29 gen 2014

La legge elettorale... i Partiti e quell'art.49...


di vincenzo cacopardo

Quando la Corte nella sua sentenza contro il Porcellum aggiunge e chiarisce “Le disposizioni censurate sono dirette ad agevolare la formazione di una adeguata maggioranza parlamentare, allo scopo di garantire la stabilità del governo del Paese e di rendere più rapido il processo decisionale” non fa che affermare un obiettivo  che definisce legittimo per Costituzione ma, correttamente, non si esprime su un metodo che è.. e rimane di natura prettamente politica. Se quindi.. la governabilità deprime la rappresentanza democratica fino a mortificarla, il problema è tutto di carattere politico e a parer mio coinvolge il tema dei Partiti, i quali nella qualità di rappresentanti di un consenso, dovrebbero impedire tale percorso.
L’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente si fonda sulla rappresentanza democratica. Il riferimento ad un’architettura, pone chiaro che senza le adeguate fondamenta di tale rappresentanza, l’intero impalcato istituzionale verrebbe compromesso: Si rischia di vanificare ogni positivo  risultato e… dopo aver sacrificato la rappresentatività in modo anomalo, si compromette ogni tentativo della formazione di una governabilità stabile. 
A tal proposito, la Corte, con altrettanta coerenza, sottolinea anche il rispetto per una soglia minima che, se troppo bassa, limita una più equa rappresentatività della sovranità popolare. Inoltre censura le norme che privano l’elettore del diritto di scegliere i propri rappresentanti, affermando che in tal modo si esclude ogni facoltà dell’elettore di incidere sull’elezione. La posizione della Corte è quella giusta di chi fa fede al contesto costituzionale esistente relativo ai Partiti, al contrario di chi deve guardare in lungimiranza e con il senso della ricerca alla politica di innovazione.
Ora.. se per certi versi.. questo può essere giusto, su un piano prettamente logistico, potrebbe risultare un nascondersi dietro la classica foglia di fico…Senza le comuni ed usuali ipocrisie…possiamo affermare che.. se un qualsiasi cittadino volesse iscriversi ad un Partito con l’idea di voler candidarsi, sia che vi sia o no un voto di preferenza, si imbatterebbe contro gli ostacoli posti dalla dirigenza dello stesso Partito e…dovrebbe sostenere costi elevati per la sua campagna. Costi che.. se affrontati nella comune casa di un Partito.. potrebbero dagli maggiore possibilità.
Oggi... questo.. mette in evidenza una contraddizione che scaturisce da un lato..dal voler offrire una maggiore rappresentanza attraverso un sistema proporzionale aperto … e dall’altro  non pone i mezzi e le normative necessarie per far si che ci si possa esprimere liberamente relegando il consenso nella casa comune di un Partito.
Ma se un Partito deve esprimere un programma e.. chi intende candidarsi non può che appoggiarlo, quale senso può avere una preferenza, quando quello che fa fede è lo stesso programma?..Si valuta di più un programma o una persona?  Ma come si può valutare una figura politica..prescindendo dai contenuti stessi del programma del Partito?   
Questo problema delle preferenze, di fondamentale importanza, mette in luce tanti aspetti contrastanti e l’organizzazione stessa dei Partiti, i quali andrebbero di certo riformati.. ancora prima della stessa legge elettorale. Non v’è  dubbio che i Partiti non possono sostituirsi al corpo elettorale ed è quindi di prevalente opportunità disciplinarne le funzioni, lavorando sulla riforma del’art. 49 della Costituzione al fine di favorire l’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica e poter dare sostegno ad una vera democrazia.

La riforma dell’articolo 49..potrebbe aiutare la ricerca di una legge elettorale migliore.. la quale non potrà mai sbrogliare i molteplici problemi. Una riforma che rappresenterebbe quella base fondamentale dell’architettura istituzionale, senza la quale.. non vi potrà mai essere un solido appoggio per una democrazia.


1 commento:

  1. Sono d'accordo non tutte le persone sono disoneste e non tutti possono piacere lo stesso simbolo.
    Cambiare in meglio si può solo se lo si vuole, Politici pensateci.

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