PAVIDI AL POTERE di Domenico Cacopardo
Un’ondata di fascismo percorre
il Paese nell’indifferenza dei poteri costituiti e di gran parte della
popolazione. Il 25 aprile del 1945 è così lontano da farci dimenticare
cos’era accaduto prima?
Lo
spettacolo indecente dei grillini in Parlamento a scandire il nome di
Rodotà accompagnandolo col gesto della mano destra alzata, le
manifestazioni in piazza del Parlamento e in piazza Montecitorio con
l’aggressione di vari parlamentari e, infine, di Franceschini
costituiscono intollerabili atti intimidatori.
C’era
da aspettarsi che il presidente della Camera dei deputati, portata per
ignoti meriti, dall’oscurità, alla ribalta nazionale e il presidente del
Senato avessero un attimo di consapevolezza di quali fossero i valori
devastati e rivolgessero un monito alla banda di sciamannati seguaci del
comico disoccupato di Bogliasco. Sottolineo banda di sciamannati, visto
che nessuno di loro, nemmeno uno, ha avuto il coraggio di dissociarsi e
di votare Napolitano, segno della una disciplina paramilitare cui sono
addestrati.
E
mi domando anche: nel mondo dei solerti giudici italiani non ce n’è uno
che abbia qualcosa da rilevare sulla mascalzonata del predetto comico
consumata nell’intervista alla Bild tedesca? L’annuncio del prossimo
default italiano non costituisce i reati di cui agli artt. 501 e 656? O
i magistrati coraggiosi di fronte al nano di Arcore se la fanno sotto
di fronte al mussolinetto di Bogliasco?
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