di vincenzo cacopardo
Il
Giornale, in un articolo di Roberto Scafuri..scrive oggi “Se
il Pd intende riscrivere la Costituzione dovrebbe prima dare una
occhiata al Manifesto fondativo, approvato dall'Assemblea
costituente il 16 febbraio 2008. Dove vi è scritto che il nascente
Pd si impegna a non cambiare mai la Costituzione a colpi di
maggioranza”... con in calce anche la firma dell'attuale capo dello Stato Sergio
Mattarella. Sembra che Tale Manifesto venne scritto dopo che la
riforma del centrodestra (la denominata devolution) che dimezzava i
parlamentari e aboliva realmente i poteri del Senato, fu bocciata
alle urne nel referendum del 2006
Se le cose stanno così ..e'
più che chiaro che la riforma Boschi tradisce questo valore
primario e l'impegno firmato poiché ha inteso far passare a colpi di
maggioranza le riforme costituzionali..Il tutto nel silenzio dovuto dal nostro Capo dello Stato.. forse un po' dolente, per il metodo
delle proposte riformiste. Il giornale prosegue riferendosi a pagina
4 del Manifesto, “la Carta scritta nel 1948 resta la fonte di
legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Pd si impegna
perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne
la stabilità e a mettere fine alla stagione delle riforme
costituzionali imposte a colpi di maggioranza» Sappiamo che il
Capo dello Stato non può esprimersi a favore del «Sì» o del «No»,
e che oggi si trova nella imbarazzante posizione di chi sostenne
con forza i principi e..soprattutto i valori che i stessi padri costituenti
vollero fissare.
Ma
il Pd guidato da Matteo Renzi non può di certo nascondere l'evidenza
di questo Manifesto fondativo dove si contestavano tutte quelle
riforme di superamento del bicameralismo perfetto a colpi di
maggioritario. Se per quanto riguarda
il nostro Capo dello Stato..in qualità di “super
partes”..possiamo solo dare valutazioni di taglio politico e non
istituzionale, sperando che le sue garanzie sul
metodo possano un giorno andare a comprendere quella difesa dei
valori di una democrazia...per ciò che riguarda le procedure di attuazione promosse da
Renzi..seppur lecite..rimangono inopportune persino nel merito.
Il
problema di fondo sta nel fatto che non si è provveduto in antecedenza a
porre rimedi ad un male persistente nel nostro ordinamento:
In
un sistema che riteniamo parlamentare si dovrebbe porre l’importante
azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere
ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del
nostro Stato democratico...soprattutto per ciò che riguarda le regole costituzionali.. In proposito il Diritto costituzionale recita “la
mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente
della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel
raccordo Parlamento – Governo”.
Un
raccordo che oggi sembra essere intaccato e desta serie
preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia
costituzionale: i due ruoli non riescono più ad operare in
condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale,
risultano condizionati da un pressante potere partitico che li
sottomette al proprio interesse. La tendenza equilibratrice che si
voleva tramite il raccordo ed affinché a nessuno dei due poteri
potesse essere assegnata una condizionante prevalenza, non sembra
oggi possibile. La centralità del Parlamento non determina più la
sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce
sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente ogni
indispensabile percorso politico parlamentare...Ecco la ragione per
la quale occorrerebbe una riforma che possa concedere alla Presidenza
della Repubblica un ruolo di garanzia più efficace..anche attraverso
una elezione popolare!
ATTENZIONE AL PUNTO SUL QUALE SI EVIDENZIA L'IMPEGNO DEL PARTITO
ATTENZIONE AL PUNTO SUL QUALE SI EVIDENZIA L'IMPEGNO DEL PARTITO
Manifesto dei Valori del Partito Democratico Approvato il 16 febbraio 2008
LEGGERE CON ATTENZIONE
La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi. Il Partito Democratico riconosce i valori che ispirano la Carta costituzionale, unitamente a quelli della Carta dei diritti umani fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, e li assume come princìpi validi per tutti, al di là delle disuguaglianze legate alla nascita, all’educazione, al reddito e alle condizioni individuali. La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercè della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006
LEGGERE CON ATTENZIONE
La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi. Il Partito Democratico riconosce i valori che ispirano la Carta costituzionale, unitamente a quelli della Carta dei diritti umani fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, e li assume come princìpi validi per tutti, al di là delle disuguaglianze legate alla nascita, all’educazione, al reddito e alle condizioni individuali. La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercè della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006
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