8 mag 2013

Andreotti...pragmatico statista, fautore del compromesso ..



Giulio Andreotti è morto alle 12 e 25 nella sua abitazione romana. Aveva compiuto 94 anni il 14 gennaio scorso. L'ex senatore a vita era stato ricoverato il 3 maggio dell'anno scorso al Policlinico Gemelli di Roma per una crisi respiratoria. Nato a Roma il 14 gennaio 1919, sposato con la signora Livia, padre di 4 figli, Andreotti è stato tra gli uomini più importanti della DC. Presidente del Consiglio per 7 volte, senatore a vita, ha ricoperto numerosi incarichi di governo: 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 3 volte ministro delle Partecipazioni statali, 2 volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno (il più giovane della storia repubblicana), ministro dei Beni culturali e ministro delle Politiche comunitarie. Figura controversa, secondo i giudici 

E’ stato protagonista di mezzo secolo di politica italiana, per sette volte capo del governo e per tante altre ministro. Di lui si è parlato spesso di una consapevolezza che legava i suoi amici  politici siciliani con alcuni boss mafiosi, chiedendo favori, incontrandoli ed interagendo con essi.
A queste conclusioni sono giunti i giudici della Corte d'assise di Palermo che lo hanno assolto per non aver commesso il reato di associazione mafiosa a partire dal 1982, ma hanno invece dichiarato prescritto il reato di associazione per delinquere semplice commesso almeno fino al 1980. Una sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione, che ha messo l'ultimo sigillo su una vicenda durata dieci anni.
Al di là di ogni sicura capacità politico  diplomatica che non gli si potrebbe negare e che lo ha visto protagonista quasi unico negli affari esteri con una sicurezza rafforzata dal pragmatismo e da un’ironia fuori dal comune, Giulio Andreotti non può esser giudicato sul piano della deontologia politica in modo positivo. Le sue battute tra l’ironico ed il sarcastico hanno sicuramente inciso sulla valutazione e l’intelligenza dell’uomo.. ponendo in secondo piano l’aspetto della figura politica a volte simulata di chi sa …ma finge di non vedere. Un personaggio capace di passare sopra a qualsiasi evidente compromesso per raggiungere il fine pragmatico di un proprio consenso.


Non dobbiamo dimenticare, in proposito, che la vecchia DC non si convinse mai di offrirgli la poltrona di segretario del partito, ma per certi versi… lo usò, (con sua consapevolezza) come la figura più rappresentativa di una governabilità del Paese Italia. Una governabilità che a prescindere dai valori più sani del passato, ci ha comunque affossato in uno spaventoso debito pubblico.  
Sebbene sia davvero difficile valutare un uomo politico come Andreotti che si è sicuramente affermato con l'immagine di un grande statista, ogni giudizio che si deve ad un politico non deve mai essere condizionato dall'aspetto o dall' acuta brillantezza della mente. Se poi...una tale mente gli permette, anche ironizzando.. di determinare scelte fortemente pragmatiche, senza considerare i forti compromessi che si devono attuare…allora tale giudizio dovrebbe essere rivisto e valutato in termini differenti.
Andreotti ha rappresentato (pari a Berlusconi…sebbene in termini ben diversi) l”uomo mito” di una politica simulata che ancora oggi si continua a ricercare nel nostro Paese. Un Paese che osanna in modo ostentato.. e poi continua a lamentarsi per la mancanza di una indispensabile crescita.
vincenzo Cacopardo

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