DI
PAOLO SPECIALE
E'
il virus dei due volti, di costituzione squisitamente politica,
riguarda le formazioni partitiche in campo ed è – di fatto – la
perenne mancata interdipendenza tra i programmi – spesso meramente
elettorali e finalizzati ad una emozionale ed irrazionale cattura del
consenso – e la produzione ed esecutività di atti di governo ad
essi collegati e conseguenti.
Rimanendo
nell'ambito politico/amministrativo che qui trattiamo, proviamo ad
identificare, con una semplice traslazione, i due elementi fondanti
della filosofia aristotelica, con i due elementi prima citati;
associamo cioè i programmi alla potenza, mentre identifichiamo
l'effettiva azione di indirizzo politico e/o di legiferazione con
l'atto.
Quando
e perché si verifica l'interruzione di un processo, influendo
negativamente sulla stabilità delle maggioranze e mettendo in crisi
anche il sistema normativo elettorale di cui spesso si predica la
necessità di cambiamento?
Negli
ultimi decenni, trascurando il qui irrilevante elemento di
distinzione tra prima repubblica e seguenti, vari soggetti
istituzionali, e soprattutto i Presidenti del Consiglio dei Ministri,
hanno avvertito la necessità – anch'essa di mera ma cogente
opportunità elettorale – di giustificare la mancata realizzazione
dei programmi annunciati, ora attribuendo la responsabilità al
Parlamento, spesso in ritardo per le procedure d'Aula inadeguate ed
anacronistiche, ora coinvolgendo l'azione, suo malgrado sovente
rilevante in ambito politico, della Magistratura laddove sia stata
ravvisata qualche irregolarità, di varia natura.
Ora,
quando potenza ed atto in un ordinamento come il nostro non possono
essere conseguenziali e correlati, si determina una crisi di sistema
ingravescente, con effetti pratici tutt'altro che lontani dalla
disquisizione filosofica sin qui proposta. Vediamo quali proprio
nella cronaca di questi giorni.
Un
movimento politico qualsiasi, dopo una tragedia sociale di grande
rilievo come il crollo del Ponte Morandi chiede di “rivedere” le
concessioni statali riguardo alle manutenzioni periodiche ed in
seguito, dopo un secondo crollo di un altro ponte nella stessa zona,
si è costretti a constatare che ancora nessuna revisione, sia di
atti ufficiali che tecnica, è stata ancora effettuata e, quel che è
peggio, che non esiste nemmeno una attendibile mappatura delle
strutture a rischio.
Gian
Antonio Stella, autorevole editorialista del Corriere della Sera,
parla (con ragione) di un Paese che interviene sempre “dopo”;
evidenziando così il trionfo dell'incompiuto, della potenza che
rimane tale, del volto dei buoni propositi e del successivo volto di
chi cerca di giustificarsi, senza con ciò riuscire a togliersi
alcuna colpa.
Ecco
il virus di cui parliamo, l'emergenza madre, quella prioritaria, da
affrontare subito.
Nessun commento:
Posta un commento