19 gen 2013

Principio di legalità e posizionamento della politica




Sullo “studio e analisi” del mio blog, un post dedica un’analisi al tema della  “legalità”...quando questa si lega in modo specifico alla “comunicazione” di chi vorrebbe proporsi per far politica.  
Recenti casi che vedono i Magistrati impegnati in politica e che tendono a costruire un proprio consenso attraverso il principio della legalità, ben si adattano alle analisi critiche da me sempre sostenute....

Nella fattispecie, l’argomento in questione è indirizzato nei confronti della “comunicazione” di chi opera per una politica di dialogo con i cittadini.... politica di base per la ricerca delle soluzioni, che si differenzia in modo evidente da quella di chi opera in ruolo amministrativo per gli interessi e la difesa dei principi istituzionali.

La legalità è sicuramente un principio sul quale lavorare, ma è sopratutto un valore da ricercare, poiché, se è vero che senza un principio di legalità non cresce sviluppo, è anche vero che senza un funzionale sviluppo, non potrà mai affermarsi un giusto processo di legalità. Chi oggi si avvia nella carriera politica con la pretesa di una ricerca di cambiamento della società…deve comprendere che il funzionamento del sistema dovrebbe essere visto come un principio fondamentale anteposto a quello della legalità. Un pensiero che non può essere interpretato in modo diverso se non attraverso un’ottica che tende a porre la legalità come il fine costruttivo di un valore ed il funzionamento del sistema come mezzo per dare corpo allo stesso principio. Tema difficile da affrontare soprattutto con chi, in questi anni, del termine “legalità” ne ha fatto abbondantemente uso al fine di costruirsi una propria immagine.

Sappiamo bene che ogni bel concetto di “legalità” può e deve essere indirizzato nei riguardi della classe politica che amministra la cosa pubblica. L’obbiettivo è fondamentale!.. Ma appare  persino retorico farne continuo uso da chi dovrebbe proporsi in politica con i pensieri, le idee e le soluzioni. Il vero politico dovrebbe salvaguardare il diritto alla “legalità”, attraverso una procedura più utile e costruttiva, impedendo che il suo essenziale concetto possa confondersi con “legalismo”.

E’ fin troppo logico che, in linea di principio, tutti vorrebbero il rispetto per una legalità! Ma politicamente sarebbe più utile agire per il suo fine e quindi per un valore da ricercare attraverso un vero funzionamento delle regole.

A volte,(soprattutto quando questi è un magistrato entrato in politica) la strumentalizzazione continua del termine, rischia di mettere alla ribalta chiunque usi il tema della “legalità”, come l’unico onesto legittimato a giudicare chi non lo è. La paura è, quindi, quella di non determinare un giusto risultato costruttivo. Sarebbe più utile partire da un principio che pone la legalità come il fine di un obbiettivo della politica, invece che innalzarlo come l’importante vessillo di una battaglia o come mezzo per la conquista di un consenso. La pretesa di una “legalità”, per quanto giusta possa essere in linea di principio, non potrà che camminare di pari passo con il buon funzionamento di una società… …insomma: non si potrà mai pretendere dai cittadini il vero rispetto per un sistema quando lo stesso, mal funzionante, finisce col frustrare altri e più importanti principi come quelli della giustizia e di una vera democrazia.

Spesso alcuni cittadini, non protetti nei loro diritti, sono costretti a difendersi con qualche piccolo atto illecito dalle indifferenti istituzioni che non lasciano loro alcuna alternativa. Dall’illecito all’illegale..poi.. il passo è breve….

Un politico oggi,,.. può solo illudersi di riuscire a costruire un valido sistema di legalità se non attraverso un’azione che comporti una efficienza nei servizi e nelle pubbliche amministrazioni.

Si pone oggi forte il problema di attività illegali più pesanti come mafia, camorra e ndrangheta… E’ fondamentale andare a sradicare questi fenomeni criminosi non solo attraverso una buona azione repressiva, ma anteponendo un’azione preventiva accompagnata da una logica culturale e territoriale costruttiva. E’ indiscutibile la lotta contro questi fenomeni che rappresentano una sfida contro lo Stato, ma si riuscirebbe a farlo meglio se ci si dedicasse con più impegno a far funzionare preventivamente l’apparato organizzativo del nostro sistema con più metodo:  Con uno sforzo che deve essere prevalentemente affidato ad una produttiva politica di idee….

Ma se lo sforzo di chi determina una politica di pensiero, di idee e di ricerca, resta concentrato sul tema della legalità come “principio” ed assai meno sullo studio del funzionamento e delle regole da attuare per la ricerca del valore da raggiungere, si continuerà a costruirvi attorno molta demagogia senza poter arrivare alla soluzione del vero problema.

Si vuole così evidenziare il logico e diverso  compito spettante ad un politico amministratore il quale, essendo legittimato ad amministrare la cosa pubblica, deve prodigarsi per il rispetto delle regole attraverso un messaggio costruito sui principi di legalità e con l’uso della forza pubblica  o dei mezzi messi a sua disposizione… Compito repressivo assai diverso da quello preventivo spettante ad una differente classe politica di pensiero che, come già detto, deve promuoversi e comunicare attraverso le idee e le proposte.

L’importanza di un giusto posizionamento della comunicazione politica, rappresenta oggi la chiave  fondamentale per poter ottenere risultati positivi in termini di riscontro con la società civile. Solo così si riuscirà a determinare quella differenza della politica che intende comunicare coerentemente per costruire, da quella politica “politicante” che si esprime ostentando ingannevoli  vessilli al solo fine di crearsi un consenso.

vincenzo Cacopardo

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