In
ogni modo di esercitare la politica si evidenziano pregi e difetti.
Oggi il Movimento 5Stelle sfonda, ma appare bloccato da un difetto di
metodo organizzativo che ne potrebbe frenare l'aspetto qualitativo
ponendo seri dubbi da parte di un più consistente potenziale elettorato.
di vincenzo cacopardo
L'intervista
ad Alessandro Di Battista proposta da Floris a di Martedì ha messo in
luce il giovane deputato del Movimento 5 stelle, sia per la sua
coerenza.. che per la particolare passione con la quale discute sui
temi della politica.. non tirandosi indietro dalle responsabilità e
dai possibili errori che il suo Movimento a volte commette.
Quello
che ho sempre messo in risalto di questo Movimento è il fatto che
oggi.. questa rimane l'unica organizzazione capace di rompere il
muro granitico di una vecchia forma mentis connaturata con un modo di interpretare la politica per nulla coerente con una società
alla quale serve riordinamento istituzionale, riforme utili,
prevenzione ed equità sociale.
Se
per cambiare bisogna far uso di una politica di palazzo, non v'è
dubbio che l'unica forza capace di poterlo fare sia proprio quella
del Movimento 5Stelle.. ormai dentro al Parlamento da qualche anno. L'attività dei 5Stelle viene costantemente smontata dai vecchi Partiti col pretesto che il
giovane Movimento rappresenta soltanto incapacità ed
approssimazione. Ma sono ormai affermazioni retoriche alle quali si può
facilmente rispondere con la perseverante messa in prova degli
storici Partiti che continuano a non dimostrare nulla
di meglio.
Ritornando a Di Battista ed alla sua intervista, malgrado il ragazzo
appaia oltre che stimabile, garbato, brillante, abbastanza preparato
e pronto nelle risposte, ciò che continua a porre dubbi ad una buona parte della popolazione è proprio
l'organizzazione interna del suo Movimento.. e cioè il metodo con il
quale si propongono le loro figure parlamentari ed amministrative.
Quando il giovane deputato pentastellato risponde alla domanda di
Floris circa il metodo della elezione attraverso il computer (definita
dallo stesso come una forma di democrazia partecipata) non possono
che sopravvenire seri dubbi. Se poi.. lo stesso deputato spiega che
questo rimane un metodo per evitare sprechi e sovvenzionamenti per i
Partiti, i dubbi sorgono più fondati.
Di Battista ritiene che la
politica debba procedere senza la forza di finanziamenti pubblici e
che il sistema dei computers per le nomine dei candidati possa
risolvere questo problema, ma non pone alcun dubbio su quanto la
politica oggi necessiti di un dialogo preliminare.. proprio perchè non
può esistere una politica priva di riflessione e di scambio di idee... quindi di qualità..Non per soddisfare un elementare
desiderio di risparmio!
In
sostanza il metodo dei Cinquestelle continua a mettere in secondo
piano una prerogativa qualitativa di cui proprio oggi la politica e
la sua stessa organizzazione necessita. La nomina dei candidati per
figure come sindaci o Parlamentari pare essere presa in
considerazione solo in forza di un tasto sul computer.. senza in realtà
conoscere a fondo la qualità di chi poi viene eletto...insomma un
metodo poco chiaro che spesso.. dopo la investitura.. mette in risalto le eventuali manchevolezze di chi viene nominato.
Se
il bravo Di Battista ed il suo gruppo non percepiscono questa
manchevolezza e la pongono, al contrario, come una utile prerogativa,
nel futuro non si potrà che assistere ad ulteriori incertezze sulle
scelte dei personaggi. L'incontro visivo, il dialogo, lo scambio di
idee, pur nella fondamentale ed univoca direzione di un programma,
non può che fornire qualità e pregio ad una organizzazione politica
che oggi dovrebbe, non solo rompere col passato, ma costruire un futuro qualitativamente migliore.
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