10 dic 2012

Stato confusionale e bisogno di equilibrio




Nella nostra Nazione, lo stato confusionale sembra arrivato al massimo…Un governo Monti che sta per togliere le tende,.. un Berlusconi che ritiene di poter tornare in gioco,.. un Movimento 5 stelle che critica certe metodologie dei partiti per poi non agire in modo diverso al suo interno,… un Bersani che si propone come premier senza riuscire a capire con quale maggioranza…e nel frattempo…un vecchio sistema incancrenito non viene innovato,.. il Paese non intravede alcuna crescita,.. lavoro che manca,.. pensionati che sopravvivono a stento,.. nord e sud sempre più separati dalla dura realtà di una diversa economia…etc..etc.  C’è una miscela esplosiva pronta a brillare..un forte rischio di regime assoluto, in gran parte desiderato da chi non ha più nulla da perdere…e poiché, questi, sono ormai un numero considerevole, il pericolo non sembra poi tanto insolito, nè distante..
Il problema principale sembra essere la mancanza del senso di collaborazione da parte di chi si propone nella politica senza alcuna umiltà e con la presunzione di poter essere il risolutore di tutti i problemi ..ma, anche, di chi pensa che il tutto debba affrontarsi solo in termini conflittuali e di dissenso, rendendo il dialogo ed ogni percorso ideativo, viziato in partenza da una visione poco equilibrata.
La novità di questi giorni è quella che ovunque (comuni -regioni –stato) si sta dando corpo ad una riforma per dare più forza ad una governabilità!..
I mostri sacri della politica continuano per le vie brevi nella ricerca di una governabilità sicura non riuscendo a percepire il fine negativo che questa può avere se non costruita correttamente dal basso..La governabilità è un fine.. ma fino a ché sarà identificata come l’unico “scopo” non tenendo conto della base funzionale della politica, si imporrà una stabilità falsa e negativa. Se la politica non regola preventivamente i rapporti con i cittadini ogni scopo governativo non potrà sortile alcun risultato positivo. Questa generica ricerca di governabilità porterà nel breve tempo ad uno stato di degradamento ogni assemblea parlamentare, relegandola in un ruolo non più centrale e….tutto ciò a danno di una vera democrazia.
Si ripete dunque l’errore degli anni novanta in cui, l’ingresso di un bipolarismo assai inventato, ha pensato di dare forza ad una governabilità più stabile e forte…..dimenticando l’importanza di una prassi logica della politica che, di norma, dovrebbe farla nascere dal basso……ma come non si intuisce il pericolo che corre una vera democrazia quando, per logica, dovrebbe veder costruita una governabilità come un fine dettato attraverso un dialogo costruito con i cittadini?
Solo l’equilibrio potrà salvare questa democrazia! L’equilibrio è certamente il più importante principio per il nostro futuro, un futuro che guardando al progresso, possa trovare una via di mediazione tra mercato, produzione, etica, vivere sociale e persino arte e poesia, poiché tutte queste sono esigenze di vita necessarie per qualunque comunità a cui l’essere umano appartiene.
Nella vita politica la parola “democrazia” non può che essere in stretta relazione con la parola “equilibrio” per la determinazione delle scelte armoniche di una società civile. Nell’azione politica, risulta essenziale per la giusta ricerca delle formule da adattare a qualsiasi riforma: - non vi saranno mai riforme giuste, senza quell’equilibrio che imponga, agli stessi autori, la duttilità necessaria per meglio spingerli verso una partecipazione costruttiva, meno di parte e più aperta agli obbiettivi problemi della società.
Quando si affrontano certi temi, si rischia di apparire demagogici e qualunquisti, ma…il bisogno di ritrovarsi in una atmosfera più serena, con l’intento di costruire regole nuove, sembra divenuto essenziale ed un certo senso di responsabilità dovrebbe anche acuire questo desiderio…. Non v’è dubbio che, un impegnativo percorso in tal senso, non può trovare facile realizzazione ma, sicuramente, il suo traguardo darebbe maggiore solidità e stabilità al Paese.
La necessità di creare una nuova assemblea costituente attraverso la quale poter definire nuovi principi e metodologie per il futuro del Paese, appare vitale….ma chi avrà l’equilibrio, la saggezza ed il grande senso dell’innovazione, per poterne fare parte?  
vincenzo cacopardo    

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