23 feb 2017

Il proporzionale e la dinamica politica parlamentare.


di vincenzo cacopardo

“Il fallimento del sistema maggioritario a favore di quello proporzionale non deve vedersi come un a sconfitta, ma.. al contrario.. come la naturale rivincita di una politica che si apre e che si arricchisce di quel dinamismo di cui necessita.”

Una nuova legge elettorale dovrebbe ormai prevedere la coalizione tra i Partiti che.. a questo punto.. sembrano sempre più frantumati sia a destra che a sinistra. Una legge che, però, avrà bisogno di essere sostenuta attraverso ulteriori riforme (tra cui una quella primaria per disciplinare i Partiti).

Non c'è da farne un dramma! Come usano fare i soloni e gli analisti della politica odierna: Sono i tanti che temono che la frammentazione dei grandi Partiti possa essere negativa e ciò perchè non mette in sicurezza la stabilità governativa. Ma se la governabilità è un fine che appartiene al sistema di democrazia di un popolo, è proprio per questo che andrebbe protetta nel suo utile percorso: Dovrebbe essere giusto poterla ricercare attraverso una base più aperta ed un dialogo più allargato potendosi ricercare diversificando i ruoli(nel senso di un esecutivo che esegua), ma il programma politico deve indicarlo una base costruita attraverso un dialogo dinamico con i Partiti e se questi.. per formare una maggioranza..dovessero essere quattro o cinque.. come fu col pentapartito di una volta, ciò non potrà che aiutare lo scambio ed il percorso stesso della politica. Cosa che al contrario il maggioritario ha sempre teso a soffocare...ponendo una serie di contraddizioni e conflitti all'interno.

Oggi il percorso della politica è totalmente bloccato da una visione realistica e pragmatica che non permette una diversa visione: Una forma mentis che pare non offrire spiragli alla logica di tanti politici e politologi che partono dall'assoluto principio di governabilità stabile (che ormai costituisce quasi un complesso..) per scendere poi verso il basso. Ciò impedisce ogni altra visione più libera verso le nuove idee.

Abbiamo avuto ampia prova di come in questi anni si è persa la strada verso le idee e ciò è stato dovuto proprio al fatto che si è teso a chiudere ..anzi a racchiudere il pensiero di tanti in due antitetiche posizioni. Abbiamo assistito a scontri politici riformisti basati su scelte che non hanno promosso idee veramente innovative e sembra che, per la nuova tendenza alla semplificazione, si sia voluto metaforicamente tagliare il nodo del problema per non scioglierlo. Per far ciò, si è fatto riferimento e ci si è accostati ai processi politici evoluti delle altre Nazioni prendendo ad esempio solo i loro sistemi.

Bisognerebbe, anche se non risulta facile, trovare un modello innovativo nostro che possa garantire libere scelte democratiche e contemporaneamente un’appagante stabilità governativa, ma è anche vero che oggi non si fa nessuno sforzo per trovare una soluzione ottimale in questa direzione proprio perché si è bloccati da una visione non adeguata ai tempi. Una visione meno congenita e fin troppo esterofila, che ne frena in modo anche pretestuoso l’innovazione. Si potrebbe azzardare che sarebbe preferibile vedere più Partiti in Parlamento per garantire una migliore espressione di vera democrazia. Ben altro rimane un concetto di stabilità governativa che potrebbe essere ricercato ed espresso differentemente in ruolo distinto.

Nel nostro Paese si è sempre creduto di poter avviare processi più funzionali, ma con la nuova formula bipolare si è continuato a costruire governi frutto della fusione di alcune forze politiche che, nel momento o per opportunità, si sono accorpati dando forza ad una maggioranza quasi inventata. Un sistema sempre più compromesso da logiche posizioni di convenienza ed illogiche posizioni di convivenza.

Che ben venga quindi un proporzionale! Un sistema che avrà comunque bisogno di essere accompagnato da riforme adeguate ..altrimenti crollerà proprio per volontà dei tanti che oggi non hanno convenienza a tenerlo in piedi.


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