14 nov 2018

DEMOCRAZIE DIRETTE E STORTURE DEMOCRATICHE





A che vale avere dei rappresentanti del popolo in un'Aula o in una commissione parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un potere esecutivo o da un Partito che impone di votare in un determinato modo pena l'espulsione? E' una via troppo comoda che non ha alcun legame con i sani principi democratici.!
di vincenzo cacopardo

Ciò che è avvenuto in questi giorni nella commissione Ambiente di Palazzo Madama per via di un emendamento di Forza Italia al decreto di Urgenza (emendamento passato per via dei voti dell'ex capitano De Falco e la Nugnes), secondo la prassi ed i principi del Movimento pentastellato, potrebbe avere pesanti conseguenze con la esplusione dei due rappresentanti dal gruppo del Senato. Secondo le ultime notizie la Nugnes verrà sospesa e DeFalco espulso.

Ma il dissenso entra quasi naturalmente in una logica di democrazia parlamentare. Se lo vuoi arginare devi discutere con la stessa base elettorale preventivamente...evitando di offrire seggi a chi non sai bene come la pensi . Inoltre è più che chiaro che si può essere d'accordo con un programma di massima e poi apportare modifiche successivamente in fase di definizione..senza per questo stravolgere l'essenza vera delle riforme. E' proprio questo il lavoro di un parlamentare..altrimenti resterebbe un pupo manovrato che non offre alcuna idea per lo sviluppo positivo ed il possibile miglioramento delle stesse regole e di cui se ne potrebbe fare a meno.

Una cosa è certa: Se i rappresentanti nel parlamento del Movimento si scambiassero nel dialogo conoscendosi prima in profondità e con maggior chiarezza.. questi equivoci si potrebbero in parte oltrepassare. O meglio: se si intendessero bene ancora prima di essere eletti, si potrebbe maggiormente comprendere il loro pensiero politico.
Quest'ultima vicenda è la prova provata di come quei principi della democrazia diretta del Movimento, pur rispettabili come fine, non si potranno mai raccordare, né conciliare con i principi sostanziali di una democrazia parlamentare. A che vale..infatti.. avere dei rappresentanti del popolo in un'Aula o in una commissione parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un potere esecutivo o da un Partito che impone di votare in un determinato modo pena l'esplusione? E' una via troppo comoda che non ha alcun legame con i sani principi democratici.!

Qualcuno come Casaleggio afferma persino che il Parlamento non dovrebbe esistere, dando così ragione a chi definisce questa sua logica come autoritaria e destabilizzante contro i principi di qualunque democrazia rappresentativa.
In certi casi.. come questo appena avvenuto... il Movimento si sarebbe dovuto chiarire con i suoi rappresentanti attraverso uno scambio verbale ante voto della commissione. Invece pare che tutto arrivi dall'alto come  ordine .. come sembra sia avvenuto nel passato persino con altri governi.
Dov'è allora questo cambiamento? Dov'è questa metamorfosi tanto declamata che mette il popolo ed il suo consenso proveniente dal basso in prima linea?. Può mai diventare il parlamentare una marionetta da manovrare a beneficio di un Partito al governo senza che questi abbia un minimo di personale riflessione sugli argomenti da trattare? Dov'è finito il principio fondamentale che divide in modo accurato e funzionale i poteri dello Stato?

E qui ritorniamo all'articolo 67 della Costituzione che oggi sembra essere di grande attualità poichè... comunque la si pensi..pare essere stato introdotto con grande lungimiranza dai padri costituenti.
Sappiamo bene che in un sistema proporzionale come quello esistente, (a differenza di quello maggioritario tendente a determinare due contrapposte forze bipolari), vi sono ovvi motivi perchè si possano definire spostamenti di pensiero di un parlamentare per lo più attento al proprio pensiero ed alle esigenze del proprio elettorato territoriale, il quale lungo il percorso del dibattito parlamentare... potrebbe trovarsi meno d'accordo su determinati temi pur perseguendo un'azione globale di cambiamento politico voluta dal suo stesso Partito.
Rimane evidente che in un sistema proporzionale si è obbligati a dare maggior forza all'art 67 senza costringere un'azione di pensiero dei parlamentari, a differenza di come si suole fare quando si impone un sistema bipolare. Eludendo i principi dell'art 67 si costringono il pensiero e le idee dei Parlamentari soprattutto quando un Parlamento ed i suoi gruppi nell'Aula sono già definiti...anche rispetto alla formazione delle dovute normative in itinere. Il difetto sta nel fatto che ogni azione Parlamentare non può mai essere simile a quella governativa predisposta per amministrare.
Ciononostante il Movimento 5 Stelle continua perseverare su questo argomento dimostrando al contrario poca lungimiranza in proposito e dimenticando che l'articolo della Costituzione sul quale ci si dovrebbe maggiormente applicare per dipanarlo in senso funzionale è l'articolo 49 sui Partiti.


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