di vincenzo cacopardo
Da
tempo si discute su un effettivo problema di governabilità stabile..governabilità che..in realta' si pone spesso contrapposta ad un bisogno dinamico di un'
attività parlamentare e ciò tocca lo scopo ed il lavoro di un Parlamento... Lavoro che dovrebbe lasciarsi
libero ed in dialogo costante. La limitazione di un percorso di utile
democrazia viene quindi bloccato da questo contrasto che, a detta di
tanti , dovrebbe imporre l'uso di quella che hanno sempre individuato come una “democrazia stabile” o “decidente”: Un termine comodo, a dir poco
astruso..che suona quasi come un ossimoro: La democrazia è democrazia..non si può imporre stabile, ma costruire solida alla base affinchè si renda robusta ogni governabilità.
Le figure, le decisioni e la validità dei progetti le deve suggerire il popolo, onde evitare che si rivolti. L'opera dei Partiti..invece.. dovrebbe funzionare in rapporto con i cittadini e dovrebbe successivamente affinare e determinare le normative utili alle scelte .
Questo discorda e non va esattamente in favore di qualunque Premier
che insiste ripetutamente parlando di cambiamento..finendo poi con lo schiacciare ogni valore democratico. Sembra.. infatti.. che si corra
con estrema semplificazione verso una “stabilità governativa”
reprimendo ogni principio dell' azione parlamentare che rappresenta la base
dell'ordinamento politico di una Repubblica che si dichiara ancora democratica!
Se da
un lato si pretende una democrazia parlamentare... dall'altro si cerca
di bloccare il suo percorso dinamico nella ricerca di quella che oggi ignobilmente viene appellata come una “democrazia decidente”La
strada per ovviare a ciò..trattandosi di due azioni differenti ..non
può essere quella di metterle in contrasto, ma di separarne ruoli e funzioni per sortire un utile fine: Una visione di ruoli
nettamente divisa ed in equilibrio.. in modo da diminuire i
continui conflitti ed assecondarne un unico fine positivo.
Lo
studio di una ricerca in tal senso dovrebbe essere proiettato verso una
visione innovativa. Ad esempio:
-La
nomina di un presidente della Repubblica diretta dal popolo..con gli
stessi poteri odierni, ma un significativo impegno sulla garanzia
delle elezioni e della Costituzione.
- Occorre un programma votato dai cittadini le cui linee devono essere dettate dal basso e discusse in Parlamento
- Nella ricerca potrebbero identificarsi due votazioni (amministrative di governo-
parlamentari) in modo da offrire al Parlamento il ruolo di dialogo
per la formazione delle leggi.. separato nettamente da quello
di un esecutivo che non potrebbe intervenire.
-
Due votazioni per le differenti capacità dove il ruolo
parlamentare risulti più libero e dinamico suggerito dal Partito.. e quello amministrativo
votato solo sulle capacità della figura per curriculum e meriti.
-
Occorre un esecutivo che si limiti ad eseguire, non condizionando un
Parlamento la cui dinamica sulla definizione del programma cittadino
è fondamentale.
-
Occorre in primis un cambiamento dell'art 49 per dare corpo,
significato e funzione ai Partiti che devono comporre e studiare il
programma con i cittadini.
Insomma
..sarebbe necessario ricercare con ordine un cambiamento
dell'ordinamento politico ed istituzionale attraverso una logica innovativa che
determini un mezzo forte per un utile fine governativo...senza imporlo. Sappiamo bene che non risulta facile, ma ci accorgiamo anche che non ci si adopera in alcun modo a tale scopo! Quando
oggi si insiste affermando che non ci possono essere alternative al
nostro sistema se non scopiazzando quelli delle altre Nazioni
occidentali, si commette un errore enorme..ma lo si commette perchè
si rimane fissati su una “forma mentis”
bloccata oltre la quale non si riesce a vedere al di là.
Non
si vede o non si vuole vedere?
Sta di fatto che si commette un errore
sostanziale proprio per il fatto che un politico deve costantemente saper guardare
oltre ed in lungimiranza!
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