In
molti oggi sembrano non avere una corretta spiegazione ed i motivi
che spingono alla definizione dell'opera di cui tanto si discute.
Proviamo a farlo con l'aiuto di una ricerca più profonda che grazie
ad internet possiamo esplicare sintetizzando col dovuto equilibrio.
di
vincenzo cacopardo
“La
sigla Tav sta per “Treno ad alta velocità”. Secondo un parere
linguistico pubblicato nel
2015 dall’Accademia della Crusca, sarebbe corretto utilizzare
l’articolo maschile, visto che la prima lettera della sigla sta per
“treno”. L’articolo femminile fa riferimento alla linea ad
alta velocità (“la linea del Tav”).”
L'argomento
sul “Tav” – maschile o femminile che sia – è entrato oggi
seriamente nel dibattito politico e nella stampa quotidiana. Questa
linea ferrata tra Torino-Lione non pare essere proprio una linea ad
alta velocità: Un'opera definita come linea composta che permette
sia l'alta velocità dei treni passeggeri a poco più di 200
chilometri ora, ma anche quella dei treni merci a poco più di 100.
Quindi si ha ragione quando si afferma che non è solo alta velocità
passeggeri e si ha la medesima reagione quando si dichiara che è
anche una linea merci.
Questa
linea di valico in progetto al confine tra Francia e Italia pare
essere un misto tra linea merci e treno passeggeri a velocità
sostenuta seppur non “alta” (che è di
250 km/h, secondo le definizioni contenute nella normativa UE.)
Ciò detto rimane una velocità sostenuta anche come linea
passeggeri.
Uno
dei vantaggi principali per chi sostiene il progetto è il fatto che
tale opera in qualunque modo voglia vedersi rimane comunque più
conveniente del trasporto su gomma per ciò che riguarda le merci ed
è giustificato dal fatto che oggi il traffico merci ferroviario non
ha proprio bisogno di elevate velocità..in più ...nella
fattispecie.. rafforzaro dal fatto della breve corsa che dovrebbe
sostenere (treni
più lunghi ed oltre 750 metri e pesanti almeno 2 mila
tonnellate)...Per
cui per tutti coloro che promuovono la Torino-Lione
il progetto finirebbe col garantire le giuste caratteristiche, oggi
non soddisfatte dalle infrastrutture attuali.
Al
contrario i critici che ostano l'esecuzione del progetto pongono seri
dubbi sulla congruenza di tali treni rispetto ad un percorso già esistente sostenendo incertezze al di là di ogni argomento sulla
velocità e la capacità della linea ferrata. Inoltre non sostengono
il progetto anche per i suoi costi che appaiono ormai non più
conformi allo stato di gravità economica in cui si trova oggi la
nostra nazione.
Esistono
comunque già percorsi che comunicano Torino con Lione, attraversando
il confine alpino tra Francia e Italia. Se i promotori sostengono che
i collegamenti attuali sono insufficienti ed antiquati anche sul
piano ambientale; i contrari ritengono che le linee presenti siano
abbastanza adeguate per gli obiettivi e per i volumi del traffico
passante..inoltre ritengono la possibilità di potenziarle attraverso
lo stanzialmento di cifre ben inferiori di quelle prospettate per il
TAV. (Per
quanto riguarda i treni, Torino è collegata al confine con la
Francia dalla ferrovia del Frejus – o linea
Torino-Modane-Chambéry-Culoz. Da quest’ultimo comune transalpino è
possibile raggiungere Lione con una linea gestita dalle ferrovie
francesi)
Ma
qual'è il tracciato della linea TAV di cui tanto si parla? Possiamo
trovarne copia su un sito di internet con una dettagliata spiegazione
“Nella
sua versione attuale il progetto parte dal nodo di Lione e
arriva al nodo ferroviario di Torino in Piemonte. La tratta è
suddivisa in tre parti: quella italiana – tra Susa/Bussoleno e
Torino – è di competenza della società Rete Ferroviaria Italiana
(Rfi); quella francese – tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne - è
di competenza della società che gestisce la rete ferroviaria
francese (Société
Nationale des Chemins de fer Français,
Sncf); quella transfrontaliera – tra Saint-Jean-de-Maurienne e
Susa/Bussoleno – è di competenza di Telt (Tunnel Euralpin Lyon-Turin).
“
La
parte di tracciato in comune – quella gestita da Telt, appunto –
è lunga circa 65 chilometri e per l’89 per cento passa sotto
terra.Comprende la relazione di sei opere:
quella più imponente e discussa è un tunnel a due canne –
ossia con due fori separati per i binari –
lungo 57,5 chilometri, tra le stazioni internazionali di Saint-Jean
de Maurienne in Francia e Susa/Bussoleno in Italia.
L’imbocco
del tunnel si trova al termine della Val Susa: dal punto di vista
industriale, si tratta di una delle valli più sviluppate dell’intero
arco alpino, già attraversata dall’autostrada A32 e da due strade
principali che conducono ai valichi del Monginevro e del Moncenisio.
Rispetto
alla tratta ferroviaria già esistente, il nuovo percorso della
sezione transfrontaliera si presenta come più breve (circa
60 chilometri rispetto a 90), pianeggiante (con un risparmio di oltre
500 metri di dislivello) e rettilineo.La linea ferroviaria attuale
compie infatti un’ampia curva verso Oulx, per poi risalire verso
nord e il traforo del Frejus. Questa curva verrebbe “tagliata”
dal nuovo percorso, che a partire da Susa punterebbe direttamente
verso il Moncenisio.Se venisse realizzato, il traforo – noto con il
nome di “Tunnel di base del Moncenisio”,
perché passa appunto alla base del colle – sarebbe uno dei tunnel
ferroviari più lunghi al mondo, insieme a quello del Gottardo, per
una curiosa coincidenza lungo anch’esso circa 57 km e inaugurato nel 2016 in
Svizzera.” Scavato interamente sotto le Alpi e alla quota di
pianura, il progetto del tunnel di base del Moncenisio – diviso tra
45 km in Francia e 12,5 km in Italia – comprende anche tre aree di
sicurezza a La Praz, Modane e Clarea.”
Ricordiamo
che il primo
accordo per l'esecuzione della nuova linea fu firmato il 15 gennaio
1996, a Parigi, durante il governo tecnico Dini
..Successivamente..cinque anni più tardi, il 29 gennaio 2001, con la
firma del ministro dei Trasporti Pier Luigi Bersani, attraverso un
vertice italo-francese viene proposta la prima idea sul tracciato.
Tuttavia
quando la notizia arriva sui giornali non potevano non nascere i
primi movimenti di protesta nelle zone coinvolte.
“Il
24 febbraio 2015 venne firmato a
Parigi l’accordo per «l’avvio dei lavori definitivi della
sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione»,
integrato con un protocollo addizionale – per l’aggiornamento del
piano finanziario, la certificazione dei costi e il contrasto alle
infiltrazioni della criminalità organizzata –, fatto a Venezia l’8
marzo 2016 tra l’allora presidente del Consiglio italiano Matteo
Renzi e l’allora presidente della Repubblica francese François
Hollande.”
“In
totale, le tre parti della linea ferroviaria Torino-Lione compongono
un tracciato lungo circa 270 km – di cui il 70 per cento (189 km)
in territorio francese e il 30 per cento (81 km) in territorio
italiano – che interessa complessivamente 112 comuni. Come abbiamo
visto, quest’opera comporta molti interventi, sia sulle ferrovie
nazionali sia in scavi geognostici, quest’ultimi fatti per
analizzare il terreno e preparare i tunnel utilizzati per la
manutenzione e la sicurezza a opera ultimata.
“Secondo
i dati ufficiali – aggiornati al 31 ottobre 2017 e pubblicati a
marzo 2018 nel Quaderno 10 dell’Osservatorio – sono stati scavati oltre 21 chilometri di
gallerie, ma nessuno nelle due canne del tunnel. In realtà i 6
km tunnel geognostico di Saint-Martin-la-Porte sono già scavati
nell’asse e nel diametro del tunnel di base e quindi ne
costituiranno di fatto il primo tratto, già in fase di
realizzazione. I chilometri totali di galleria scavati ad oggi
(considerando il totale dei lavori geognostici) sono 25. “
“Tra i cantieri ancora in corso tra Francia ed Italia,
risulta ancora in costruzione il tunnel geognostico di
Saint-Martin-La-Porte – in asse e nel diametro del tunnel di base
–, una fase esplorativa iniziata nel 2015, dopo che nel 2010 erano
finiti i lavori per la discenderia. Qui, ad agosto 2018, sono stati scavati quasi 5 km sui 9 km complessivi.
“Se guardiamo ai lavori di scavo nel loro complesso, come riportato dal Quaderno dell’Osservatorio,
nella sezione transfrontaliera al 31 ottobre 2017 «gli scavi
ultimati costituiscono quasi il 13% del totale dell’intera opera;
il 73,2% rispetto ai lavori già appaltati e attualmente in corso».
I lavori per le due canne del tunnel di base –inizialmente previsti da Telt per il 2018 ,
ma ancora da avviare se non si conta il tunnel di
Saint-Martin-La-Porte – dovrebbero finire entro il 2029, con
la messa in servizio pianificata per il 2030.
Di
fatto sono passati oltre vent'anni dal primo accordo e come ormai
sappiamo quando per una infrastruttura di tale genere e portata..
passano decenni... indiscutibilmente si aprono questioni ed ulteriori
intoppi. Ad agosto 2018, Danilo Toninelli (M5S), ministo delle
infrastrutture del nuovo governo del premier Conte ha dichiarato
«atto ostile» ogni avanzamento dei lavori prima delle decisioni del
governo italiano
sul progetto.
Ad
ognuno di noi una personale valutazione, non trascurando comunque
quello che ha generato il progetto Mose per Venezia ancora dopo
decenni non terminato e costato parecchi miliardi... in
contrapposizione ad una mancanza di vere infrastrutture che per il
Sud non si scorgono.
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