24 lug 2013

Il pensiero politico… precluso da una logica irrazionale


In una normale logica politica.. un pensiero non potrebbe mai essere “costretto”!.. Può essere forzato per seguire un percorso obbligato da una linea del Partito discussa e definita nel contesto dei propri dibattiti interni. 
Altra cosa, poi, possono essere  i metodi che lo stesso Partito deve operare al fine di seguire una strada suggerita dalla propria maggioranza.
Ma pensare, oggi, di far sottostare un libero pensiero...ad un percorso imposto per dare forza ad un unico principio di governabilità, sembra una contraddizione priva di senso. Un modo incoerente .. del tutto figurato… di partecipare ad azioni politiche determinate solo ed esclusivamente dai loro leaders. Leaders che in sé non potranno mai rappresentare la volontà di un gruppo…e quindi.. che finiscono con l’agire in contrasto ad un percorso di sana democrazia.
Quando oggi …facendosi sempre più decisa una volontà di staccarsi dal proprio gruppo parlamentare, (poiché non se ne condividono le idee) si attacca un deputato… e lo si apostrofa in modo assai leggero come “voltagabbana od opportunista”, non si  spiega in profondità che tutto ciò nasce da una errata costruzione dell’iter politico istituzionale che, pur riconoscendo costituzionalmente una libertà di voto ad ogni deputato, non considera le innumerevoli difficoltà di lavorare insieme ad un gruppo parlamentare…dove un unico presidente finisce con l’imporre, quasi sempre, ogni decisione.
Se noi, proseguendo con queste contraddizioni speriamo di salvare la politica istituzionale del Paese e se per un unico motivo determinato dal fornire una qualsiasi governabilità, continuiamo  illudendoci di costruire positivamente, ci troveremo di continuo verso la strada del non ritorno.
Il pensiero politico deve restare libero!..e questo non può che essere un assioma … e deve poter prendere le proprie direzioni senza alcun ostacolo: il deputato eletto dovrebbe dunque poter dirigere le sue idee ed i suoi concetti senza alcun obbligo da parte di un presidente di gruppo che lo condizioni al fine di salvare un qualsiasi percorso.
Detto ciò, il vero principio che non funziona è proprio quello di considerare la governabilità come un fatto acquisito a prescindere da una sua indispensabile costruzione dal basso e cioè.. da quel mezzo necessario che ne dovrebbe generare un logico fine.
La strada per poter dare più forza ad un libero pensiero può sostenersi solo se si cambiano alcuni fondamentali percorsi ormai obsoleti dell’iter politico istituzionale per una costruzione più logica della governabilità.
Ciò che più stupisce, oltre questa dovuta considerazione, è proprio la misera assuefazione di chi crede di esercitare un ruolo in politica e che si assoggetta ad un proprio leader per un obbligo che sembra essere spinto più da una senso dell’onore e di lealtà nei confronti dello stesso leader (una sorta di patto di sangue). Un patto che finisce con l‘obnubilare la mente del vero ”homo politicus” e della sua matrice ideologica, spingendolo similmente ad un adepto al servizio del “capo” e non per quella utile politica in favore del cittadino.

Anziché provvedere alla ricerca di un sistema che preservi ogni libero pensiero (dividendo meglio i ruoli) si preferisce seppellirlo attraverso una illogica procedura che possa sostenere, a prescindere, una qualunque... illusoria.. governabilità.
vincenzo cacopardo

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