di vincenzo cacopardo
A
che vale tener conto di una seppur fievole salita del Pil..quando non vi è
un effettivo equilibrio all'interno della crescita di un Paese?.
Quando questa crescita potrebbe far arricchire solo una parte del Paese ? Quando si continua a non
guardare con attenzione ad una distribuzione più equanime scongiurando che quella forbice tra ricchezza e povertà possa
continuare a crescere?
Oggi
si guardano con estrema attenzione i dati del PIL e si trascurano
quelli delle disuguaglianze: Anche se il nostro Paese dovesse
avere uno scatto di un punto di Pil a favore, non è per nulla detto
che l'intera popolazione ne abbia risultati positivi in modo
equilibrato! Per questo sarebbe utile una politica dedita ad una
migliore ridistribuzione attraverso un preciso studio programmatico
del quale non sembra mai tenersi conto!
E'
vero una crescita (anche in termini di qualche decimale) dovrebbe
aiutare tutti! Ma quando si tirano fuori i dati..si tiene solo
conto di una asettica crescita complessiva..e si trascura un reale
problema di perequazione: E' il risultato di una politica globale
europea che guarda a questi parametri con estrema semplificazione e
superficialità..dimenticando le problematiche economiche e sociali dei differenti
territori. Nella nostra Nazione questo problema è messo più in
evidenza quando si confrontano i dati di crescita del Nord
industrializzato.. con quelli del Sud sempre più carente: Un PIL
che cresce anche se di poco.. può in effetti essere per il 90% (se
non quasi tutto) solo a beneficio di una economia e di un territorio del
Nord.
Si
dirà: se un PIL in una Nazione cresce.. dovrebbe crescere l'intero
Paese.. sebbene tanto ovvio ciò non appare!: Se la politica
economica all'interno nel Paese non è corretta e non distribuisce
investimenti e lavoro in modo opportuno, può crescere un PIL, ma
possono anche continuare a aumentare le disuguaglianze e gli
squilibri! Occorrerebbe..invero.. un piano di sviluppo e di
distribuzione di risorse nell'intero Paese offerte con un preciso
criterio, studiate per circostanze ed opportunità in favore dei
diversi territori. Un piano che non preveda solo uno sviluppo ad
esclusivo beneficio di un generico PIL, ma in giovamento ad un'equa
distribuzione della ricchezza per dare maggiore forza ai differenti
territori ed alle diverse realtà sociali.
Le
nuove politiche centraliste volute dai passati governi ed appoggiate
dall'Europa.. contrastano fortemente con ogni desiderio
federalista in favore dell'economia e dei temi sociali dei singoli
territori: Pur tenendo alti i parametri voluti dalla Comunità e
cercando di far crescere un PIL (che da tanto ormai non pare più crescere) rischiano di allargare ancor di più la forbice..arrecando
maggiori disuguaglianze all'interno del nostro Paese!..
La nostra società moderna necessita di un'equa distribuzione oltre che di un vincolante PIL.
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