21 ott 2014

Dubbi ed inquietudine sulla figura antitetica di un Premier

di vincenzo cacopardo
Una direzione del PD con un Renzi a tutto spiano.. che sciorina la sua personale visione rilanciando il Partito a vocazione maggioritaria, un "partito della Nazione" che riesca a parlare con tutti e fra tutti. Bisogna dare atto alle capacità di questo astuto maestro del verbo nel saper toccare i tanti temi della politica.. non ultimo.. quello riguardante il programma e la funzione del suo Partito. L'astuzia di invitare tutti al personale regno della “Leopolda” ( definita da Cuperlo come un partito parallelo). Una affettata carezza in direzione delle manifestazioni di piazza di iniziativa sindacale. Insomma... un segretario sicuramente dal dialogo sobrio che ha saputo cucire.. con opportunità .. tutti i punti più importanti che hanno sempre interessato la minoranza, la quale, malgrado tutto, ha manifestato ancora forti perplessità.

La sua proposta di un PD a vocazione maggioritaria suona più come una provocazione voluta proprio per alimentare una discussione in seno al partito ed al fine di anticipare ogni pretesto ed ogni critica con la minoranza . La sua idea è quella di formare il Partito predisponendolo ad una funzione maggioritaria (intenzione sempre voluta ed amata dal sindaco d'Italia) che possa raccogliere diverse realtà come Sel ed il partito, ormai semidefunto, di Scelta Civica..Renzi affronta questa proposta dichiarando che un partito che si estende allargandosi... non potrà che risultare più forte e robusto e quindi potrà guidare meglio le riforme volute. In questo modo e con diverse sfumature.....tra le quali alcune gratificazioni nei confronti di qualche presenza in direzione non del tutto convinta, Renzi si è avviato verso la proposta di legge elettorale che, sposandosi quasi naturalmente col concetto maggioritario bipolare, mette in evidenza tutta l'intenzione di chiudere le vecchie logiche politiche che non hanno mai portato serenità e stabilità ad ogni governo.

Renzi invoca l'Italicum, come strumento elettorale indispensabile che piace anche ad altre forze oggi governative come NCD, un meccanismo che consentirà al suo Partito ogni maggioranza tale da poter dettare legge, ma lo fa con scaltrezza...lo fa accennando proprio a quell'allargamento che consentirà ai piccoli partiti restanti di inserirsi in seno al proprio...(successivamente divorandoli) ..lo fa affermando che il PD è il partito maggioritario della Nazione e deve poter usufruire degli strumenti elettorali che gli consentano un'affermazione. La sua asserzione successiva è chiara ed assoluta "Il Pd è un partito che vince per fare una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince. ..Un'altro di quei suoi slogan.. di cui si è perso il conto...

Il suo monologo continua, secondo una logica chiara del tutto personale e non priva di quel deleterio pragmatismo che spesso non aiuta ogni dialogo politico: Grillo è una coalizione a sè, il centrosinistra è di fatto il Pd, il centrodestra è frammentato e non ricomponibile, allora è più rappresentativo del Paese un premio al primo partito". Non esita successivamente ad esternare quella che per lui rappresenta una chiara realtà alla quale tutti bisogna rassegnarsi : O il PD si allarga rappresentando l'unico vero partito maggioritario in alternativa con una possibile futura destra o potrà uscire vittoriosa quella matrice populista e demagogica delle piazze e di chi non sta col sistema...

Tra gli interventi della minoranza il più sentito è stato quello di Cuperlo che in tono schietto, ma anche esplicativo, ha chiesto a Renzi di spiegare cosa in realtà fosse davvero la Leopolda. Cuperlo conosce bene il Partito e sa che le correnti hanno sempre dominato al suo interno e per questo chiede più chiarezza..asserendo che se davvero si deve essere uniti... non bisogna farlo solo in modo figurativo, lasciando poi, dopo ogni dibattito interno, la gestione del partito in mano a quote di un partito parallelo. Cuperlo, malgrado l'ambizione del segretario, insiste sulla coerenza e sul rispetto che si deve all'interno del partito e non dando l'illusione di fare apparire all'esterno di esso, ciò che in realtà non esiste.

Sembra chiaro.. dopo questo dibattito interno..perfettamente indirizzato dal sindaco d'Italia, che Renzi apra una certa campagna acquisti dei tanti transfughi dei partiti più piccoli. E' difficile potervi vedere alleanze o patti, se non una mira ambiziosa a vocazione maggioritaria di stampo veltroniano. Una mira che per Renzi rappresenta la chiusura di un cerchio che possa consentirgli una governabilità futura lunga e serena, anche per via del fatto che dall'altra parte non esiste più chi... come Berlusconi... possa insidiarne il potere.

Ma cerchiamo adesso bene di capire quali possono essere le ragioni per le quali le mire di una figura ambiziosa se pur capace con le parole... come Renzi, possa destare inquietudine in un contesto politico in cui si vuole tendere a chiudere ogni voce dei piccoli a beneficio di una governabilità stabile ma insensata poiché priva di quei caratteri essenziali di una democrazia che si vorrebbe a favore del popolo.

Abbiamo più volte sottolineato l'importanza che ha in un'azione politica qualla fase di passaggio che il nostro sistema muove in direzione di una governabilità indiretta che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere diretta dal popolo. Un passaggio che, in teoria, dovrebbe vedere nelle elezioni, il vero funzionamento di costruzione di un impianto in favore dei cittadini e che, al contrario, finisce col non tener conto del loro pensiero. Il suffragio universale, il primato della costituzione e la separazione dei poteri dovrebbero essere ancora le basi della democrazia rappresentativa moderna.

Fatta questa opportuna premessa..oggi Renzi vorrebbe dimostrare di avanzare in direzione di una politica nuova che non percepisce più una differenza tra le vecchie ideologie destra-sinistra (e questo potrebbe anche essere positivo), ma in realtà il suo modo di procedere, malgrado la forte arte comunicativa, rimane vecchio e legato ad una tangibilità istituzionale contro la quale difficilmente lui vorrebbe opporsi. Il suo non è un vero cambiamento sistemico, ma al contrario, legato ai vecchi modi di far politica. Persino la sua permanenza in seno ad un partito.. ormai inesistente in termini di programmi di sinistra... è stata poco convincente. Avrebbe già da tempo.. dovuto costruire un nuovo movimento (facendosi forte della sua Leopolda) con il quale avrebbe potuto affrontare con maggior innovazione il cambiamento, realizzando.. con minore ipocrisia... un futuro politico più nuovo.

Renzi rimane una figura legata al potere ormai costituito e quindi poco asistemica in termini di innovazione, infatti difetta di idee nuove, propone iniziative su regolamenti e non rivoluzionarie per una vera crescita. Una figura fortemente legata ai temi amministrativi e meno alla ricerca di una politica di innovazione.
Quando per il suo modo di procedere manifesta che non esiste più destra e sinistra... la sua permanenza nel vecchio Partito non avrebbe ragione di esistere... se non per poter trovare quella forza capace di rendergli un interesse... Se queste vecchie ideologie sono per lui desuete ed inutili, per quale ragione ricerca modelli bipolari basati sulle stesse? Quali sono le vere novità del suo ipocrita cambiamento se poi, in realtà si vuole tendere a chiudere la voce dei tanti piccoli partiti che rappresentano sempre la voce del popolo? Una vera rivoluzione andrebbe in realtà fatta al contrario!..Quale è il suo vero stravolgimento di un sistema di far politica... quando le sue proposte non dimostrano in realtà alcun significativo cambiamento in ambito istituzionale.. se non quello di semplificare mortificando la funzionalità di cui oggi si necessita?

Una certa inquietudine può essere quindi giustificata se in più..la sua crescita viene esaltata principalmente figurativamente.... non lasciando presagire all'orizzonte nessuna reazione positiva in termini di idee da parte di un'altra politica. 

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