Non
è proprio in dubbio la possibilità di “integrazione” quanto la volontà di
saper "interagire" in modo positivo
di vincenzo cacopardo
L'argomento
del giorno pare essere questo! Anche perchè il dibattito, ormai
incandescente, potrebbe non risolvere in pieno una questione delicata
sulla quale incide ormai la nota problematica dell'integrazione.
Il
quesito rimane costruito sul principio di un diritto che vorrebbe
essere riconosciuto ad una buona parte dei cittadini stranieri ormai
da tempo nel nostro paese. Tuttavia il dibattito nasconde aspetti
variegati sui quali la politica discute giorno per giorno per un
riscontro con una soluzione che possa soddisfare una società come la
nostra dove non è proprio in dubbio una integrazione quanto la
volontà di saper interagire da ambedue le parti in modo positivo.
Molti
immigrati..originari di altri Paesi..con
le norme oggi ancora in vigore, si sentono ormai
cittadini Italiani salvo
poi lamentarsi per essere rimasti privi dei fondamentali diritti
politici...Ma cosa
è lo Ius soli?
Ius
soli (In
latino«diritto del suolo») è un'espressione giuridica che indica
l'acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza
del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio..
indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Un'interpretazione
indiretta dello ius
soli è
quella che permette al cittadino straniero nato in Italia.. che vi
abbia mantenuto la residenza dalla nascita, la facoltà... al
raggiungimento della maggiore età... di chiedere e ottenere, anche
senza le condizioni normalmente richieste, la cittadinanza italiana;
tale facoltà però può essere utilizzata solo entro un anno dal
raggiungimento della maggiore età, termine dopo il quale la
cittadinanza è ottenibile solo tramite le norme ordinarie.
In
quasi
tutti i paesi del continente americano si applica lo ius
soli in
modo automatico e senza condizioni. Alcuni Paesi europei concedono
altresì la cittadinanza per ius
soli
sebbene condizionata...in applicazione delle norme che mirano a
scongiurare la apolidia
(condizione dei soggetti privi di qualunque cittadinanza)
.
In Italia lo ius
soli trova
applicazione in circostanze eccezionali. Esso si applica, come norma
residuale, in due casi: Per nascita sul territorio italiano da
genitori ignoti o apolidi impossibilitati a trasmettere al soggetto
la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza,
oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel
territorio italiano.
Al
di là di come nei prossimi giorni sarà definita questa complessa
normativa, la domanda che dovremmo porci è se qualunque nuova legge
possa o no favorire una integrazione in mancanza di una vera volontà
di saper interagire:
Se
per un adolescente.. la cittadinanza deriva dalla somma fra la
nascita in Italia e la richiesta del genitore con carta di soggiorno
..e se, non essendo nato nel nostro Paese, deve porsi una conclusione
positiva dimostrando beneficio in un corso di istruzione
secondaria...
Insomma..dovremmo domandarci
se la cittadinanza ha un vero scopo di integrazione o se per caso non
sia primaria un'azione di interazione costruttiva basata su altro!
La
base del nostro ordinamento segue principi di cautela e gradualità.
Il migrante che entra in Italia in modo regolare ottiene un permesso
di soggiorno con durata temporanea, non superiore ai due anni. Alla
scadenza vi sarà il rinnovo; dopo cinque anni di presenza regolare
otterrà la carta di soggiorno, che in realtà non sono che le
caratteristiche di una permanenza; infine..dopo dieci anni si ha
anche diritto per chiedere la cittadinanza. Ma cosa succede nel
frattempo? Costui avrà di certo raggiunto un radicamento nel
territorio..una conoscenza della lingua e delle nostre regole
sociali...oltre che dei principi e delle leggi? Possiamo davvero
essere sicuri che abbia costruito una integrazione piena se non avrà
interagito positivamente col popolo nel quale si è inserito?
Nonostante
l'importanza di una legge da definire bene nei suoi contorni... credo
che in qualunque società sia fondamentale saper interagire
positivamente anche in base alla cultura che accompagna la gente che
intende integrarsi con quella della società con cui ci si vuole legare. Quindi sarebbe anche logico apprestare normative
che spingano verso un modo di interagire positivo. Lo scambio sociale
rimane prioritario..ed una legge in proposito potrà essere positiva
se affrontata con metodo e non basata su principi assoluti. Una legge
che non può non essere accompagnata da un concetto di reciprocità
più completo e profondo.
Nessun commento:
Posta un commento