17 ott 2016

Quel manifesto che tradisce il PD

di vincenzo cacopardo
Il Giornale, in un articolo di Roberto Scafuri..scrive oggi “Se il Pd intende riscrivere la Costituzione dovrebbe prima dare una occhiata al Manifesto fondativo, approvato dall'Assemblea costituente il 16 febbraio 2008. Dove vi è scritto che il nascente Pd si impegna a non cambiare mai la Costituzione a colpi di maggioranza”... con in calce anche la firma dell'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella. Sembra che Tale Manifesto venne scritto dopo che la riforma del centrodestra (la denominata devolution) che dimezzava i parlamentari e aboliva realmente i poteri del Senato, fu bocciata alle urne nel referendum del 2006
Se le cose stanno così ..e' più che chiaro che la riforma Boschi tradisce questo valore primario e l'impegno firmato poiché ha inteso far passare a colpi di maggioranza le riforme costituzionali..Il tutto nel silenzio dovuto dal nostro Capo dello Stato.. forse un po' dolente, per il metodo delle proposte riformiste. Il giornale prosegue riferendosi a pagina 4 del Manifesto, “la Carta scritta nel 1948 resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Pd si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità e a mettere fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza» Sappiamo che il Capo dello Stato non può esprimersi a favore del «Sì» o del «No», e che oggi si trova nella imbarazzante posizione di chi sostenne con forza i principi e..soprattutto i valori che i stessi padri costituenti vollero fissare.
Ma il Pd guidato da Matteo Renzi non può di certo nascondere l'evidenza di questo Manifesto fondativo dove si contestavano tutte quelle riforme di superamento del bicameralismo perfetto a colpi di maggioritario. Se per quanto riguarda il nostro Capo dello Stato..in qualità di “super partes”..possiamo solo dare valutazioni di taglio politico e non istituzionale, sperando che le sue garanzie sul metodo possano un giorno andare a comprendere quella difesa dei valori di una democrazia...per ciò che riguarda le procedure di attuazione promosse da Renzi..seppur lecite..rimangono inopportune persino nel merito.
Il problema di fondo sta nel fatto che non si è provveduto in antecedenza a porre rimedi ad un male persistente nel nostro ordinamento: In un sistema che riteniamo parlamentare si dovrebbe porre l’importante azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico...soprattutto per ciò che riguarda le regole costituzionali.. In proposito il Diritto costituzionale recita la mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel raccordo Parlamento – Governo”.
Un raccordo che oggi sembra essere intaccato e desta serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia costituzionale: i due ruoli non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse. La tendenza equilibratrice che si voleva tramite il raccordo ed affinché a nessuno dei due poteri potesse essere assegnata una condizionante prevalenza, non sembra oggi possibile. La centralità del Parlamento non determina più la sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente ogni indispensabile percorso politico parlamentare...Ecco la ragione per la quale occorrerebbe una riforma che possa concedere alla Presidenza della Repubblica un ruolo di garanzia più efficace..anche attraverso una elezione popolare!

ATTENZIONE AL PUNTO SUL QUALE SI EVIDENZIA L'IMPEGNO DEL PARTITO
Manifesto dei Valori del Partito Democratico Approvato il 16 febbraio 2008
LEGGERE CON ATTENZIONE
La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi. Il Partito Democratico riconosce i valori che ispirano la Carta costituzionale, unitamente a quelli della Carta dei diritti umani fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, e li assume come princìpi validi per tutti, al di là delle disuguaglianze legate alla nascita, all’educazione, al reddito e alle condizioni individuali. La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercè della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006







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