29 ago 2018

UNITI.. MA DIVERSI


Quella difficile sintesi governativa che potrebbe compromettere un cambiamento

di vincenzo cacopardo

A quasi un mese dal disastro del viadotto Morandi di Genova...ennesima disgrazia dovuta alla completa assenza di prevenzione da parte del nostro Stato..ci accorgiamo di quanto difficile sia l'opera di affinità in seno al nuovo governo. Da una parte in seno allo stesso Movimento che fa capo a DiMaio si riscontrano chiare discrepanze sulla questione delle concessioni:La via della nazionalizzazione non appare chiara. Dall'altra parte anche la Lega non sembra ben convinta sulla procedura di assegnare allo Stato la gestione di Autostrade.
Anche sulla immigrazione le distanze non riescono a colmarsi: Se da una parte il Movimento 5Stelle sembra cedere ed optare per non interrompere gli sbarchi nei porti, ma di operare misure studiate in collaborazione con la comunità europea ai fini di fermare il traffico nel paese africano, la linea della Lega di Salvini, in parte condivisa, pare essere più drastica e decisa ed ostile verso l'unione europea. Se poi andiamo sulle pensioni la distanza sembra sempre più allargarsi. Dovremo poi aspettare le prossime linee di programma per accorgerci di come le cose potrebbero mettersi sul conflitto d'interessi.


Sarebbe forse augurabile un nuovo ministero sulla “Prevenzione”..poichè ognuno di questi argomenti resta in relazione con essa: La immigrazione, i continui disastri sui territori, i viadotti che crollano, i continui conflitti d'interesse..la cultura..l'istruzione..e tanto altro si sarebbero dovuti affrontare con precauzione e con lungimiranza già da tempo, prevedendo opportune azioni preventive studiate con competenza. Nazionalizzare con la supervisione di un Ministero di controllo sulla prevenzione potrebbe forse funzionare, ma è più che chiaro che questa logica dovrebbe trovare un punto d'incontro in un governo più coeso e deciso per procedere coerentemente unito sul metodo.


Qualcuno afferma che in questa unione di governo sia stato necessario mettere per iscritto i punti del programma proprio perchè in alcuni di questi non si era d'accordo: Punti del programma che sono rimasti indecisi e quindi non definiti. Ma sarebbe stato necessario affrontarli per trovare una utile sintesi ancor prima del passaggio in Parlamento. La inquietudine di chi ha votato per un cambiamento rimane proprio questa e cioè: Fino a che punto queste differenze potranno riuscire a colmarsi per raggiungere e trovare quel giusto e positivo compendio? Certo è che se entro un semestre la situazione politica governativa non vedrà un esito soddisfacente...potrebbe compromettere l'indole e la disposizione dei tanti che hanno voluto la formazione del governo stesso. E' forse il presidente Conte che a questo punto dovrebbe prendere in mano la situzione per saturare definitivamente queste discrepanze?



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