11 ott 2016

Il Paese che guarda al PIL e trascura l'equità

di vincenzo cacopardo
A che vale tener conto di una seppur fievole salita del Pil..quando non vi è un effettivo equilibrio all'interno della crescita di un Paese?. Quando questa crescita potrebbe far arricchire solo una parte del Paese ? Quando si continua a non guardare con attenzione ad una distribuzione più equanime scongiurando che quella forbice tra ricchezza e povertà possa continuare a crescere?

Oggi si guardano con estrema attenzione i dati del PIL e si trascurano quelli delle disuguaglianze: Anche se il nostro Paese dovesse avere uno scatto di un punto di Pil a favore, non è per nulla detto che l'intera popolazione ne abbia risultati positivi in modo equilibrato! Per questo sarebbe utile una politica dedita ad una migliore ridistribuzione attraverso un preciso studio programmatico del quale non sembra mai tenersi conto!

E' vero una crescita (anche in termini di qualche decimale) dovrebbe aiutare tutti! Ma quando si tirano fuori i dati..si tiene solo conto di una asettica crescita complessiva..e si trascura un reale problema di perequazione: E' il risultato di una politica globale europea che guarda a questi parametri con estrema semplificazione e superficialità..dimenticando le problematiche economiche e sociali dei differenti territori. Nella nostra Nazione questo problema è messo più in evidenza quando si confrontano i dati di crescita del Nord industrializzato.. con quelli del Sud sempre più carente: Un PIL che cresce anche se di poco.. può in effetti essere per il 90% (se non quasi tutto) solo a beneficio di una economia e di un territorio del Nord.

Si dirà: se un PIL in una Nazione cresce.. dovrebbe crescere l'intero Paese.. sebbene tanto ovvio ciò non appare!: Se la politica economica all'interno nel Paese non è corretta e non distribuisce investimenti e lavoro in modo opportuno, può crescere un PIL, ma possono anche continuare a aumentare le disuguaglianze e gli squilibri! Occorrerebbe..invero.. un piano di sviluppo e di distribuzione di risorse nell'intero Paese offerte con un preciso criterio, studiate per circostanze ed opportunità in favore dei diversi territori. Un piano che non preveda solo uno sviluppo ad esclusivo beneficio di un generico PIL, ma in giovamento ad un'equa distribuzione della ricchezza per dare maggiore forza ai differenti territori ed alle diverse realtà sociali.

Le nuove politiche centraliste volute dai passati governi  ed appoggiate dall'Europa.. contrastano fortemente con ogni desiderio federalista in favore dell'economia e dei temi sociali dei singoli territori: Pur tenendo alti i parametri voluti dalla Comunità e cercando di far crescere un PIL (che da tanto ormai non pare più crescere) rischiano di allargare ancor di più la forbice..arrecando maggiori disuguaglianze all'interno del nostro Paese!..


La nostra società moderna necessita di un'equa distribuzione oltre che di un vincolante PIL.

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