di vincenzo cacopardo
Sono sempre più' convinto
che la politica debba essere considerata come una dottrina che operi in favore
della società: Il sapere e la conoscenza di chi sa mettersi a disposizione
della comunità per la soluzione funzionale delle esigenze di tutti.
Sappiamo bene che la prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine
"polis". Un termine che in greco significa città e che secondo il
filosofo, assumeva il significato di amministrazione della "polis"
per il bene di tutti.
Successivamente…per il
sociologo, filosofo e storico tedesco Max Weber… la politica è sempre stata legata al
potere e quindi anche al monopolio legittimo dell'uso della forza. Infine..per l’odierno politologo Giovanni Sartori, la politica è
rappresentata da una sfera delle decisioni sovrane della collettività. Al di là
di ogni definizione, la politica in senso generale, riguarda tutti i soggetti
inseriti in una società e non può essere di pertinenza solo di coloro che vi
operano attivamente.
Definire la politica nel riduttivo senso dell’“amministrare” per il bene di tutti è, oltre che demagogico, limitativo e poco utile per lo stesso scopo che essa dovrebbe prefiggersi. In
più…quel concetto di “polis” Aristotelica riferita alla amministrazione cittadina…risulta
restrittiva e poco utile.. quando la si paragona alla politica condotta da uno Stato che, in
un ambito molto più vasto, dovrebbe seguire le esigenze e le funzioni
istituzionali connesse al grande territorio (ciò vale ancora di più oggi, in considerazione del fatto che un sindaco siede al comando del governo di un intero Paese).
Se,
ancora oggi, noi restiamo fermi ai principi di una politica come “amministrazione
della polis”, non comprendendo l’importanza strategica di una visione più "funzionale" e globale che deve svolgere nell’intero Paese, resteremo
in una logica ristretta che non ci permetterà di operare con maggiore
interazione in ogni dibattito Europeo.
L’altro
aspetto importante è quello determinato dal predominante significato
che si tende a dare alla politica e cioè: quello limitato alla sola “amministrazione del bene di tutti”.
La politica non può
solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i
contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La
politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel
confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell'esercizio
della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della
società.
Ecco, perciò, la
determinazione dei due ruoli (“induttivi” e “deduttivi”). Ruoli che, per
scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse al fine di raggiungere un
unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che
si vorrebbe utile e funzionale.
Ed ecco
anche la ragione per la quale sarà sempre più insensato seguire un principio
della politica circoscritto al puro ambito amministrativo: Una logica che
porta ad una consequenziale determinazione di principi senza un positivo
riscontro con i valori.
Se oggi.. è importante interagire con gli Stati della Comunità
Europea…non è nemmeno pensabile che si possa farlo solo in un ristretto ambito amministrativo..Il ruolo induttivo della ricerca e delle idee risulta
essenziale e, persino, propedeutico ad un funzionale “modus operandi”.
Guardare ad un futuro della politica significa indicare
percorsi più attinenti affinchè si possa definire una logica strada intesa come percorso secondo il quale, il dialogo, la cultura e le idee, devono avere un’importanza
predominante sulla evoluzione stessa di ogni formula amministrativa.
Lo spirito della democrazia
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