti nel loro insieme ...senza una maggiore attenzione verso le evidenti differenze esistenti tra loro nel processo di apprendimento...Ossia pensando di poter operare un insegnamento comune ed uguale per tutti, sottovalutando l'importanza di una qualità che dovrebbe porre dovute distinzioni: Sembra una sorta di globalizzazione della scuola per un insegnamento malamente internazionalizzato i cui risultati sono ancora da vedere.

Nessuno si è mai posto questo importante problema e nel metodo non si è mai ricercata una disciplina più appropriata. Dovrebbe essere questo il principale dovere nell'opera di rinnovamento dell'educazione scolastica. Ma questo rimane un argomento che difficilmente potrebbe entrare nel contesto di tutte queste riforme governative che sembrano dover guardare soprattutto a semplificare e facilitare le iniziative.... proiettandosi quasi esclusivamente verso la gestione nel suo insieme e privandosi spesso di un essenziale ed utile impronta qualitativa..


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