10 ott 2016

Bersani partorisce il suo NO..


...e Renzi persevera nella impropria opera di proselitismo
di vincenzo cacopardo

Finalmente...con il suo NO..l'ex segretario assume di fatto una precisa posizione in proposito! La determinazione, visto il suo carattere, di sicuro gli pesa, ma non può che essere il risultato dell'atteggiamento rigido e sprezzante dettato fino ad adesso da Renzi! La scelta era già nell'aria..ma non del tutto chiara. Adesso con la rottura alla vigilia della Direzione Pd convocata proprio per parlare di referendum e Italicum, l'aria dei dissidenti assieme con quella di D'alema sembra incalzare insieme in un gruppo che di certo non può che far riflettere seriamente il Premier... Un'area a cui si aggrega anche Ignazio Marino, che..dopo essere uscito vincitore dalle beghe giudiziarie, accusa il presidente Pd di averlo «costretto» alle dimissioni

Quello che Bersani ha sempre temuto è stato l'aver perso tempo sulla possibilità di cambiare la legge elettorale ..e adesso ..dato i pochi tempi a disposizione per potervi mettere mano, è apparso possibile che Renzi..dopo il referendum, ove vincesse il Si, si premurerebbe a non cambiarla affatto! Un discorso assai realistico! Adesso l'ex segretario parla di desiderio di proporzionale accusando il suo capo di Partito di averlo rottamato e messo da parte.

Nonostante tutto il nostro Premier continua a proporsi nella TV di Stato nell'Arena di Giletti promuovendo il suo SI..non rendendosi conto per nulla della delicatezza di una faccenda che non può per nulla essere impostata in tal modo . D'altronde sappiamo bene che ormai l'Ente è in mano alle forze governative... La parzialità di viale Mazzini appare di tutta evidenza ed è sufficiente vedere il nostro Premier nei talk show per intuire ogni sforzo da parte della tivù di Stato. Renzi continua ad usare la RAI pubblica a suo piacimento.. dimenticando che nella fattispecie non si tratta di votare per il suo governo, ma per le delicate regole di una Costituzione che si stanno per stravolgere.

Si continua a non comprendere quale differenza vi sia tra chi le regole deve metterle in atto.. e chi, al contrario.. può stabilirle! ..Un esempio per chi (come lo stesso Renzi) ama accostare la politica al calcio: Pensate se oggi nel campionato..si cambiassero le regole e queste le potesse imporre la squadra più forte... e non un Comitato a parte composto da tutti!

In verità, in un Paese che intende ancora ritenersi in democrazia, qualunque Premier dovrebbe restarne fuori poichè si tratta di regole..ossia di principi che rappresentano i valori fondanti sui quali si muovono le istituzioni.

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