11 ott 2013

le deliranti accuse al nostro Presidente

Ancora una volta si tende a voler screditare e mettere in cattiva luce l’operato del presidente Giorgio Napolitano. Si mettono in seria discussione le prerogative di un capo dello Stato con i limiti imposti dalla Costituzione. Il Movimento 5S, asserisce  che, il Presidente ha chiaramente dimostrato di aver degenerato, uscendo dal suo particolare ruolo di garante dell’assetto politico istituzionale dettato dalla Costituzione. Alcuni di essi hanno persino parlato di impeachment per costringerlo alle dimissioni".
Non a caso, queste insensate proposte, vengono sempre fomentate dalle componenti parlamentari legate a partiti e movimenti autoritari.
Assurde accuse vengono poste da Paolo Becchi, giurista di riferimento del M5S che, in proposito ha affermato: "Nel 1991 Giorgio Napolitano, in occasione della richiesta di impeachment contro l'allora Presidente della Repubblica Cossiga, prudentemente, storceva il naso di fronte alla messa in stato d'accusa: eppure non esitava a domandare le dimissioni del Capo dello Stato, notando come 'si è totalmente smarrito il senso della misura al Quirinale'". Becchi, con eccessivo senso della provocazione,  mette a confronto una vecchia posizione di Napolitano con il senso della misura che oggi usa il Quirinale" . Il giurista critica la posizione sull’amnistia e l’indulto definendola persino "faziosa"poiché,  in tal modo, Napolitano, tende a voler salvare la figura del Cavaliere, usando i poteri che non gli spettano, non per difendere una certa legalità, bensì per salvare il suo personale progetto delle larghe intese.
Non credo si possano costruire accuse in tal senso contro il nostro Presidente il quale, ha dimostrato ampiamente il senso del suo alto compito del dovere verso la Nazione. Se le sue competenze hanno prevaricato nel metodo in alcune piccole procedure, ciò è stato necessario solo in favore di una maggiore sicurezza per il suo paese (vedesi le grandi intese in cambio delle elezioni anticipate) ma, nel merito, non ha sicuramente agito per faziosità o per un proprio tornaconto.  
Non dobbiamo dimenticare che la sua rinomina è stata voluta…e non solo accettata da gran parte del Parlamento  e che,  con indubbio sacrificio da parte di un uomo di quasi novant’anni, è stata messa al servizio di una politica latitante e debole di fronte alle tanto attese riforme. Una riflessione sulla quale dovrebbero soffermarsi gli sprovveduti, arroganti ed inesperti ragazzi del Movimento 5Stelle....Meditando ..più che urlando ed offendendo.
vincenzo cacopardo  
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2 commenti:

  1. paolo piazza11/10/13 18:56

    mi sembra molto grave che ormai si sia radicata l'opinione che non si possa criticare l'operato del capo dello stato anche quando questa come nel caso di specie a mio parere sia certamente faziosa.Avrebbe potuto semplicemente smentire i grillini dicendo che le misure proposte non erano dirette a tutelare il cavaliere ma non poteva certo permettersi di affermare che i senatori e deputati del M5 stelle non si preoccupano minimamente dei bisogni della gente.Si tratta dell'ennesima campagna di denigrazione nei confronti di quel movimento che essendo fuori dal coro da fastidio a tutti specialmente al direttore del coro

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  2. Caro Paolo..ti ringrazio per questo appunto! Tuttavia tu..forse non hai notato che io non ho approfondito i riferimento sulla questione dell’amnistia.. per la quale avremo presto una risposta. Ma ho criticato un operato assai generico e poco costruttivo ..oltre che impertinente ed irrispettoso di chi si crede di essere entrato in parlamento per smontare le istituzioni senza un minimo di idee per la ricostruzione e che si propone solo nelle offese.
    Non potrà mai essere messo in dubbio il mio spirito ed il desiderio di cambiamento evidenziato in modo netto ed inequivocabile nel mio libro pubblicato nel lontano 1999 (la politica ed il cambiamento), nel quale venivano messe in luce le esigenze di un Paese che non avrebbe più potuto attendere il vero rinnovamento politico. Solo per questo…potrei già essere riconosciuto come un vero precursore…assai prima di quanto non lo sia stato Grillo.
    Con queste premesse vorrei anche farti comprendere che il mio pensiero non potrà mai sposare in toto un’azione di rottura senza una base costruttiva di innovazione dettata da progetti sani ed equilibrati in favore del desiderato rinnovamento…Se si vuole rompere…si deve, con gran senso di responsabilità, chiarire prima ciò che si vuole determinare senza eccessi o assolutismi non del tutto corrispondenti ad un modello di vera democrazia.
    Non mi sentirò quindi…mai trasportato favorevolmente nei confronti di chi ostenta una spropositata opera di rottura contrapposta alla minuscola risorsa di equilibrio e di idee per la ricerca di un’ indispensabile innovazione e soprattutto se ciò viene fatto offendendo un capo dello Stato che ha dimostrato di amare il suo Paese o minacciando alcuni ex colleghi.
    Ognuno può pensarla come vuole in politica...ma il rispetto e l'educazione sono alla base di ogni processo di democrazia!

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