14 dic 2012

Monti, l’Europa e la nostra esterofilia

La presenza di Monti al vertice PPE di Bruxelles fa molto pensare!…Sembrerebbe, infatti, che, l’invito del presidente dei Popolari europei Wilfrid Martens, sia stato organizzato col presupposto di suggerirgli di ricandidarsi a premier della nostra Nazione in nome di un antipopulismo o meglio di un chiaro europeismo. In questa percorso, Monti, dovrebbe guidare una coalizione dei moderati compreso il Carroccio.

Al di là del fatto che il professore Monti è stato nominato dal presidente della Repubblica, senatore a vita, sicuramente per i meriti che non gli mancano, ma  specificatamente per poter dare più forza politica ad un progetto che doveva coinvolgere il nostro Paese in un preciso piano di risanamento, all’uopo sarebbe necessario poter commentare sull’operato di tali senatori, promuovendo una critica del professor Francesco Paterniti: “La partecipazione di tali senatori alla vita politico-parlamentare sarebbe configurabile più correttamente ove gli stessi limitassero la loro attività ad un contributo propositivo di idee e di riflessione in relazione ai campi in cui si sono distinti con la loro precedente attività. L'organo da cui ripetono la loro legittimazione ed i titoli che giustificano la loro presenza nel Senato repubblicano suggeriscono, quindi, una partecipazione più istituzionale che politica. In quest'ottica, «il buon gusto costituzionale dovrebbe consigliare loro di astenersi da forme di milizia attiva, dalla così detta "politica calda".

Abbiamo visto il professore Mario Monti, impegnarsi, su richiesta del Capo dello Stato, nel risollevare le sorti del nostro Paese e ricevere una sorta di promozione con la nomina di senatore a vita, ma adesso,… ove si proponesse candidato a Premier,… possiamo davvero non intuire un’intenzione proiettata verso una “politica calda”?

Si potrà rispondere che, ove Monti si presentasse,.. sarebbe eletto attraverso un suffragio e quindi verrebbero a giustificarsi le supposte forme di “milizia attiva” ma, un certo aspetto deontologico, lo vedrebbe esposto in senso conflittuale e qualora dovesse riassumere un potere esecutivo promosso dal voto popolare,..sarebbe opportuno decadesse da senatore a vita….  Alla saggezza del nostro Capo dello Stato lasciamo l’ardua sentenza..

Ma di certo l’odierna indebita ingerenza… che potremmo anche definire imbarazzante.. dei capi di Stato e dei Premier europei, lascia assai perplessi: Anche se poste come una speranza di poter rivedere Monti a palazzo Chigi, di per sé, queste richieste, suonano come una sorta di ricatto e sembrano obbligare le nostre primarie istituzioni. Josè Barroso, sommessamente, ricorda l'importanza di un Italia stabile,.. facendo intuire il bisogno di una figura come Monti, Hollande si associa stigmatizzando che Monti ha contribuito al risanamento ..e quando poi, Joseph Daul, capogruppo del PPE, in tono inspiegabilmente duro ed ai limiti dell’ipocrisia, chiede di rispettare le regole dei padri fondatori dell’Europa…allora, si intuisce come il tutto, non può che essere posto a beneficio di interessi che vanno oltre la pura politica e toccano i mercati finanziari più audaci (realtà odierne che, al padre fondatore Schuman, potrebbero farlo rivoltare sulla tomba)

Sarebbe, invece, il caso che si ricordasse loro quanto l’Italia sta contribuendo in termini di sacrifici per colpa di una politica finanziaria e speculativa voluta principalmente dai paesi più forti, che la pone anche in uno stato di non crescita e che, quindi, non può essere condizionata da ricatti o da lezioni sui processi politici che riguardano i confini di uno Stato sovrano.

Ma il torto è anche nostro, che continuando ad inseguire modelli esterofili, pensiamo che le altre nazioni possano insegnarci a guidare nei processi di crescita: Se solo credessimo di più nel nostro potenziale creativo, nell’importanza della correttezza e dei valori fondamentali di una società, saremmo in grado di poter dare a tutti lezioni del buon vivere.

vincenzo cacopardo      

Nessun commento:

Posta un commento