di vincenzo cacopardo
Un’assurda
contraddizione di cui il cittadino non si accorge poiché pervaso da
un odio nei confronti di una generica politica che nel passato ha
divorato risorse alla società. Tuttavia rimangono ancora posizioni
che alcune forze politiche odierne appoggiano per interesse, tendenti
ad incancrenire una vera politica democratica facendo forza sulla
emotività e sull’ignoranza del cittadino comune.
Se
la legge elettorale rimane un mezzo complementare per determinare una
maggioranza, i Partiti restano sicuramente decisivi per la ricerca di
un percorso innovativo della politica.
Il
mio pensiero vede fondamentali alcune riforme con adeguate
regolamentazioni da studiare (quella sui ruoli: attraverso la ricerca
del loro giusto funzionamento privo degli evidenti conflitti- quella sulle candidature: attraverso
specifiche primarie che tengano in conto un programma e delle idee –quella sul
finanziamento dei partiti: che
dovrebbe essere pubblico, ma adeguato alle spese documentate attraverso un severo controllo).
Una
primaria regolamentazione dei Partiti risulta comunque prodromica a queste riforme.. poiché la stessa Costituzione Italiana riconosce il loro basilare ruolo
quando con l’art. 49, afferma che «tutti i cittadini hanno il
diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo
democratico a determinare la politica nazionale». Tuttavia in ciò
non si è mai evidenziato un vero e completo disciplinamento di queste organizzazioni di
cui si avrebbe oggi fondamentale bisogno
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