20 dic 2013

nuovo commento del Consigliere Cacopardo sulle legge elettorale

Oltre la facciata
di domenico Cacopardo

I protagonisti delle polemiche di questi ultimi anni a proposito del Porcellum, hanno tralasciato di ricordare che leggi simili regolano le elezioni regionali, dal Tatarellum (compreso) in poi. Due esempi in breve: l’Emilia Romagna (turno unico) prevede un premio di maggioranza di dieci seggi (bloccati) attribuito al partito che ha ottenuto più voti. La Toscana ha un doppio turno con elezione diretta del presidente, una soglia di sbarramento al 4%, l'assenza di preferenze, e un listino regionale che permette di presentare ai partiti fino a 5 candidati fissi in ogni circoscrizione. La ‘democratica’ Toscana è la più vicina al deprecato centro-destra.
In entrambi i casi, non è prevista alcuna soglia per accedere al premio di maggioranza.
Siamo, quindi, in palese, insanabile contrasto con la recentissima sentenza della Corte costituzionale.
Un analogo ragionamento si può applicare alle elezioni comunali, fondate su un sistema maggioritario spinto.
Le vaghe proposte avanzate dal leader del Pd dimostrano che né lui né i suoi consiglieri tengono conto della situazione reale e delle difficoltà oggettive. Certo, non c’è ancora nulla di preciso, dato che i giocatori della partita stanno facendo melina nel timore di scoprirsi e di essere impallinati. È tuttavia incontestato che la campagna per le primarie del Pd è stata improntata al rafforzamento del bipolarismo, mediante il maggioritario. Cerchiamo di capirne le conseguenze. La prima è la vulnerabilità costituzionale di una legge improntata a queste scelte. Verrebbe approvata poco dopo la sentenza sul Porcellume riproporrebbe gli stessi vizi. L’unica via per introdurre questo sistema in Italia è la riforma costituzionale: solo inserendolo, si può essere sicuri della sua legittimità.
Ma di questo né Renzi né i suoi consiglieri si occupano.
Ci sono poi le conseguenze politiche. La prima è la distruzione del progetto Alfano: è infatti evidente che marciando sulla strada del bipolarismo maggioritario, per il gruppo di parlamentari che ha abbandonato Forza Italia è pronto il destino di Fini.
Una prospettiva che ribalterà i suoi effetti sul governo Letta, esponendolo ancora di più a fibrillazioni quotidiane.
La seconda, è il ritorno in grande stile di Berlusconi sull’agone politico. È vero, il secondo posto –secondo la weltanschauungrenziana- sarebbe disputato tra il cavaliere e Grillo e nulla, quindi, è definito, ma il cavaliere, nonostante tutto, se la può giocare, capace com’è di cogliere il sentiment della pancia del Paese.
Se aggiungiamo il recente spostamento a sinistra di Renzi, possiamo ipotizzare che gli spazi per il centro-destra si vadano allargando (anche perché, alla fine, Alfano, stando così le cose, sarà costretto a rientrare all’ovile) e che l’annunciata vittoria alle prossime politiche del giovane fiorentino rischi di diventare illusoria.
Per finire: tutti i sintomi della politica di Renzi confermano l’idea che voglia precipitare le cose per ottenere le elezioni prima possibile. Sa bene che il tempo non lavora per lui.

Non ci riuscirà. E inizierà a rendersi conto che la politica nazionale è cosa ben diversa di una giocata al bingo fiorentino “Nuova Fortuna”. 

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