Sullo “studio e analisi”
del mio blog, un post dedica un’analisi al tema della “legalità”...quando questa si lega in modo
specifico alla “comunicazione” di chi vorrebbe proporsi per far politica.
Recenti casi che vedono i Magistrati impegnati in politica e che tendono a costruire un proprio consenso attraverso il principio della legalità, ben si adattano alle analisi critiche da me sempre sostenute....
Recenti casi che vedono i Magistrati impegnati in politica e che tendono a costruire un proprio consenso attraverso il principio della legalità, ben si adattano alle analisi critiche da me sempre sostenute....
Nella fattispecie, l’argomento in questione è indirizzato nei confronti della “comunicazione” di chi opera per una
politica di dialogo con i cittadini.... politica di base per la ricerca delle soluzioni, che si
differenzia in modo evidente da quella di chi opera in ruolo amministrativo per
gli interessi e la difesa dei principi istituzionali.
La
legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un
valore da ricercare, poiché, se è vero che senza un principio di
legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo,
non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità. Chi oggi si avvia nella carriera politica con la
pretesa di una ricerca di cambiamento della società…deve comprendere che il
funzionamento del sistema dovrebbe essere visto come un principio fondamentale
anteposto a quello della legalità. Un pensiero che non può essere interpretato
in modo diverso se non attraverso un’ottica che tende a porre la legalità come
il fine costruttivo di un valore ed il funzionamento del sistema come mezzo per
dare corpo allo stesso principio. Tema
difficile da affrontare soprattutto con chi, in questi anni, del termine “legalità”
ne ha fatto abbondantemente uso al fine di costruirsi una propria immagine.
Sappiamo bene che ogni bel concetto di “legalità”
può e deve essere indirizzato nei riguardi della classe politica che amministra
la cosa pubblica. L’obbiettivo è fondamentale!.. Ma appare persino retorico farne continuo uso da chi
dovrebbe proporsi in politica con i pensieri, le idee e le soluzioni. Il vero
politico dovrebbe salvaguardare il
diritto alla “legalità”, attraverso una procedura più utile e costruttiva,
impedendo che il suo essenziale concetto possa confondersi con “legalismo”.
E’ fin troppo logico che,
in linea di principio, tutti vorrebbero il rispetto per una legalità! Ma
politicamente sarebbe più utile agire per il suo fine e quindi per un valore da
ricercare attraverso un vero funzionamento delle regole.
A volte,(soprattutto
quando questi è un magistrato entrato in politica) la strumentalizzazione continua del termine, rischia di mettere alla
ribalta chiunque usi il tema della “legalità”, come l’unico onesto legittimato
a giudicare chi non lo è. La paura è,
quindi, quella di non determinare un giusto risultato costruttivo. Sarebbe
più utile partire da un principio che pone la legalità come il fine di un
obbiettivo della politica, invece che innalzarlo come l’importante vessillo di
una battaglia o come mezzo per la conquista di un consenso. La pretesa di una “legalità”, per quanto giusta
possa essere in linea di principio, non potrà che camminare di pari passo con
il buon funzionamento di una società… …insomma: non si potrà mai
pretendere dai cittadini il vero rispetto per un sistema quando lo stesso, mal
funzionante, finisce col frustrare altri e più importanti principi come quelli
della giustizia e di una vera democrazia.
Spesso alcuni cittadini, non protetti nei loro
diritti, sono costretti a difendersi con qualche piccolo atto illecito dalle
indifferenti istituzioni che non lasciano loro alcuna alternativa.
Dall’illecito all’illegale..poi.. il passo è breve….
Un politico oggi,,.. può solo illudersi di riuscire
a costruire un valido sistema di legalità se non attraverso un’azione che
comporti una efficienza nei servizi e nelle pubbliche amministrazioni.
Si pone oggi forte il
problema di attività illegali più pesanti come mafia, camorra e ndrangheta… E’ fondamentale andare a sradicare questi
fenomeni criminosi non solo attraverso una buona azione repressiva, ma
anteponendo un’azione preventiva accompagnata da una logica culturale e
territoriale costruttiva. E’ indiscutibile la lotta contro questi fenomeni che
rappresentano una sfida contro lo Stato, ma si riuscirebbe a farlo meglio se ci
si dedicasse con più impegno a far funzionare preventivamente l’apparato
organizzativo del nostro sistema con più metodo: Con
uno sforzo che deve essere prevalentemente affidato ad una produttiva politica
di idee….
Ma se lo sforzo di chi
determina una politica di pensiero, di idee e di ricerca, resta concentrato sul
tema della legalità come “principio” ed assai meno sullo studio del
funzionamento e delle regole da attuare per la ricerca del valore da
raggiungere, si continuerà a costruirvi attorno molta demagogia senza poter
arrivare alla soluzione del vero problema.
Si
vuole così evidenziare il logico e diverso
compito spettante ad un politico amministratore il quale, essendo
legittimato ad amministrare la cosa pubblica, deve prodigarsi per il rispetto
delle regole attraverso un messaggio costruito sui principi di legalità e con
l’uso della forza pubblica o dei mezzi
messi a sua disposizione… Compito repressivo assai diverso da quello preventivo
spettante ad una differente classe politica di pensiero che, come già detto,
deve promuoversi e comunicare attraverso le idee e le proposte.
L’importanza di un giusto posizionamento della comunicazione politica,
rappresenta oggi la chiave fondamentale
per poter ottenere risultati positivi in termini di riscontro con la società
civile. Solo così si riuscirà a determinare quella differenza della politica
che intende comunicare coerentemente per costruire, da quella politica
“politicante” che si esprime ostentando ingannevoli vessilli al solo fine di crearsi un consenso.
vincenzo Cacopardo
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