18 dic 2012

la posta di paolo speciale



 LE INCOMPIUTE DEL PROFESSORE


Come non condividere le preoccupate perplessità del Capo dello Stato circa il mancato compimento dell'iter che avrebbe dovuto consentire di andare al voto con criteri di elezione nuovi? Essi infatti, previa ampia condivisione, avrebbero certamente costituito un rinnovato interesse ed un maggiore entusiasmo proprio nell'esercizio medesimo della più alta espressione democratica dell'ordinamento repubblicano.

Da un lato si registra il - peraltro prevedibile - tentativo di politicizzazione del “sofocrate” Monti da parte di un Centro Destra dove il berlusconismo è sempre più tormento che passione, nell'estremo tentativo di (mal) celare la diffusa ed incontrovertibile incapacità di tornare ad occupare le coscienze dei cittadini.

Dall'altro lato Bersani auspica l'uscita di scena del Professore perchè non riesce a liberare sé ed i suoi dai forti complessi legati alla evidente inconciliabilità tra un indirizzo politico tutt'altro che “socialmente utile” coordinato dal Presidente del Consiglio, cui ha dovuto concedere la fiducia sino all'ultimo, ed i precetti geneticamente pertinenti anche alla nuova sinistra moderata che ritiene di rappresentare.

Nel valutare, secondo canoni dettati dalla tradizione e dalla consuetudine, l'attività di iniziativa delle leggi esercitata dal Governo Monti con particolare riferimento alla loro peculiarità rigoristica definita necessaria da più parti in Europa, essa non può certo definirsi improntata, quanto meno in una accezione non lungimirante ma empiricamente popolare, alla incondizionata tutela di diritti fondamentali, primo tra tutti il lavoro, spesso impropriamente definito una conquista equiparandolo di fatto ad un “privilegio”.

La cosiddetta “giustizia sociale”, che qui non possiamo non considerare un essenziale corollario dei numerosi provvedimenti emanati nell'ultimo anno nel nome dell'austerità, non è stata caratterizzata, insieme ad una adeguata politica di promozione dello sviluppo delle attività produttive, da alcuna esecutività.

E' anche per questo che oggi il grido proveniente dal Colle si ode forte e chiaro. Esso certifica ed individua nel mancato varo di una nuova legge elettorale e nella perduta occasione di investire di necessaria equità l'azione del risanamento dei conti pubblici i limiti pesanti di un Governo più di altri istituzionalmente preposto a ciò.

Per quanto attiene all'area “montiana” della politica essa è già definita da tempo ed è quella del Centro Destra, laddove non c'è più una Destra e rimane un Centro malato di inconsistenza.

E se Monti giocasse a fare il De Gasperi?

Paolo Speciale


Nessun commento:

Posta un commento