LE TENTAZIONI NEGATE
La
recente cronaca politico-giudiziaria ci partecipa il non esclusivo
appannaggio del Cavaliere e dei suoi
adepti nel promuovere, presso la pubblica opinione, una sempre più
crescente accezione del nostro Ordinamento filosoficamente fondata
sulla “bolla malarica
della politicizzazione” di cui esso sarebbe affetto, con particolare
riferimento a quegli Organi
costituzionalmente preposti al di sopra delle parti e che quindi
sarebbero inopportunamente non scevri dalla concorrenza nella
determinazione ed
attuazione dell’indirizzo politico contingente. Si constata così con
sconcerto ed incredulità la sopraggiunta perfetta
coincidenza di opinione sulla qualità e
sul merito dell’operato della Consulta –
anche se su temi diversi – da parte di due personaggi pubblici –
Berlusconi ed
Ingroia - completamente diversi nel
ruolo occupato nella collettività, nella forma mentis, nella formazione
culturale e, perché no, politica. E allora? Cosa significa tutto ciò?
Due le
possibilità: o entrambi hanno ragione, oppure ci troviamo davanti ad un
discutibile
metodo per sostenere e manifestare –legittimamente – il proprio punto di
vista.
Ecco perchè una delle grandi sfide che dovrà sostenere il legislatore
dell’immediato futuro sarà quella
di conciliare il sacrosanto diritto di critica con il rispetto
dell’autorevolezza
dello Stato inteso - forse utilmente
nella fattispecie - in senso etico/hegeliano, nell’intento di superare
una volta per tutte l’impasse costituita dalla
fuorviante tentazione ossessivo/individualistica di considerare impuro
tutto ciò che non sia
intrinsecamente conforme al patrimonio personale di idee che costituisce
il
substrato ideologico di ogni dissidente. La necessaria stabilità di ogni
Ordinamento ne trarrà durature garanzie e benefici, che contribuiranno
anche a rafforzare una ritrovata alta qualità del
libero confronto democratico.
Paolo Speciale
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