1 feb 2017

PD: La lotta interna per il Congresso

"Il ragazzo toscano che ha spaccato il Paese..si avvia a spaccare un Partito che sembra essergli servito solo come proscenio per la sua spettacolare ambizione...alla quale tanti si sono inchinati per interesse personale o per mancanza di intuito politico." 

di vincenzo cacopardo 

Non è proprio una minaccia quella di Bersani contro Renzi, ma un altro monito a guardare con meno arroganza e presunzione all'interno del proprio Partito dove giorno per giorno si vanno accumulando divisioni che potrebbero penalizzarlo definitivamente. Oltre alla sua distanza dall'ex Premier (ormai nota da tempo) vi è quella di D'Alema e di Emiliano.. e potrebbero venirne altre se Renzi continuerà a forzare col suo abituale determinismo...mai messo a tacere.. neanche dopo la profonda sconfitta sul referendum..

Anche se non obbligato dallo Statuto, Renzi sembra rifiutarsi di dare avvio al Congresso, evitando volutamente un dibattito ed una qualunque altra forma di confronto che, al contrario, sarebbe opportuno aprire per dare voce ed un giusto senso alla sconfitta di un referendum che ha creato un vero terremoto all'interno del PD. Sono sempre più coloro che pensano che occorre uno scambio necessario al fine di rendere forza ad una strada più coesa e compatta all'interno dello stesso partito.

La strada che oggi si oppone all'ex premier fiorentino è quella che appare riformarsi in una leadership degli ex ulivisti democratici e pluralisti(come intendono definirsi). Per loro serve un cambio di rotta per evitare un disastro peggiore alle prossime elezioni. Loro desiderano una discussione all'interno e per questo vorrebbero una anticipazione del Congresso ed un posticipo sulle nuove elezioni: Si deve discutere anche di legge elettorale... e per questo occorre trovare una strada uniforme e condivisa. La mossa odierna di Renzi è invece quella un po' ambigua di chi non esclude.. ne promette nulla!. Restando fermo in una posizione che lascia un po' attoniti e disarmati i suoi stessi fedeli che prima o dopo salteranno giù da un carro che sembra scricchiolare.

Insomma se Renzi crede che andando ad elezioni col Partito in questo stato riesca a racimolare il 40%, rimarrà deluso come lo è stato per il referendum costituzionale! Ma quello che veramente resta incomprensibile è il continuo atteggiamento di presunzione che gli ha già arrecato danno e che, perseverando, non promette nulla di buono circa una riconciliazione all'interno del Partito ormai spaccato.


  

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