E’ impressionante constatare
con quanta sufficienza è stato affrontato il problema del mezzogiorno durante
la sfida dei due candidati del PD su Rai
uno. Ciò può far ben intuire quale potrà essere l’atteggiamento qualora uno dei
due candidati dovesse salire alla carica suprema del Governo: per ambedue una
identica ed approssimativa risposta sull’importanza dell’utilizzo dei fondi
della comunità europea, senza approfondire il tema sulle rilevanti metodologie
da studiare per far sì che, il Sud della
nostra Nazione, possa almeno in parte appianare il divario esistente col resto
del Paese.
Il primario
problema del Mezzogiorno è e rimane essenzialmente infrastrutturale!.. solo
uno ingenuo potrebbe non accorgersene…Negli anni passati, la 488 non ha per
niente aiutato questo sviluppo, ma ha portato al fallimento le inutili aziende
costruite nel territorio proprio perché è venuto a mancare uno studio analitico
di merito e le indispensabili metodologie: La ricetta migliore non è quella di
una legge che permetta finanziamenti diretti verso l’illogica nascita di realtà
produttive inutili, ma un intervento pubblico studiato al fine di realizzare
infrastrutture adatte e più utili.
Occorrono idee… e queste
possono restare utili, solo se, nel contempo si opera un piano strategico che
veda un coinvolgimento pieno del Governo centrale e della Comunità Europea
al fine di poter apprestare giuste ed indispensabili infrastrutture per il sud.
Questa strada rende chiaramente necessario il metodo con cui si affronta il
problema: “Il territorio è uno dei fattori su cui maggiormente si misura la
competitività di un’area, ed il Sud non avendo adeguate infrastrutture, non
potrà mai avere opportunità di sviluppo”
Il duello televisivo,
estremamente enfatizzato da una echeggiante comunicazione, ha evidenziato la
superficialità con la quale la politica si impegna in uno dei più importanti
argomenti del Paese. Chi penserà ..dunque..a questo territorio?
Il nostro Mezzogiorno dovrebbe
richiamare l’attenzione di tutti ma potrà veramente sensibilizzare le forze
politiche solo quando, la stessa politica, riuscirà a liberarsi dal profondo
cinismo e dalla staticità nella quale si è assopita. Attraverso la dovuta
attenzione ed un senso più etico di una politica libera dai vincoli, ci si
potrà impegnare positivamente in un problema che non potrebbe mai esser risolto
senza una equilibrata conoscenza delle risorse, della cultura e delle idee.
vincenzo Cacopardo