6 gen 2023

DUE PAPI, DUE FIGURE, UNA RIVOLUZIONE

 



di vcacopardo
Malgrado per alcuni possa sembrare tutto regolare, quello che è avvenuto in questi anni in seno alla Chiesa Cristiana ha un nonsochè di straordinario...ai limiti del rivoluzionario! Che la Chiesa abbia (inconsapevolmente o no) pensato di sostenere un Clero diviso è rappresentato dal fatto che si siano alternate insieme due figure papali talmente differenti sulla loro catechizzazione e persino sul piano empatico: il Papa definito teologo che si oppone ad ogni teoria sul relativismo, da quello che si esprime in termini quasi enfatici in tutta la sua umanità terrena. Non so quanti possano comprendere quanto importante possa essere stato questo particolare passaggio rivoluzionario di una Chiesa che ha cercato di sostenere insieme credenze clericali assolute ed umili predicazioni terrene verso una società che in questo secolo con difficoltà cerca di tenersi unita.
Con la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI°, si è parlato tanto della sua evangelizzazione negli anni in cui ha esercitato il suo papato soprattutto sulle sue teorie sul “relativismo”. Sui social si leggono contrapposte critiche a favore o contro questo pensiero da lui fortemente sostenuto che gli hanno procurato l'appellativo di “gran teologo”. Sappiamo che il suo pensiero sostenuto da intense Encicliche di chi ha sempre percepito in modo assoluto alcuni principi della fede cristiana, hanno aperto un profondo dialogo tra i fedeli con ampie discussioni e forti critiche, disapprovazioni e persino biasimo.
Un dato di fatto certo è il fatto che ambedue i Papi si siano sostenuti a vicenda anche attraverso l'enciclica "Lumen Fidei": -Scritta insieme essa indica una luce capace di accendere l’esistenza dell’uomo in terra: Essere di aiuto per l’umanità affinchè si possa meglio identificare una distinzione fra ciò che rappresenta il bene e ciò che identifica il male. Un messaggio che, nel mondo contemporaneo, si avverte in modo particolare.Benedetto ha sempre criticato quel “relativismo” diffuso secondo cui non vi può mai essere alcun riferimento: Un principio che non pone alcun punto preciso e che porta inevitabilmente alla possibile mancanza di una libertà, sfociando persino sullo smarrimento ed alla instabilità del genere umano: D'altronde chi deve sostenere una fede come principio, con difficoltà potrebbe sostenere un pensiero che consideri la conoscenza come incapace di attingere una realtà oggettiva!
La posizione di chi può pensarla come il sottoscritto (se pur poco possa contare) non è del tutto propensa a dare forza al pensiero di Ratzinger, tuttavia proprio in forza ad un relativismo, non potrei permettermi di criticare un pensiero di un Papa che in proposito ha scritto con profonda fede e sofferenza ciò in cui credeva.

Il mio pensiero su questo argomento, raccolto subito dopo la successione e la nomina improvvisa di Papa Francesco, lo avevo raccolto sul mio Blog anni fa in un post sulle “ TEMATICHE ESISTENZIALI SUL CRISTIANESIMO TRA SECOLI DI RIFORME ED IL PENSIERO ODIERNO” I riferimenti in proposito riguardano proprio l'aspetto contrastante che si era determinato nella evoluzione di una Chiesa che, con la straordinaria e contemporanea successione di due pontefici, tendeva ad equilibrare le distanze tra due pensieri...tentando in un certo senso di rinforzare il concetto di fede.

(Per chi ha voglia di leggerlo traggo il mio pensiero da quel post)

I vincoli religiosi di una Chiesa cattolica sembrano costringere l’uomo ad una visione incondizionata dell’ultraterreno, tendendo di fatto a sminuire l’importanza umana di un mondo per il quale e nel quale siamo immedesimati e posti a dover vivere. Nella storia cristiana e nei Vangeli si fa riferimento ai miracoli di Cristo e ciò tende a svilire, in un certo senso, a rendere meno comprensibile il messaggio profondo di un uomo portatore di amore e carità.
Ma per alcuni l’aspetto umano di Cristo rimarrà sempre prevalente e decisamente più interessante di quello avvolto dal mistero divino. Di certo.. la sua figura di uomo potrebbe riconoscerci più legati a lui: Quando i Vangeli si dilungano nella descrizione dei miracoli, sembra perdersi quell’importante e più realistico filo che lega la figura di Cristo all’essere umano, pare disperdersi quella carica della nota umile del suo verbo diffuso attraverso le parabole, pare dissolversi la principale funzione della missiva che egli diffondeva all’uomo: Gesù Cristo attraverso i miracoli rischia di apparire un super uomo, un ultraterreno, finisce col divenire un divo e persino un mito, quando, con evidente dicotomia, egli sul piano umano manifesta umiltà, sentimenti come la carità, l’amore e persino la speranza che rappresentano la semplicità e l’equilibrio: Il meglio di ciò che è la vera forza tra gli umani ed il contrario di ogni forma di esaltazione.

Qui la Chiesa perdeva, secondo la mia visione, la più importante occasione che dovrebbe spingerla ad insistere maggiormente sul messaggio terreno di amore condotto dal suo unico e vero Pastore. Un Pastore che parlava ai suoi discepoli, uomini come lui, partoriti in terra e quindi facenti parte del mondo umano e non divino. Un mondo divino al quale potrebbero accedere, forse solo come anime ed alle quali non sembra sia dovuto percepire oltre lo stato della conoscenza umana. L'occasione sembra essere stata colta con la nomina di un pontefice come Papa Francesco che con la sua evangelizzazione rinnova con profonda umiltà il messaggio cristiano del Messia. 
Nelle immagini sacre del mondo cristiano, Gesù, in quanto uomo, è stato reso visibile al contrario dell’entità Divina che non ha mai avuto una precisa percettibilità umana. Questa differenza pone le due figure in un piano nettamente diverso: Cristo vivendo in un contesto umano ha toccato ogni sensibilità terrena, il Creatore se anche presente, non si è mai manifestato in termini umani in quanto il suo mondo è sempre stato quello nascosto, soprannaturale e celestiale dello spirito e dell’anima.

La Chiesa, attraverso la storia dei Vangeli ci parla di una nascita di Cristo per grazia ed intervento dello Spirito Santo ponendo così, il presupposto di un legame tra un mondo spirituale con quello terreno. Questo presupposto non può che porre seri dubbi per la stessa natura dell’uomo...non tanto per la possibile presenza di due diversi universi, bensì per la coesistenza ed il legame tra loro. Questi dubbi tornano nell’uomo proprio per la presenza di tutto ciò che negli stessi Vangeli viene presentato sotto forma innaturale di miracoli e prodigi possibili solo in un mondo ultraterreno.
Qualunque ostentazione verso l’individuazione del Divino potrebbe rappresentare una visione troppo azzardata e persino superba se espressa da un essere umano. Ciò... anche in considerazione delle Sacre scritture che potrebbero essere state elaborate volutamente costruendo attorno alla figura di un uomo, un ambito spirituale, mistico e trascendente.
Il modo di agire di ogni uomo dovrebbe basarsi su una visione prettamente umana della propria permanenza in questo mondo, ed ecco che il concetto di fede espresso dalla Chiesa potrebbe perdere il suo valore ed essere fissato solo come l’effimera speranza di poter vivere nel sogno e nella fiducia di un aldilà più sereno nel conforto di un (comodo) Dio. Ma verrebbe di certo espresso con maggiore efficacia l’utile ed indispensabile messaggio dell’amore tra gli uomini.
-Quando tanti pensano di avere avuto il dono di aver trovato Dio (forse… peccando un po’ di presunzione), altri, non ostentando alcuna sicurezza, continuano a cercarlo analizzando con maggior senso critico ed equilibrio l’ipotesi di una sua esistenza .
Una ricerca impone determinate esperienze e queste non sempre appaiono positive, ma risulteranno comunque utili, poiché solo chi guarda in profondità potrà meglio accostarsi al divino. Ricercare attraverso un proprio pensiero è un compito doveroso e necessario per l’uomo. Molti invece si privano di questo restando appesi ad una visione di superficie e ad una credenza universale acquisita per tradizione: Sono coloro che meno si pongono le domande sull’esistenza!

L’ignoto e l’ultraterreno rimangono comunque le vere incognite che coinvolgono l’essere umano che, seppur credente, non può riuscire a percepirne il senso. Ma sono anche i misteri che potrebbero ostacolare la difficile ricerca del suo "equilibrio.” Ciò detto nessun essere umano potrebbe sostenere l’esistenza di un essere divino superiore, così come non potrebbe mai sostenere il contrario: Il messaggio di Cristo è già completo di ciò di cui l’essere umano ha bisogno : amore, fratellanza, speranza ed equilibrio. Comunque sia quello che più andrebbe colto del suo messaggio, è proprio quello sull’amore tra gli uomini. Quando, poi, egli parla del regno del Signore, ciò potrebbe identificarsi come un legittimo messaggio di speranza per un riscontro verso una vita migliore realizzata attraverso la costante attesa di ciò che pare essere più giusto e misericordioso. E cosa vi è di più giusto in questa terra.. se non l’espressione di un sentimento d’amore verso il nostro prossimo?
Ma la Chiesa ha dei precisi obblighi nei confronti della sua storia evangelica ed è legata ad un messaggio unico coltivato e diffuso nel tempo. Il suo ordinamento, in un certo senso, le impedisce di adeguarsi ai tempi ed il suo sapere si scontra più spesso con il mondo moderno e con l’aumento di una “non credenza” supportata da riscontri disumani di inaudita brutalità...anche senza fondate giustificazioni.
Le dottrine Luterane sulle “giustificazioni”come quelle Calviniste evangeliche sull’importanza della Chiesa invisibile, sono concetti che appartengono alla storia e quindi relativi ad un passato in cui non esisteva l’enorme tecnologia e la grande conoscenza del mondo di oggi! L’uomo è cambiato ed anche il suo modo di pensare ed interagire, ma ha sempre bisogno di credere allo scopo della sua vita in terra, ha bisogno di comprendere quale senso darle, desidera conoscere meglio il significato della sua esistenza. La religione cristiana oggi esercita il suo compito di evangelizzazione attraverso la struttura clericale e la figura terrena del suo pastore in terra: il Pontefice.
La figura del Papa odierno Francesco è sicuramente il risultato di un cambiamento voluto dalla stessa Chiesa che sembra aver percepito l’importanza di una guida simile alla figura di Cristo, giusto per il difficile momento storico che attraversa il mondo intero. Ma come mai questa figura così umile e caritatevole tocca i cuori e la sensibilità di tanti uomini? Se non perché si rivolge alla gente esprimendo l’importante sentimento dell’amore come ugualmente fece Cristo?

Papa Francesco ha toccato l’animo umano e lo ha fatto parlando anche di speranza, esponendosi meno ad una funzione di venerazione nei confronti del Creatore. Ed ecco che il mondo, raggiunto da una prevalente sensibilità umana, si risveglia in una speranza…e nel desiderio di costruire un futuro attraverso l’amore verso il prossimo.
Non v’è dubbio che nella visione della fede cristiana, un ruolo fondamentale lo svolge lo Spirito che per mezzo della sua santificazione, dovrebbe riuscire ad imprimere ed infondere quel legame tra l’uomo ed il Divino.
La “percezione illuminata dall’alto”…come anche la “testimonianza interiore dello Spirito” (espresse dal pensiero di Calvino)… al fine di unire divinità e natura umana, restano qualcosa di realmente arduo da comprendere poiché difficilmente si potrebbero spiegare in termini razionali. Quella stessa razionalità di cui ci ha fatto dono l’entità superiore.

Dunque la religione cristiana pone le basi della sua forza su una fede e questa.. sull’importante funzione dello Spirito Santo. La mia osservazione, se pur agnostica, rimarrà sempre assai rispettosa della figura di Cristo poiché legata in pieno all’essenziale messaggio d’amore seppur ignora, ma non pone alcun diniego sull’esistenza di un mondo ultraterreno, non potrà mai riuscire ad immaginare ogni tipo di relazione con quello terreno come, invece, suggerisce la fede cristiana suggerita da forti e dure teologie tendenti ad abbattere ogni teoria contraria. Perché dunque, al di là di ogni fede, non iniziare col considerare Gesù Cristo come un grande uomo, un filosofo col dono di aver suggerito al mondo la giusta via del vivere tra gli uomini. In lui si scorge anche la saggezza dell’equilibrio, il dono di un messaggio sociale e la statura di un sapiente politico… E perché ostentare sicurezze verso un’entità divina capace di frapporsi, quando sembrerebbe persino impossibilitata di poter interagire con un mondo terreno dove tutto parrebbe affidato a noi stessi? Non esiste una verità assoluta in proposito, ma solo quella affidata ad una fede!
Non è tanto il quesito di una esistenza ultraterrena che dovrebbe spingerci nella ricerca...ma l'importante messaggio di Cristo sull'amore terreno in direzione di una speranza futura.
v.cacopardo

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