19 apr 2022

IL PENSIERO DI PUTIN SULLA DEMOCRAZIA ILLIBERALE


di vcacopardo
Per conoscere bene il pensiero di Putin occorrerebbe prima analizzarlo cercando di interpretare i suoi principi... ancora prima che il suo modo di agire. A tal proposito è fondamentale il riferimento del summit del G-20 ad Osaka 28-29 giugno del 2019)
In quella occasione Vladimir Putin rilasciò una lunga intervista al Financial Times dalla quale si può certamente avanzare una attenta ed accurata analisi che potrebbe spiegarci la lunga permanenza al potere nel suo Paese.
Per il presidente russo in carica da circa vent'anni la democrazia liberale prevalente nell'occidente si era ormai esaurita nel suo scopo, non garantendo più una libertà sociale ed anteponendone un'altra che lui definiva “illiberale” …
Per lui si era ormai esaurito il compito, quello di garantire a tutti le libertà personali e sociali ed il mondo richiedeva regole più rigide a garanzia delle esigenze primarie dei popoli. A tal scopo si soffermò proprio sulla formula che avrebbe carpito l'attenzione dei tanti nazionalisti: quella strana democrazia illiberale.
E' fondamentale analizzare questo suo intervento al G20 per dare un senso più preciso al suo pensiero quando egli stesso riporta accennando a quella “guerra fredda” che, pur definendo cattiva, aveva contenuti di regole che in termini internazionali riuscivano a rispettarsi. In questo suo intervento Putin insisteva sottolineando come e quanto il mondo fosse cambiato e con esso anche le regole, un mondo rimasto frammentato e quindi imprevedibile. Pur dichiarandosi scettico, si era spinto nel desiderio di trovare un patto in seno al G20 per dare corpo ad un accordo su regole comuni.
Insomma per Putin “l’idea liberale era diventata obsoleta poichè in contrasto con gli interessi della grande maggioranza della popolazione” e perciò sarebbe stata la forza di un nuovo nazional-populismo ad esprimere meglio i desideri dei popoli chiudendo le porte ad un certo multiculturalismo oltre che al complicato evento della immigrazione.Tutto ciò avrebbe di sicuro ridimensionato l'orgoglio occidentale ponendo la domanda della ricerca di un confine tra deterrenza ed impotenza. Con questo intervento i problemi del liberismo sarebbero stati sempre più messi in discussione dai populisti occidentali e da alcuni paesi che resteranno sempre nascosti come la Cina.
Potremmo affermare che l'orso russo era riuscito a porre in discussione il sistema liberale giocando le sue carte diplomatiche cercando di carpire l'attenzione di personaggi politici tendenti a chiudersi in un nazionalismo e condannando l'economia occidentale che definiva instabile e con fortissime disuguaglianze...persino priva di una reale libertà. In questo suo dialogo il presidente russo riuscì a convincere qualche partito sovranista e persino il presidente degli USA Trump, oltre che qualche altro paese asiatico illiberale.
Ora:- per quanto potesse apparire un vero ossimoro la parola democrazia unita termine di illiberale, il presidente russo sembrava alquanto convinto che questo suo intervento avrebbe comunque conquistato gran parte del mondo occidentale anche in ragione che l'Europa stessa non aveva fino allora dimostrato una unione capace di integrare i paesi della comunità e la politica di questi mandava avanti personaggi capaci di mettere in crisi il proprio sistema parlando di populismo.
La conseguenza si è oggi esplicata in un attacco al paese limitrofo che non potrà mai essere disgiunto da una considerazione di merito relativa a quel preciso intervento: Constatando il non compattamento di una Europa in crisi, priva persino di un esercito, Putin aveva deciso di operare questa mossa. Tuttavia dal suo intervento al G20 molte cose sono cambiate in Europa e l'avvento di una pandemia ha contribuito ad unire l'Europa ed a far perdere consensi ai nazionalisti più esaltati.
Ma si potrebbe persino esser certi che ancora di più la unirà questa assurda aggressione ad un paese sovrano da parte dell'orso russo: conseguenza ineludibile del pensiero sulla sua ipotetica e contrastante “democrazia illiberale”.

16 apr 2022

UCRAINA: TERRA DI CONQUISTA?

 


di vcacopardo
Abbiamo scritto parecchio su questa guerra iniziata con una aggressione da parte del dittatore russo nei confronti di un territorio sovrano, abbiamo fatto riferimento alla Nato, al possibile intervento degli americani, all'invio delle armi, alla democrazia illiberale proposta da Putin, alla possibilità di una resa incondizionata... etc..Tutte motivazioni che si inseriscono nel contesto di una aggressione talmente violenta da non riuscire a determinarne una più precisa!
Potremmo provare adesso ad addentrarci in una analisi diversa che possa vedere nell'azione di questo autarca un preciso attacco per una più semplice conquista del territorio.
E' infatti anche possibile che, al di là di tutte le precedenti considerazioni di cui tanto si è discusso nei social e nelle TV, lo scopo del dittatore possa essere soprattutto quello di appropriarsi di una terra decisamente più florida. Un capo supremo di un impero che in questi ultimi anni sembra anche aver lavorato per dividere l' Europa: Lo ha fatto incidendo sugli Stati meno forti e spostati ad est, ma anche su alcuni partiti come quello italiano della Lega che col suo nazionalismo ha compromesso la logica di una Unione che si sarebbe resa più forte. Malgrado gli errori commessi tra euro, rapporti finanziari non del tutto equilibrati ed il non aver considerato l'importanza di una ricerca energetica autonoma, abbiamo comunque potuto constatare come con la pandemia si è assistito ad un cambiamento radicale che ha spinto ad unire di più i paesi dell'Unione. Ciò ha dato fastidio alle altre potenze..ma soprattutto alla limitrofa Russia di Putin.
Proviamo quindi a cercare di comprendere se vi possano essere diverse motivazioni, forse anche più naturali e di altro interesse, che hanno indotto a questo feroce attacco all'Ucraina! Un attacco che potrebbe esser stato programmato per un naturale, seppur esecrabile, desiderio di conquista del paese che sembrava volersi rendere libero e democratico creando fastidio, ma soprattutto facendo gola all'impero russo prospiciente per le sue prerogative: L'Ucraina è un paese che ha una propria ricchezza: grano, mais, ammoniaca, fertilizzanti, uranio e tanti altri minerali come ferro ed argilla..a tutto ciò aggiungiamo le centrali nucleari esistenti. Insomma ricchezze che forse l'intera Russia che si preoccupa soprattutto di estrarre gas, si sogna di avere. Inoltre un'apertura verso il mare che insieme rende questo territorio assai più appetibile! Ed ecco che la spinta verso il lato sud-est promosso dalle milizie di Putin potrebbe avere più senso in questa ottica...e cioè quella di conquistare lo sbocco a mare chiudendo ogni accesso al paese aggredito.
Quindi con la scusa della Nato, con il rigetto di ogni democrazia, il vero problema per Putin potrebbe essere proprio l'Europa e gli interessi economici che nel futuro prossimo...con la chiusura della fornitura del gas... non gli renderebbe più entrate economiche soddisfacenti.
Se così fosse, maggiore sarebbe da parte dell'Europa salvaguardare le ricchezze di questo paese reso libero da un referendum democratico. Necessario, oltre che giusto sarebbe aiutarla a resistere! Purtroppo nel nostro Paese sono in tanti che cascano nel ritornello della Nato, ma anche quelli che guardano al separatismo ed al nazionalismo eccessivo che non aiuta l'unione..ed ancora di più verso un anti americanismo eccessivo..
Tuttavia... al di là dell' America... quello che oggi conta di più è la costruzione della nostra Europa... ed è sicuro che non si non potrà mai costruire il vero progresso di una Europa unita e forte capace di poter competere con le altre potenze se non si crede e si lavora per un'unione compatta ed armonica...Tutto ciò fa comodo ad un autocrate che sopravvive soprattutto fornendogli energia. Queste motivazioni potrebbero essere quelle che spingono il nuovo zar alla paura che questo territorio di conquista...alquanto ricco e prosperoso... possa un domani far parte dell'Europa...assai meno che la paura di restare protetto dall'ombrello della Nato.

15 apr 2022

GUERRA INGIUSTA E GUERRA GIUSTIFICATA

 

 di vcacopardo
C' è ancora gente che non riesce ad interpretare l' articolo 11 della Costituzione che rifiuta la guerra come atto offensivo, ma lo ammette implicitamente come difensivo..basta leggere attentamente e soprattutto leggerlo integralmente oltre la prima parte: Per assicurare una pace a volte occorre anche difendersi!
L'articolo 11 andrebbe saputo interpretare anche in considerazione degli oltre settant'anni passati da quando fu scritto ed inserito nella nostra Carta. Ognuno potrebbe interpretarlo come vuole soffermandosi sulla prima frase: “L'Italia ripudia la guerra” ...quindi senza proseguire e non dandovi un senso più completo.
Comunque sia.. da quando questo articolo fu scritto non si può negare che siano cambiate parecchie cose anche in ambito internazionale come la nascita di una Europa e la costituzione di un trattato Nato.
Rapportandoci alla cruenta aggressione avvenuta in Ucraina dobbiamo premettere che, nella fattispecie, il nostro Paese non è entrato materialmente in guerra... e poi che la guerra di cui si parla nella Costituzione è riferita ad una guerra di conquista, cioè di quella guerra che offende le libertà degli altri popoli..non credo proprio sia questo il caso del nostro paese! E nemmeno per risolvere le controversie internazionali, come si evince dall'articolo in costituzione, ma facente riferimento ad una categoria più ampia ed eterogenea...In questo caso come qualcuno afferma: “non esistono sempre guerre giuste, ma sicuramente giustificate”.
Evitando di accontentarsi delle semplificazioni che tanti tendono ad esporre nei social, l'argomento potrebbe finire col non trovare un riscontro comune se non fosse il dover focalizzarsi sul punto in cui ci troviamo...e cioè spostando l'attenzione non solo sul fatto che l'uso delle armi come difesa possa essere legittimo, ma sull'ammettere che in realtà non esiste una guerra giusta. Insomma...nel caso dell'Ucraina sembra inutile alimentare uno scontro dialettico sulla prima parte dell'articolo 11, quanto su quello riguardante la normativa a tutela dell'ordinamento internazionale. Quindi sul fatto... di grande rilevanza... di valutare con maggiore importanza una civiltà conquistata con pace e sacrifici nei decenni dopo l'ultima guerra.

11 apr 2022

PUTIN -UCRAINA : prepotenza e difesa...


Il voler far vincere in tutti i modi la prepotenza su una possibilità di difendersi. dimostra l' esecrabile ed ostinato rifugio dei deboli ..che oggi sembrano esser tanti!!!..

Sono tanti che non mettono in primo piano le sofferenze altrui e che dietro disperate e disparate disquisizioni sui social perseverano nel ricercare ogni e qualunque soluzione purché non venga mai intaccata la loro quiete.
Ora..vorrei dire:-.come si può pensare il fatto che pur sostenendo la resistenza del paese aggredito..non si possa aver paura di un pericoloso allargamento del conflitto che possa coinvolgere l'intera Europa ed anzi... peggio... persino lo scoppio di una possibile guerra nucleare. Siamo tutti in grado di comprenderlo e non solo chi si atteggia a difensore di una pace per paura di far scatenare le ire dell'aggressore.!!!Tuttavia si può anche esser certi che ricorrere a questi mezzi non può convenire a nessuno nel mondo e non è detto che, al di là del conflitto esistente, non possa avvenire in qualsiasi altro momento quando il potere di farlo lo potrebbe avere un malato o un pazzo... sarebbe la fine per tutti!
Se un rischio c'è di un allargamento bisognerebbe essere consapevoli dei limiti esistenti e del fatto che se la si dà vinta ad un aggressore non potrà mai esserci pace nemmeno nel futuro dei nostri figli!
vcacopardo

7 apr 2022

UCRAINA: tra interessi ed accordi- divcacopardo

 


La storia dell'Ucraina e dei territori limitrofi andrebbe rivisitata con attenzione in considerazione dei complessi avvenimenti trascorsi. Tra questi abbiamo la necessità di definirne alcuni:

di vcacopardo

Potremmo azzardare che ancora oggi la faccenda ucraina rimane poco chiara per via di una serie di eventi che hanno indotto a pensare, forse anche motivatamente, interessi da parte dell'America in contrasto con quelli della Russia per un territorio ai confini con l'Europa più ricco di risorse rispetto ad altri limitrofi. Tuttavia, è inutile negarlo, gli episodi di aggressione violenta di questa guerra voluta da Putin hanno messo in risalto soprattutto la parte negativa e la prepotenza della nazione russa rispetto ai precedenti accordi, ribaltando il peso delle responsabilità.

Responsabilità che senza questa violenta e sanguinosa invasione si sarebbero potuti analizzare in modo diverso.


Ma occorre innanzitutto analizzare i dettagli sulle svolte avvenute in successione partendo da quando si operò un referendum per concedere l'autonomia alla regione infuocata del Donbass, dove si concordò come prerequisito un accordo (accordo di Minsk del 5 Settembre 2014) che prevedeva di porre fine alla guerra che infuocava nella parte orientale dell'Ucraina. Il testo, firmato sotto l'egida della Organizzazione per la sicurezza OCSE, era composto da dodici punti e garantiva monitoraggi, garanzie per il cessate il fuoco, decentralizzazione dei poteri, rilascio degli ostaggi, garanzie per lo svolgimento di elezioni locali ed il ritiro da parte della Russia delle proprie truppe dal suolo facente parte dell'Ucraina.

Per quanto concerne la Crimea, non sembra essere stato il popolo a decidere, ma gli stessi russi poco prima della loro invasione attraverso un referendum indubbio che potrebbe ritenersi persino poco affidabile e che la stessa ONU non riconobbe.

Infine bisogna sottolineare che anche il popolo Ucraino aveva operato la sua scelta ancor prima dichiarando la propria indipendenza attraverso un referendum svoltosi nel 1991 e questo non può di certo considerarsi meno importante di quello avvenuto in Crimea.

Ora..se mettiamo in fila questi elementi avvenuti negli ultimi trent'anni ci accorgiamo di quanto ogni paese abbia sempre desiderato di rimanere libero nella propria indipendenza al di là di referendum più o meno manipolati ed anche nella ipotesi di ammettere che in Crimea si possa essere svolto un referendum non manovrato, sicuramente rimane il fatto che un concordato come quello di Minsk insieme al referendum del 1991 per l'indipendenza dell'Ucraina... messi in rapporto con l'aggressione russa di questi giorni, pongono un motivato dubbio di quanto questa manovra voluta da Putin risulti solo spinta da una voglia di potere. Un potere su un territorio che egli pensava di conquistare con estrema facilità e nel quale invece ha trovato una resistenza tanto eroica quanto supportata da motivazioni legate da precedenti accordi.