7 mag 2020

MEMORIA ED IPOCRISIA DELLA POLITICA


Sarebbe il caso di rileggere la storia in rapporto al sistema elettorale oggi in atto:- da chi a quando fu approvato.
di vincenzo cacopardo
Nel 2017 le posizioni nel Partito democratico erano variegate a seconda dell’area di appartenenza: Per i renziani..ad esempio.. vi era la necessità di
poter apportare alcune modifiche all’Italicum. Ma vi erano anche altre proposte tra cui quella di un Bersanellum o di un nuovo Mattarellum della minoranza dem e la proposta Italikos dei Giovani turchi.
Per il M5S era già da tempo depositata in Parlamento una proposta, denominata il Democratellum, un sistema proporzionale corretto. Dopo la vittoria dei No al referendum, però, chiedevano l’immediato ritorno alle urne, proponendo di votare con l’Italicum per la Camera ed il Consultellum, leggermente modificato, per il Senato. Sappiamo che il Movimento di Grillo era stato contrario alle coalizioni, ma è importante precisare che il M5s era per il sistema proporzionale con possibile premio di maggioranza alle determinate condizioni che rimanesse contenuto.
Anche Forza Italia dell'eterno Silvio Berlusconi aveva rilanciato un sistema proporzionale simile a quello tedesco. Di certo per FI nel ballottaggio previsto dall’Italicum vi erano alcuni punti critici da modificare. Il partito azzurro era tendenzialmente contrario ad un sistema maggioritario con collegi uninominali e vedeva invece di buon occhio un sistema che favorisse le alleanze e non un listone unico, per evitare il prevalere di Salvini.
Vi era poi la Lega Nord che, pur affermando di voler andare subito a elezioni con qualunque legge elettorale, avrebbe amato un sistema proporzionale puro che non favorisse imbrogli e compromessi. Per Roberto Maroni sarebbe andato bene un sistema uninominale con collegi, ovvero una sorta di Mattarellum.

Infine Per Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia era comunque necessario tornare subito alle urne, con qualsiasi legge, partendo anche da quello che era in atto, facendo le opportune modiche all’Italicum, potendo adeguare il sistema al Senato e mettendo il premio di maggioranza alla coalizione.

Insomma... ognuno aveva la sua visione, più volte confusa ..tuttavia al momento di operare una scelta..si approvò il Rosatellum. Rosato era ed è rimasta figura politica legata a Renzi..il quale era appena uscito da una tremenda sconfitta sul referendum.
Di fatto votarono si alla legge i partiti della maggioranza PD e Alternativa-Popolare, oltre a Forza Italia Lega Nord e ALA-Scelta Civica, il gruppo del senatore Denis Verdini. Hanno votato contro Movimento 5 Stelle, Articolo 1-MDP e Sinistra Italia-Possibile.
Il Rosatellum non andava giù al Movimento 5 Stelle, si pensava studiato per ostacolare la loro ascesa poiché prevedeva collegi uninominali (dove vanno bene i candidati forti e conosciuti sul territorio, di cui il Movimento non disponeva) e poi perché incentivava le coalizioni, che lo stesso Movimento non ha mai voluto fare. La legge fu abbondantemente criticata perché non prevedeva le preferenze, cioè non si poteva scegliere il nome del parlamentare a cui destinare il proprio voto.

Oggi si sentono discorsi più disperati che disparati su questo sistema elettorale votato democraticamente, da parte di soggetti oggi in minoranza parlamentare!.. Sono chiacchiere su un sistema elettorale che lasciano sbigottiti per l'ipocrisia e la mancanza di memoria: L'impianto della legge, identico.. a meno di dettagli.. alla Camera e al Senato, si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa: Ma il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) viene ripartito proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali.
Forse non è ancora chiaro che questo sistema (a differenza di un sistema bipolare fondato su prevalenza maggioritaria) consente ad un governo di restare in carica fino a quando non è più sostenuto da una maggioranza. Ma c'è di più:- Tale maggioranza può anche trasformarsi nel corso della sua governabilità, poiché se uno dei partiti di maggioranza decidesse di abbandonare il governo potrebbe essere rimpiazzato da un altro partito che ne condividesse il programma politico. Naturalmente il programma rimane e deve indicare una direzione guida che spetta al partito di maggioranza relativa eletto nel 2018 al quale il Presidente della Repubblica ha conferito incarico.
Quando oggi, la Lega si oppone al sistema elettorale fingendo di non ricordare il voto in favore del proporzionale, si dimostra ancora più ottusa ed ipocrita di quanto non appaia il suo leader in certe manifestazioni... oltre a ciò, è persino risibile sentire ancora il coro di frasi su un premier non votato...mettendosi in tutta evidenza l'ignoranza da parte di coloro che, non avendo buona conoscenza dell'ordinamento, parlano a vanvera sconoscendo totalmente le regole guida della nostra Costituzione in ordine all'articolo 92 . 

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