Quella
difficile sintesi governativa che potrebbe compromettere un
cambiamento
di
vincenzo cacopardo
A
quasi un mese dal disastro del viadotto Morandi di Genova...ennesima
disgrazia dovuta alla completa assenza di prevenzione da parte del
nostro Stato..ci accorgiamo di quanto difficile sia l'opera di
affinità in seno al nuovo governo. Da una parte in seno allo stesso
Movimento che fa capo a DiMaio si riscontrano chiare discrepanze
sulla questione delle concessioni:La via della
nazionalizzazione non appare chiara.
Dall'altra parte anche la Lega non sembra ben convinta sulla
procedura di assegnare allo Stato la gestione di Autostrade.
Anche
sulla immigrazione le distanze non riescono a colmarsi: Se da una
parte il Movimento 5Stelle sembra cedere ed optare per non
interrompere gli sbarchi nei porti, ma di operare misure studiate in
collaborazione con la comunità europea ai fini di fermare il
traffico nel paese africano, la linea della Lega di Salvini, in parte
condivisa, pare essere più drastica e decisa ed ostile verso
l'unione europea. Se poi andiamo sulle pensioni la distanza sembra
sempre più allargarsi. Dovremo poi aspettare le prossime linee di
programma per accorgerci di come le cose potrebbero mettersi sul
conflitto d'interessi.
Sarebbe
forse augurabile un nuovo ministero sulla “Prevenzione”..poichè
ognuno di questi argomenti resta in relazione con essa: La
immigrazione, i continui disastri sui territori, i viadotti che
crollano, i continui conflitti d'interesse..la cultura..l'istruzione..e tanto altro si
sarebbero dovuti affrontare con precauzione e con lungimiranza già
da tempo, prevedendo opportune azioni preventive studiate con
competenza. Nazionalizzare con la supervisione di un Ministero di
controllo sulla prevenzione potrebbe forse funzionare, ma è più che
chiaro che questa logica dovrebbe trovare un punto d'incontro in un
governo più coeso e deciso per procedere coerentemente unito sul metodo.
Qualcuno
afferma che in questa unione di governo sia stato necessario mettere
per iscritto i punti del programma proprio perchè in alcuni di
questi non si era d'accordo: Punti del programma che sono rimasti
indecisi e quindi non definiti. Ma sarebbe stato necessario
affrontarli per trovare una utile sintesi ancor prima del passaggio
in Parlamento. La inquietudine di chi ha votato per un cambiamento
rimane proprio questa e cioè: Fino a che punto queste differenze
potranno riuscire a colmarsi per raggiungere e trovare quel giusto e
positivo compendio? Certo è che se entro un semestre la situazione
politica governativa non vedrà un esito soddisfacente...potrebbe
compromettere l'indole e la disposizione dei tanti che hanno voluto
la formazione del governo stesso. E' forse il presidente Conte che a
questo punto dovrebbe prendere in mano la situzione per saturare
definitivamente queste discrepanze?
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