di vcacopardo
Per conoscere bene il pensiero di Putin occorrerebbe prima analizzarlo cercando di interpretare i suoi principi... ancora prima che il suo modo di agire. A tal proposito è fondamentale il riferimento del summit del G-20 ad Osaka 28-29 giugno del 2019)
In quella occasione Vladimir Putin rilasciò una lunga intervista al Financial Times dalla quale si può certamente avanzare una attenta ed accurata analisi che potrebbe spiegarci la lunga permanenza al potere nel suo Paese.
Per il presidente russo in carica da circa vent'anni la democrazia liberale prevalente nell'occidente si era ormai esaurita nel suo scopo, non garantendo più una libertà sociale ed anteponendone un'altra che lui definiva “illiberale” …
Per lui si era ormai esaurito il compito, quello di garantire a tutti le libertà personali e sociali ed il mondo richiedeva regole più rigide a garanzia delle esigenze primarie dei popoli. A tal scopo si soffermò proprio sulla formula che avrebbe carpito l'attenzione dei tanti nazionalisti: quella strana democrazia illiberale.
E' fondamentale analizzare questo suo intervento al G20 per dare un senso più preciso al suo pensiero quando egli stesso riporta accennando a quella “guerra fredda” che, pur definendo cattiva, aveva contenuti di regole che in termini internazionali riuscivano a rispettarsi. In questo suo intervento Putin insisteva sottolineando come e quanto il mondo fosse cambiato e con esso anche le regole, un mondo rimasto frammentato e quindi imprevedibile. Pur dichiarandosi scettico, si era spinto nel desiderio di trovare un patto in seno al G20 per dare corpo ad un accordo su regole comuni.
Insomma per Putin “l’idea liberale era diventata obsoleta poichè in contrasto con gli interessi della grande maggioranza della popolazione” e perciò sarebbe stata la forza di un nuovo nazional-populismo ad esprimere meglio i desideri dei popoli chiudendo le porte ad un certo multiculturalismo oltre che al complicato evento della immigrazione.Tutto ciò avrebbe di sicuro ridimensionato l'orgoglio occidentale ponendo la domanda della ricerca di un confine tra deterrenza ed impotenza. Con questo intervento i problemi del liberismo sarebbero stati sempre più messi in discussione dai populisti occidentali e da alcuni paesi che resteranno sempre nascosti come la Cina.
Potremmo affermare che l'orso russo era riuscito a porre in discussione il sistema liberale giocando le sue carte diplomatiche cercando di carpire l'attenzione di personaggi politici tendenti a chiudersi in un nazionalismo e condannando l'economia occidentale che definiva instabile e con fortissime disuguaglianze...persino priva di una reale libertà. In questo suo dialogo il presidente russo riuscì a convincere qualche partito sovranista e persino il presidente degli USA Trump, oltre che qualche altro paese asiatico illiberale.
Ora:- per quanto potesse apparire un vero ossimoro la parola democrazia unita termine di illiberale, il presidente russo sembrava alquanto convinto che questo suo intervento avrebbe comunque conquistato gran parte del mondo occidentale anche in ragione che l'Europa stessa non aveva fino allora dimostrato una unione capace di integrare i paesi della comunità e la politica di questi mandava avanti personaggi capaci di mettere in crisi il proprio sistema parlando di populismo.
La conseguenza si è oggi esplicata in un attacco al paese limitrofo che non potrà mai essere disgiunto da una considerazione di merito relativa a quel preciso intervento: Constatando il non compattamento di una Europa in crisi, priva persino di un esercito, Putin aveva deciso di operare questa mossa. Tuttavia dal suo intervento al G20 molte cose sono cambiate in Europa e l'avvento di una pandemia ha contribuito ad unire l'Europa ed a far perdere consensi ai nazionalisti più esaltati.
Ma si potrebbe persino esser certi che ancora di più la unirà questa assurda aggressione ad un paese sovrano da parte dell'orso russo: conseguenza ineludibile del pensiero sulla sua ipotetica e contrastante “democrazia illiberale”.
Nessun commento:
Posta un commento