“la nostra Repubblica è ancora di natura parlamentare e non presidenziale.. il nostro bicameralismo rimane frutto della nostra cultura politica.”
di vincenzo cacopardo
Nella
grande confusione odierna della politica, tra referendum, riforme e
governabilità, a causa delle forti contrapposizioni e delle vedute
personali, si rischia di perdere ogni cognizione ed ogni logica
procedurale che potrebbe aiutare meglio a risolvere i difetti del nostro
sistema...Proviamo a capire:
Non
credo si possa disprezzare il nostro bicameralismo paritario
derivante da una nostra personale cultura politica ..assumendo a
volte quell'aspetto provinciale di chi, in senso esterofilo, persegue
modelli stranieri senza ben comprendere le qualità del nostro
sistema. E' anche logico comprendere che
esso va rimodernato, andrebbe reso più efficiente e funzionale, ma
disprezzarlo senza capirne i giovamenti, significa camminare avanti
col paraocchi senza curarsi dei nostri valori fondati innanzitutto
sulla difesa di una democrazia: Migliorare si deve, ma stravolgere a
beneficio di una ottusa esterofilia o in favore di una volontà
globalizzata e di potere, significa voler perdere il frutto di una
cultura politica che, nel bene e nel male, ci ha offerto un migliore
fondamento democratico.
C'è
chi oggi intende votare Si alle riforme di Renzi preoccupandosi meno
della qualità e fondando il proprio pensiero sul fatto che un
piccolo cambiamento ..qualunque sia ..possa solo essere positivo! C'è
al contrario chi ritiene che se si deve cambiare, lo si deve fare con
principi e logiche più funzionali ed utili!...In fondo..il quesito..
sta tutto qui!
Se
nella prima ipotesi si resta un po' appesi al dubbio che la
trasformazione di quelle regole costituzionali possa realmente
modificare in meglio l'iter procedurale istituzionale, la seconda
ipotesi fonda il suo NO sul fatto che, sia nel metodo che nel merito,
si riscontrano motivi che contrastano fortemente con le logiche ed il
funzionamento di quella che è ancora una repubblica democratica
parlamentare.
Il
quesito odierno è anche aggravato dal peso di una legge
elettorale votata attraverso una insolita fiducia che..
combinata assieme alle riforme costituzionali.. rende il quadro più
problematico..facendo insorgere una buona parte dei componenti del
Partito del Premier.
Di
questi riscontri anomali, autentiche forzature, ne possiamo mettere
in luce tre:
1..Il
difetto di chi esercita il doppio ruolo di Premier e segretario del
Partito di maggioranza (favorito da un ricco premio e da una legge
elettorale contestata seppur legittimata)
2..l'eterno
conflitto tra chi esercita un ruolo parlamentare
contemporaneamente inserito o connivente con l'esecutivo.
3..la
mancata disciplina e regolamentazione dei Partiti.
Tutte
e tre rimangono macroscopiche anomalie che, legate tra di loro,
mettono in luce il difetto di un sistema di una Repubblica che è
ancora definita su una centralità PARLAMENTARE e non PRESIDENZIALE!
Il
primo difetto, quello relativo al doppio ruolo, si mette tutto in evidenza per i
conflitti (che meno sussisterebbero in un presidenzialismo), e che
vengono fuori in un sistema che è ancora bicamerale e dove
Parlamento e Senato della Repubblica esercitano un ruolo
fondamentale: E' una macroscopica anomalia che si riscontra in ogni
momento per via di una logica governativa che finisce col prevalere
sempre su quella parlamentare (soprattutto quando si ritiene di poter
definire le regole di una Costituzione su intimazione di un
governo)..Insomma..quasi si pretendesse di far funzionare
volutamente il sistema parlamentare come il nostro.. in senso
presidenziale..senza che questo sussisti!
Il
secondo difetto rimane legato al primo.. poiché non
si è mai dato corso ad una differenziazione più netta dei ruoli
creando, al contrario, illogici e continui compromessi tra i parlamentari e
l'attività esecutiva del governo: Manca una precisa disciplina sul
conflitto di interesse che dovrebbe affrontare con impegno questo
tema.
Il
terzo difetto rimane
fondamentale per ottenere migliori risultati sui primi due: Si tratta
infatti di disciplinare i Partiti dando loro delle regole più
conformi ed utili oltre ad un riscontro più logico tra cittadini e
parlamentari. Se si intende lavorare in favore di un
funzionamento dei Partiti attraverso regole in senso positivo, la "nomina" di ogni parlamentare potrebbe essere effettuata con equilibrio
ed in base a capacità e predisposizioni...poichè il Partito stesso
potrebbe valutarne l'integrità e le capacità: il Partito può
assumersi una responsabilità quando conosce bene ed a fondo ogni
personalità che intende proporre! Se.. altrimenti.. si lasciano i
Partiti così come attualmente sono, cioè privi di regole precise e
conseguente indisciplina, resta chiaro che le nomine non potrebbero
mai soddisfare se non a beneficio delle più desiderate "preferenze"!
La
scelta su "nominati" o "preferenze" sta tutta nella volontà di volere
dare ordine e disciplina a queste organizzazioni!
Ricordiamoci che, lasciando le cose come stanno, anche le preferenze possono creare dubbi nascondendo personaggi votati non esattamente per le loro capacità, ma per favoritismi o personalità facoltose a discapito dei tanti che potrebbero apportare migliori risultati per capacità, meriti ed inventiva.
Ricordiamoci che, lasciando le cose come stanno, anche le preferenze possono creare dubbi nascondendo personaggi votati non esattamente per le loro capacità, ma per favoritismi o personalità facoltose a discapito dei tanti che potrebbero apportare migliori risultati per capacità, meriti ed inventiva.
Tutto
ciò non fa che rendere il quadro politico assai difettoso e
compromesso, sia che si effettuino o no le riforme di Renzi. Solo se
si mette mano a queste mancanze si potrebbe un domani correre ( per
chi lo desidera) verso un differente sistema politico istituzionale o un presidenzialismo. Stando così le
cose...tutto ciò che si determina sarà sempre compromesso da tali
abnormi anomalie generendo solo caos.
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