7 ott 2016

LEGGE ELETTORALE: ieri la certezza di una fiducia..oggi l'obbligo dell'incoerenza



Pesano decisamente le continue contraddizioni del Premier!

di vincenzo cacopardo

Non può sfuggire il fatto che in questo Paese si dà una valutazione sulle figure più che sui contenuti: Giornalisti, politologi, analisti che espongono le loro analisi e le conseguenti critiche. Sappiamo ad esempio che in alcuni momenti il direttore del Fatto.. Travaglio, sebbene in ragione di pensieri validi, si espone con un atteggiamento un po' altezzoso nella discussione delle riforme contro i sostenitori del Si..Tuttavia se questo atteggiamento, a lui poco favorevole, potrebbe risultare lecito in ogni discussione di un giornalista che si scalda e si appassiona, non può mai esserlo per un Premier..Insomma...l'arroganza non premia nessuno, ma non può di certo appartenere a chi dovrebbe gestire con garbo un potere esecutivo in qualità di capo del governo!

Fatta questa premessa..la realtà politica odierna ci indica l'impossibilità di poter procedere verso una nuova legge elettorale prima del referendum, proprio per la mancanza necessaria del tempo occorrente. Ma un dato di fatto è sotto gli occhi di tutti: Renzi oltre un anno fa, nella sua fase di cambiamento del sistema aveva proposto una legge elettorale detta ITALICUM edulcorandola con la solita enfasi di chi pensava di poter dare un indispensabile colpo di avvio e di ripartenza ad un impianto istituzionale vecchio che avrebbe dovuto essere reso più funzionale: Era ovvio che la sua legge elettorale, combinata assieme alle riforme costituzionali, avrebbe costituito l'imprigionamento di un sistema che...(malgrado ben simulato in un contesto di democrazia), fingeva di esprimersi secondo regole appropriate. Queste furono le sue parole in propositoSveglieró l'Italia che "per troppo tempo è stata una bella addormentata nel bosco". Avanti anche su Italicum e riforme costituzionali".

Mentre nell'ambiente politico si affermava il bisogno di evitare di porre la fiducia sulla nuova legge elettorale, il premier insisteva nelle sue decisioni..poichè con la nuova legge, nel combinato con le altre riforme costituzionali, si sarebbe determinato un cambiamento di un sistema che spostava l'asse verso un potere condizionato da una comoda governabilità. Ma quello che in tanti si domandavano era se di fatto..si stava costruendo un sistema politico democraticamente positivo o se si stava correndo verso un cambiamento come reazione ad un quadro politico ormai degenerato ed inefficiente. ..insomma: se nella fattispecie si stava o no speculando in una veloce corsa più spicciola e comoda senza alternative . 

Per Maria Elena Boschi restava fondamentale dare una nuova legge elettorale al Paese. La giovane ministra riteneva importante procedere verso una riforma purchè si procedesse: Malgrado la grazia con la quale si esponeva..non era mai riuscita ad entrare e spiegare nel merito il vero fondamento e la logica di queste riforme per le quali si stava procedendo umiliando ogni primario principio democratico. Si insisteva col ritornello che l'Italia aveva bisogno presto di una legge elettorale che fosse nuova e moderna...Parole retoriche se non addirittura ..vuote di un significato.. quando in realtà non vi si entrava mai nel merito chiarendone dettagliatamente i punti ed il senso! Ricordiamoci anche..che questa riforma, come altre, veniva costruita su ricatti di una maggioranza che imponeva continue altre fiducie.

Molti politici oggi sorridono quando si accenna al rischio di una deriva autoritaria. Personalmente non ne guardo questo aspetto, ma mi soffermo sul funzionamento e sull'opportunità di definire tale combinato in relazione a precise anomalie destinate a venir furori ove lo si applicasse ad un sistema che intende ritenersi ancora democratico. In realtà queste regole imposte danno un risultato di un impianto che non potrebbe mai identificarsi con i valori intrinsechi della democrazia. 

Abbandonando ogni critica sulle derive autoritarie..possiamo invece spostarci sulla mole delle tante contraddizioni di un premier e della sua ministra delle riforme che, come soprascritto, hanno continuamente ricamato ogni loro giudizio positivo su una legge elettorale ...ripiegando oggi contrariamente sulla richiesta di nuove proposte offerte dagli altri Partiti: dove è finita la loro determinazione?

QUANDO UN PREMIER COSI' DETERMINATO E SUPPONENTE FA PASSARE UNA LEGGE ELETTORALE CON LA FIDUCIA..E POI DOPO..IN CONSIDERAZIONE DEI SONDAGGI..CHIEDE AL SUO PARTITO ED AGLI ALTRI PARTITI L'IDEA DI NUOVE PROPOSTE PER CAMBIARLA...VUOL DIRE CHE OLTRE A SMENTIRSI. .E' ARRIVATO ALLA FRUTTA!!!

Nessun commento:

Posta un commento