27 mar 2013

Perchè necessita il cambiamento 5°


(Tratto da “studio e analisi” argomento: le ragioni della crisi economica)
 
L’attuale crisi economica è il risultato di un sistema finanziario e bancario mondiale che non può più funzionare. Molti hanno sempre dato la colpa di tutto ciò al capitalismo e ad un certo liberismo guidato da potenti uomini d'affari, i quali, non si sono mai curati delle possibili ripercussioni sull'economia reale e quindi delle crisi che si sarebbero riversate nei vari settori produttivi, dimostrando solo di voler giungere all'accumulazione di ricchezze personali, mediante operazioni speculative di alta finanza.
Il problema principale sta nel fatto che la politica non si è mai veramente interessata a regolamentare questo sistema finanziario e bancario. In teoria si può  affermare che una delle principali cause della povertà sia dovuta alle banche, ma ciò non sempre rispecchia la realtà, anche perché le motivazioni dei fenomeni come la povertà sono molteplici e molto più legate a cattive scelte politiche.
Per superare questa situazione si dovrebbe rilanciare l’economia reale e di questo è proprio la politica che deve farsene responsabile.
Alla base della crisi c’è quindi un problema del sistema bancario, finanziario e monetario che sta ormai giungendo al collasso. Ma anche aiutare l’economia reale rappresenterebbe un limite se l’azione dei governi non andasse oltre. Per porre fine in maniera definitiva a tutto ciò e necessario partire dalla radice del problema, dalla sua causa primaria e cioè da un sistema bancario malato che deve essere assolutamente riformato.
Una preoccupazione forte in un’Unione dove diversi Paesi hanno deciso di unire le loro sorti all’Euro che rappresenta sicuramente una credibile difesa, ma anche un motivo di ansia, per i Governi e per la Banca Centrale Europea, per gli alti costi dei continui attacchi speculativi che cercano di trarre profitto dalle recenti difficoltà contingenti.
La reputazione dei Governi e la loro politica non potranno che influenzare l’economia: - Un Governo che non è in grado di assumere impegni vincolanti relativi alla propria politica futura non sarà più credibile. In presenza di forti deficit fiscali che potrebbero rendere difficoltoso il rimborso del capitale costringendo a ricorrere a forti aumenti della tassazione, anche la continua emissione di titoli governativi potrebbe essere considerata a maggiore rischio di default.
L’Italia, tra i primi emittenti al mondo di titoli di Stato, ha una pesante posizione debitoria interna rispetto al PIL che la espone in maniera particolare al rischio di credito.
Ma quando ci si appresta a fare una qualsiasi critica al pragmatico procedere di ogni percorso dell’economia, si rischia di essere male interpretati o addirittura essere presi per ignoranti e poco realisti.
L’economia appare come una realtà legata ai numeri, una realtà della quale non si può non tener conto. Non dovremmo comunque mai dimenticare che essa è stata studiata dall’uomo, ma anche per l’uomo, per un benessere, ma soprattutto per il suo benessere.
Vi è quindi il necessario bisogno di una regolamentazione e la necessità di un ridimensionamento come un vuoto da dover colmare da parte di una politica internazionale al fine di poter  guidare un processo di evoluzione dell’economia ma, con un’attenzione diretta ad un controllo generale…per poter proteggere gli interessi del cittadino.”
La politica  del nostro Paese sembra ormai aver preso la strada più breve, comoda e meno impegnativa dell’esterofilia, agganciandosi ai sistemi finanziari Americani e dei paesi più ricchi, dimenticando ogni approfondimento della problematica in relazione al tema sociale e culturale e dimenticando il pericolo imminente di un possibile default. 
L’indirizzo politico degli istituti bancari del nostro Paese sembra non prendere alcuna strada: Mai una economia di sviluppo in linea con la realtà, nessun impegno  adeguato verso un intervento a favore dello sviluppo delle aziende!
Vi sono grandi temi di politica che non possono che essere valutati, controllati e guidati a livello internazionale, se non mondiale, uno di questi è il tema dell’economia. La problematica dell’economia è globale e necessita di un impegno e di una immedesimazione di tutte le nazioni.
Se il compito di tutte le forze politiche mondiali rimane  fondamentale, la nostra politica dovrebbe sicuramente avere l’essenziale compito di guidare con maggior equilibrio un cambiamento del sistema in favore di una crescita del proprio Paese… per una economia forse un pò meno globalizzata... ma proposta attraverso l’uso di una indispensabile regolamentazione.
vincenzo Cacopardo

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