24 mar 2013

Un nuovo commento di Domenico Cacopardo



REALISMO E RESPONSABILITA’
di Domenico Cacopardo

L’incarico che Giorgio Napolitano ha conferito a Pierluigi Bersani ha dei limiti ben precisi. Essi consistono nella definizione di una maggioranza programmatica precostituita al Senato.
Dobbiamo confidare ora nel senso di responsabilità del segretario del Pd: sarebbe, infatti, un pessimo servizio alla democrazia convincere un certo numero di grillini ad abbandonare il mussolinetto di Bogliasco per confluire in una proposta Pd-Sel. Le altre ipotesi, per la formazione della maggioranza richiesta dal presidente della Repubblica, sono ancora più avventuriste. L’idea di un accordo con la Lega Nord e con uno sparuto gruppo di componenti in libertà del Pdl accentuerebbe le incertezze sul futuro.
Alla fine rimarrà soltanto la rinunzia.
Napolitano, infatti, non accetterà una compagine governativa senza maggioranza precostituita alla mercé delle bizze imprevedibili dei senatori grillini, leghisti e vari cani sciolti: la dimensione drammatica dei problemi economici nazionali non lo permetterebbe.
Una rinunzia del genere ha il significato politico di un sconfitta non di Pierluigi Bersani, ma dell’intero Pd. Valeva la pena insistere in modo così pervicace per ottenere un simile risultato? O non era meglio lasciare alla regia del presidente della Repubblica la ricerca di una soluzione istituzionale che traghettasse il Paese attraverso l’elezione del capo dello Stato e, dopo, verso una nuova legge elettorale (maggioritario in due turni) e nuove elezioni?

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