"Il ragazzo toscano che ha spaccato il Paese..si avvia a spaccare un Partito che sembra essergli servito solo come proscenio per la sua spettacolare ambizione...alla quale tanti si sono inchinati per interesse personale o per mancanza di intuito politico."
di vincenzo cacopardo
Non
è proprio una minaccia quella di Bersani contro Renzi, ma un altro
monito a guardare con meno arroganza e presunzione all'interno del
proprio Partito dove giorno per giorno si vanno accumulando divisioni
che potrebbero penalizzarlo definitivamente. Oltre alla sua distanza
dall'ex Premier (ormai nota da tempo) vi è quella di D'Alema e di
Emiliano.. e potrebbero venirne altre se Renzi continuerà a forzare
col suo abituale determinismo...mai messo a tacere.. neanche dopo la
profonda sconfitta sul referendum..
Anche
se non obbligato dallo Statuto, Renzi sembra rifiutarsi di dare avvio
al Congresso, evitando volutamente un dibattito ed una qualunque
altra forma di confronto che, al contrario, sarebbe opportuno aprire
per dare voce ed un giusto senso alla sconfitta di un referendum che ha
creato un vero terremoto all'interno del PD. Sono sempre più coloro
che pensano che occorre uno scambio necessario al fine di rendere
forza ad una strada più coesa e compatta all'interno dello stesso partito.
La
strada che oggi si oppone all'ex premier fiorentino è quella che
appare riformarsi in una leadership degli ex ulivisti democratici e
pluralisti(come intendono definirsi). Per loro serve un cambio di
rotta per evitare un disastro peggiore alle prossime elezioni. Loro
desiderano una discussione all'interno e per questo vorrebbero una
anticipazione del Congresso ed un posticipo sulle nuove elezioni: Si deve discutere anche di legge
elettorale... e per questo occorre trovare una strada uniforme e
condivisa. La
mossa odierna di Renzi è invece quella un po' ambigua di chi non
esclude.. ne promette nulla!. Restando fermo in una posizione che
lascia un po' attoniti e disarmati i suoi stessi fedeli che prima o
dopo salteranno giù da un carro che sembra scricchiolare.
Insomma
se Renzi crede che andando ad elezioni col Partito in questo stato
riesca a racimolare il 40%, rimarrà deluso come lo è stato per il
referendum costituzionale! Ma quello che veramente resta
incomprensibile è il continuo atteggiamento di presunzione che gli
ha già arrecato danno e che, perseverando, non promette nulla di buono circa una
riconciliazione all'interno del Partito ormai spaccato.
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