14 mar 2013

La posta di Paolo Speciale




                                             LO SCONTRO INFINITO


Le plurime “sedi vacanti”, sia presenti che di imminente costituzione, conseguenza pressochè senza precedenti di una serie di concomitanti scadenze, evocano inevitabilmente lo spettro e la diffusa spiacevole sensazione di una sorta di dispersione incontrollata del potere, come se esso si trovasse preda ed in balia di indegni profittatori.
In realtà la storia ci insegna che, specie in un Paese come il nostro, il tempismo in senso inopportuno e minato da uno spirito irresponsabile costituisce una irrinunciabile tentazione per molti.
E chi avverte per primo la necessità di reggere le fila portanti di un sistema istituzionale già duramente provato da una consultazione elettorale sui generis, dalla crisi economica e dagli scontri tra i principali poteri sovrani è lui, Giorgio Napolitano, in una situazione “de facto” ben diversa da quella che prevede il semestre bianco.
Il suo deciso e tempestivo intervento indica al di là di ogni ragionevole dubbio la sopraggiunta insostenibilità – e diremmo anche la inopportunità – di uno scontro reciprocamente strumentale viziato da contingenti e divenuti quasi ineludibili dissapori di matrice personalistica.
Pur non volendo invadere alcuna altrui competenza infatti, è impossibile non rilevare la comune ed ormai consolidata accezione, insinuatasi presso la pubblica opinione, della “commedia giudiziaria” che ha visto sino ad ieri unici protagonisti Berlusconi e la Boccassini.
Ci si guardi bene dal chiedere a qualcuno di rinunciare al proprio ruolo – quello della difesa e quello dell'accusa -, ma un richiamo al senso di responsabilità nello svolgimento di funzioni opposte, previste e tutelate dal vigente Ordinamento era dovuto, che sottende l'appendice/ammonimento a non inseguire sovvertenti consensi popolari al di fuori della riconosciuta e sacrosanta corretta propaganda politica.
Paolo Speciale

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