“Il fallimento del sistema maggioritario a favore di quello proporzionale
non deve vedersi come un a sconfitta, ma.. al contrario.. come la
naturale rivincita di una politica che si apre e che si arricchisce
di quel dinamismo di cui necessita.”
Una
nuova legge elettorale dovrebbe ormai prevedere la coalizione tra
i Partiti che.. a questo punto.. sembrano sempre più frantumati sia a destra
che a sinistra. Una legge che, però, avrà bisogno di essere sostenuta
attraverso ulteriori riforme (tra cui una quella primaria per disciplinare i Partiti).
Non
c'è da farne un dramma! Come usano fare i soloni e gli analisti
della politica odierna: Sono i tanti che temono che la frammentazione
dei grandi Partiti possa essere negativa e ciò perchè non mette in
sicurezza la stabilità governativa. Ma se la governabilità è un
fine che appartiene al sistema di democrazia di un popolo, è proprio
per questo che andrebbe protetta nel suo utile percorso: Dovrebbe essere giusto poterla ricercare attraverso una base più
aperta ed un dialogo più allargato potendosi ricercare diversificando i ruoli(nel senso di un
esecutivo che esegua), ma il programma politico deve indicarlo una
base costruita attraverso un dialogo dinamico con i Partiti e
se questi.. per formare una maggioranza..dovessero essere quattro o
cinque.. come fu col pentapartito di una volta, ciò non potrà che
aiutare lo scambio ed il percorso stesso della politica. Cosa che al
contrario il maggioritario ha sempre teso a soffocare...ponendo una
serie di contraddizioni e conflitti all'interno.
Oggi
il percorso della politica è totalmente bloccato da una visione
realistica e pragmatica che non permette una diversa visione: Una
forma mentis che pare non offrire spiragli alla logica di tanti
politici e politologi che partono dall'assoluto principio di
governabilità stabile (che ormai costituisce quasi un complesso..) per
scendere poi verso il basso. Ciò impedisce ogni altra visione più
libera verso le nuove idee.
Abbiamo
avuto ampia prova
di come in questi anni si è persa la strada verso le idee e ciò è
stato dovuto proprio al fatto che si è teso a chiudere ..anzi a
racchiudere il pensiero di tanti in due antitetiche posizioni.
Abbiamo
assistito a scontri politici riformisti basati su scelte che non
hanno promosso idee veramente innovative e sembra che, per la nuova
tendenza alla semplificazione, si sia voluto metaforicamente tagliare
il nodo del problema per non scioglierlo. Per far ciò, si è fatto
riferimento e ci si è accostati ai processi politici evoluti delle
altre Nazioni prendendo ad esempio solo i loro sistemi.
Bisognerebbe,
anche se non risulta facile, trovare un modello innovativo nostro che
possa garantire libere scelte democratiche e contemporaneamente
un’appagante stabilità governativa, ma è anche vero che oggi non
si fa nessuno sforzo per trovare una soluzione ottimale in questa
direzione proprio perché si è bloccati da una visione non adeguata
ai tempi. Una visione meno congenita e fin troppo esterofila, che ne
frena in modo anche pretestuoso l’innovazione. Si potrebbe
azzardare che sarebbe preferibile vedere più Partiti in Parlamento
per garantire una migliore espressione di vera democrazia. Ben altro
rimane un concetto di stabilità governativa che potrebbe essere
ricercato ed espresso differentemente in ruolo distinto.
Nel
nostro Paese si è sempre creduto di poter avviare processi più
funzionali, ma con la nuova formula bipolare si è continuato a
costruire governi frutto della fusione di alcune forze politiche che,
nel momento o per opportunità, si sono accorpati dando forza ad una
maggioranza quasi inventata. Un
sistema sempre più compromesso da logiche posizioni di convenienza
ed illogiche posizioni di convivenza.
Che ben venga quindi un proporzionale! Un sistema che avrà comunque bisogno di essere accompagnato da riforme adeguate
..altrimenti crollerà proprio per volontà dei tanti che oggi non
hanno convenienza a tenerlo in piedi.
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