di vincenzo cacopardo
Ha ragione il professore Montanari quando in un acceso dibattito sul referendum afferma che la nuova riforma tende a rafforzare i Partiti tradizionali accentrando troppo i poteri su un governo!
D'altronde in questo Forum mi sono espresso già da tempo abbondantemente in proposito parlando di oligarchia dei Partiti ..e meno.. di deriva autoritaria.
Quando
si cerca di cambiare il Titolo V° con la precisa intenzione di
accentrare i poteri (contraddicendo il principio fondamentale
dell'articolo 5 della prima parte della Costituzione che invita al
decentramento) lo si fa ritenendo che, con le nomine dei
consiglieri ed i sindaci.. ogni regione possa conservare una sorta
privilegio strategico di territorialità. Insomma..da un lato si
tende ad accentrare attraverso una clausola di supremazia..e, nel
contempo, si fanno apparire le nomine dei consiglieri e dei sindaci
come di interesse regionalistico..Quando invece non potranno che
essere proprio i Partiti a dirigere le operazioni per le nomine.
La
riforma del Titolo V°.. oltre ad andare contro ogni forma
federalista, rende più forza ai Partiti di governo. Ma saranno solo
quelli più forti a dirigere le nomine.. poiché, col combinato della
legge elettorale, i piccoli Partiti conteranno meno che niente.
Il
nocciolo della questione sta proprio sui Partiti!
Sono
i Partiti che andrebbero riformati e regolati prima di ogni riforma
che tende a stravolgere un Senato della Repubblica!
Invece
di far fronte in fase di principio ad una seria riforma per renderli
più funzionali alla cittadinanza, con questa riforma..si lasciano
come sono dandogli anche una forza maggiore. In tal modo il nostro
sistema democratico resta più sottomesso ad una preponderante loro oligarchia. L'art 49 della Costituzione andrebbe di sicuro
disciplinato e regolato rendendo maggiore chiarezza alla loro
funzione, poiché è quello sul quale si costruisce tutto
l'ordinamento della politica!
Questa
riforma non fa che spaccare il Paese..spacca persino il partito di
maggioranza...Pone acredine nella nostra società messa in evidenza
da stupidi continui pettegolezzi sui social.. Divide la Nazione
invece di tenerla unita verso il suo bene ed il bene di una
democrazia. Una condizione voluta da un premier saccente che, per
ambizione e supponenza, continua a brandirla come una spada. Un'arma
che sembra tagliare con furbizia un nodo.. perchè non si è stati in
grado di scioglierlo!
Un premier in pieno conflitto di
interessi poiché riveste due ruoli in uno scenario politico assai
particolare in cui si vota un delicato referendum della Carta
fondante del Paese!
Vincenzo questa riforma non rafforza solo i partiti ma "invigorisce" i poteri del Presidente del Consiglio che diverrebbe quasi padrone assoluto del potere legislativo. Renzi & Company dovrebbero studiare un pochetto di più storia delle dottrine politiche scoprirebbero che prima che ad Atene la democrazia diretta si è sviluppata a Roma. Il sistema politico Romano prevedeva un Senato costituito da anziani magistrati, vale a dire da persone che avevano ricoperto cariche elettive in ruoli esecutivi (consoli, pretori, edili, questori, tribuni, ecc.). Il Senato non poteva però, da solo, promulgare leggi. Poteva discuterle ed approvarle al suo interno per poi demandarle al voto dei "Comizi".
RispondiEliminaOra, se vincono i sì tutto questo svanirà e torneremo a prima di Atene insomma speriamo bene!!! Gianluca (il marito di Gaia e il papà di Margherita).
Sono D'accordo con te e condivido..e se..come dicono..non si rinforzano i poteri del Premier..si diminuiscono sicuramente quelli del Parlamento!
RispondiEliminaIl chè equivale a sostenere lo stesso risultato!
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RispondiEliminaAppunto......oltretutto con la
RispondiEliminaVigente legge elettorale i deputati non sono espressione degli elettori ma dei partiti da cui poi viene fuori il primo ministro per cui credo che sul potere al presidente del consiglio con questa riforma non ci sono dubbi.